1990

IL PSDI ALL'OPPOSIZIONE

INDICE



28 Febbraio 1990 - La giunta Licandro

Agatino Licandro, nel libro “Città dolente” racconta, nel capitolo “Il sindaco del Partito che non c’è”, quali rapporti e contatti ha mantenuto, sul finire di febbraio del 1990, con i leader locali dei partiti per essere eletto sindaco dopo le dimissioni dell’on. Battaglia che aveva optato per il posto a Montecitorio. 

Al di là dei rapporti privilegiati che ciascuna componente del Psi o della Dc intendeva mantenere con il nuovo Sindaco, il dato politico che si registrerà è il cambio delle forze che costituivano l’asse DC-PSI. 

La maggioranza che aveva espresso Battaglia era costituita dal Psi di Palamara-Zito e dalla DC di Manti e Battaglia mentre quello che sosteneva Licandro vedrà entrare in gioco, per il PSI, la componente Zavettieri e, nella DC, entra Quattrone ed esce Manti. 

Quattrone, in quel periodo, si rafforza al punto che viene eletto Segretario regionale della DC attraverso l’intesa con Misasi che, nella circostanza, verrà eletto Presidente. 

In sostanza, con la elezione di Licandro, prenderà il sopravvento quell’asse che aveva espresso il sindaco Aliquò.

Prevale la linea politica romanocentrica del governo locale, quella per intenderci che voleva appaltare, alle società di servizi romane, la programmazione e l'esecuzione delle opere pubbliche del territorio. 

Riprendono il comando “i signori delle convenzioni”. 

Peraltro, come spiegherà sempre Licandro, ma costituiva anche un dato della denuncia politica, l’on. Quattrone aveva costituito una società di servizi, L’AURION, che a sua volta era convenzionata con tutte le più grandi società di servizi romane. 

Licandro era assessore della giunta Battaglia, aveva votato per la revoca della convenzione che Aliquò aveva firmato con la società Bonifica per l’intero pacchetto di 600 miliardi del Decreto Reggio, aveva condiviso l’impostazione della gestione locale e pluralista del Decreto. 

La soluzione che sarà portato ad assumere da Sindaco va in tutt’altra direzione. 

Mentre si ritarda nell’assumere decisioni con il pericolo dei poteri sostitutivi romani, alla fine passa la soluzione delle due convenzioni che saranno stipulate con il Consorzio Reggio 90 (70 miliardi di opere) e con il Consorzio romano Con.Re.Ca. (180 miliardi di opere).

Licandro ricordava di essere stato eletto con 26 voti e che mancavano all’appello ben 6 voti. E’ vero perché i voti del gruppo socialdemocratico non li ha avuti. 

Tanto è avvenuto perché il PSI aveva inizialmente manifestato la disponibilità a proseguire con la stessa maggioranza. L’impegno socialista era di votare un sindaco, indicato dalla DC, disponibile a portare avanti le scelte della giunta Battaglia. 

L’improvviso cambio di orientamento dei socialisti ha indotto il nostro gruppo a dare un segnale di insofferenza in attesa di registrare nei fatti un cambio di rotta e chiedere, a quel punto, una verifica della maggioranza. 


29 Maggio 1990 - Le elezioni regionali ed il PSDI - Il gruppo ha il suo consigliere regionale

Il tempo dell’attività politica è scandito dagli appuntamenti elettorali. Momenti di verifica dell’apprezzamento da parte dell’elettorato dell’operato del partito e del candidato. Per questo motivo l’attività e le scelte politiche sono condizionati da questi esami. 

Vi è chi ha rendite di posizioni, partiti che ricevono consensi da una larga base elettorale per ragioni ideologiche, vi sono invece partiti politici che hanno un modesto zoccolo duro, fatto dagli iscritti in ciascun comune della provincia e dalla classe dirigente, che devono guadagnarsi il consenso o con una attività clientelare oppure con una proposta politica programmatica. 

A differenza delle elezioni politiche le consultazioni regionali e locali risentono di più della credibilità dei candidati che attingono consensi in quella fascia di opinione pubblica non ideologizzata.

Noi affrontiamo la competizione elettorale regionale senza avere l’apporto dei due consiglieri regionali uscenti, che erano l’onorevole Mallamaci e l’onorevole Aniello Di Nitto. Tutti e due per ragioni diverse e con decisioni maturate in tempi diversi erano confluiti prima all’UDS e successivamente al partito socialista. Inoltre in quella competizione elettorale, sia Mallamaci che Aniello Di Nitto furono candidati nelle liste del partito socialista, rispettivamente uno nella circoscrizione di Reggio Calabria e l’altro nella circoscrizione di Cosenza. 

Le condizioni politiche in Calabria per il PSDI apparivano, in un certo senso, favorevoli attesi i segnali che vi erano stati nel 1989 e i primi mesi del 1990 nel corso di alcune elezioni amministrative, comprese quelle del Comune di Reggio Calabria. 

In Calabria quindi si trattava per il PSDI di ricominciare daccapo, perchè non c’erano più i consiglieri regionali uscenti. 

Nella provincia di Reggio Calabria, ci fu una mobilitazione generale di tutti i quadri dirigenti ed istituzionali del partito, per mettere in piedi una lista di ampio respiro, che potesse contare sul contributo di tutti. “Tutti in barca”, tutte le componenti dovevano concorrere con un loro rappresentante alla composizione della lista di undici candidati. 

Il 19 marzo si era tenuto presso il salone della Fiera Agrumaria il congresso provinciale che aveva visto a confronto tre gruppi: la prima è quella che fa riferimento all'ex segretario provinciale Antonio Chisari, al dottor Stanislao Dato, già vice sindaco di Gioia Tauro, ed all'ingegner Giuseppe Canale, consigliere comunale e vice presidente del Codige dell'Usi 31; la seconda, si richiama alle posizioni del capogruppo al consiglio comunale dott Carlo Colella ed a Tortorella, la terza ad Ivan Morace, al consigliere comunale Oscar lelacqua ed a Michele Galimi.

Professionisti ed imprenditori dell’intera provincia di Reggio Calabria come Giuseppe Canale, ingegnere, consigliere comunale e vice presidente USL 31; Stanislao Dato, medico chirurgo, già segretario provinciale del partito e sindaco di Gioia Tauro; Ivan Morace, direttore Istituto La Vigilante, consigliere comunale già vicino alla posizione di Mallamaci; Oscar Ielacqua, biologo, consigliere comunale Reggio Calabria; Dragone Francesco dirigente provinciale UTE; Giampaolo Francesco, ragioniere, consulente imprese; Dr Cesare Giglio, Ispettore Inail; Mangiola Domenico, Avvocato, già presidente assemblea Usl Melito; Pisano Santo direttore generale associazione Produttori Ortofrutticoli e Agricoli; Pollidori dr Giuseppe assessore comune di Scilla; Paolo Romeo, avvocato, assessore comune di Reggio Calabria.

Beh, c’erano tutti i quadri dirigenti del partito ed io fui pure tra questi candidati, addirittura l’undicesimo in lista, fu una lista quindi che si chiese la mobilitazione di tutti. 

La lista del PSDI riporterà oltre 23 mila voti, il 7,12% un numero di voti superiore in percentuale a quello riportato nelle altre due province (Circa il 5%) e superiore ai voti del 1990 (5,1%).

17 giugno 1990 - Il convegno di Gambarie e gli obiettivi elettorali

Quando passiamo all’opposizione, cerchiamo di relazionarci con l'opinione pubblica, con gli operatori economici e sociali, sui grandi temi della politica, che in quel momento erano di grande attualità. 

Naturalmente il primo convegno che tenemmo fu quello del 17 giugno del 1990. Chiamammo a raccolta tutta la classe dirigente del partito in un noto albergo, a Gambarie. “Dopo il voto quale Calabria?” questo il tema del dibattito.

Il partito invece di adagiarsi su un ottimo risultato elettorale, cominciò a pensare al 1992. 

E fu proprio in quel convegno a Gambarie che ci si pone l’obiettivo della conquista, per le prossime consultazioni elettorali, di due parlamentari ed un senatore in Calabria. 

Il PSDI aveva sempre avuto, in quasi tutte le legislature un deputato, ma non aveva mai conseguito il quoziente al Senato. 

Eppure già il 17 giugno del 1990, pur essendo all'opposizione nel governo della regione, al Comune e in tanti altri enti locali, cominciammo a pensare che fosse possibile porsi questo obiettivo ambizioso. Avevamo lavorato a lungo sui risultati elettorali degli ultimi anni per comprendere punti di crisi e punti di forza del passato allo scopo di adeguare l’azione politica, del nuovo partito di opposizione, per mietere consensi. 

E cominciammo a lavorare, delineando strategie ed attività da svolgere per potere conseguire questo risultato elettorale. Naturalmente da questo convegno nascono tutta una serie di altre iniziative 


Il Giornale di Calabria del 20 giugno 1990 nel corpo di un articolo dal titolo “Rinnovare i partiti e le istituzioni per un loro ruolo più incisivo” riferiva: “I socialdemocratici, nel corso del convegno tenuto a Gambarie alla presenza di circa 300 delegati di base, dei dirigenti provinciali, dei due consiglieri regionali, del segretario regionale Morelli, e dei rappresentanti delle federazioni Psdi di Cosenza, Catanzaro e Crotone, si sono interrogati sul significato del recente voto amministrativo e su l'allarmante dimensione dell’astensionismo (oltre il 35%), segnale inequivocabile di malessere e di sfiducia dei cittadini nei confronti della politica”. … “Il nuovo Psdi non è disponibile ad accettare logiche e compromessi estranei al bisogno di rinnovare l’istituzione regionale, impegnato nello sconfiggere le vecchie logiche clientelari di gestione del potere, appare, perciò, un partito scomodo. Vogliamo essere - ha concluso il neo consigliere avv. Paolo Romeo . dalla parte dei cittadini anche perché non siamo assillati dalla necessità di fare parte di maggioranze di governo a tutti i costi avendo ricevuto consensi su un progetto politico e non per voti di scambio. Il nostro impegno è quello di restare fedeli ai messaggi rivolti dagli elettori per rinnovare i partiti e le istituzioni per innescare veri e coerenti processi di sviluppo per la Calabria, per modificare radicalmente metodi e strumenti di gestione della cosa pubblica a partire da tutti gli enti sub regionali. Il partito socialdemocratico forte dell’intangibile patrimonio unitario, è oggi impegnato a darsi strumenti organizzativi nuovi; a tenere saldi, collegamenti con le forze sane della società calabrese; ad isolare, definitivamente, quelle forze della conservazione e della trasversalità che hanno dominato, negativamente, la Calabria; ad imboccare, veramente, la strada del rinnovamento.”


Agosto 1990 - L’uscita dalla giunta Licandro 

Ed è ciò che accadrà quando, dopo le elezioni regionali e le conseguenti dimissioni dell’assessore socialdemocratico eletto consigliere regionale, dovendosi eleggere il nuovo assessore non indichiamo il sostituto e poniamo la necessità dell’allargamento del quadro politico ed una linea di coerenza con la vecchia linea politico-programmatica.


Gazzetta del Sud - 02 agosto 1990 - “Non potevamo tradire gli elettori - Chiaro messaggio ai “signori delle convenzioni”. Lo abbiamo chiesto a Chisari, recentemente tornato alla guida del partito, dopo dieci anni di distanza dalla sua prima elezione a segretario provinciale.

Non potevamo tradire l’impegno assunto con gli elettori, né deludere quei cittadini che ci hanno votato per il tipo di battaglie fin qui condotte. Ecco perché durante le trattative abbiamo proposto con forza le condizioni e le pregiudiziali che secondo una linea di coerenza con la nostra impostazione politico-programmatica riteniamo essenziali per la formazione di giunte forti, garantite da condizionamenti, a servizio del popolo e della realtà locali e non suddite di interessi romani. Questa volta, la richiesta di assumere precisi impegni, fortemente garantisti, ci sembrava opportuna e doverosa, anche alla luce dei comportamenti tenuti dai nostri alleati in questi ultimi anni all’interno degli esecutivi. Ma come l’opinione pubblica ormai sa, è prevalsa una sorprendente reazione da parte di uomini fortemente interessati al potere, finalizzata alla prossima scadenza elettorale, quindi una linea di chiusura totale agli impegni di carattere programmatico. --- E’ prevalsa la linea di coloro che, tra l’altro, non possono assumere precisi vincoli gestionali e non gradiscono, all’interno delle giunte e nemmeno nelle maggioranze, portatori di interessi sulle grandi scelte peraltro già abbondantemente effettuate. Devo avvertire chi ha orecchie per intendere che le forze alleate dell’asse DC-PSI sono quelle stesse che abbiamo combattuto lo scorso anno quando si è imposta, a seguito di nostra iniziativa, la linea vincente del riconoscimento dei diritti dell’imprenditoria e delle professionalità locali. Si riferisce al decreto per Reggio? - Certamente, ed abbiamo detto che esso non era l’occasione per eseguire opere pubbliche pure essenziali, ma doveva essere anche l’occasione per fare crescere e decollare il mondo imprenditoriale e professionale della nostra provincia, abbattendo storici steccati di sudditanza e mortificazioni e non consentendo ad una ridotta élite di professionisti e imprenditori la solita mini crescita ai margini del decreto. ….

Il nostro partito, che, da anni ha fatto una precisa scelta ed ha condotto battaglie politiche all’interno degli esecutivi fino al punto di divenire un alleato scomodo, non deve cambiare una virgola della sua strategia all’interno delle istituzioni in cui è presente. La nostra linea è costruttiva e di appoggio a tutte le decisioni che verranno valutate utili e positive, sarà una battaglia dura e intransigente contro il potere economico elevato a dignità di affarismo politico; è quindi contro l’appalto delle istituzioni al potere economico, contro il malgoverno e la trasversalità. Per combattere quest’ultimo fenomeno, che si sta rilevando un’autentica degenerazione della politica, chiederemo la convergenza di tutti quei politici calabresi, e sono tanti, che vogliono sinceramente affrontare le radici dei mali che affliggono la nostra Calabria. Inaugurate il linguaggio d’opposizione, quindi? - Tenendo conto che la situazione è grave, che la mafia e talmente forte, che il tessuto economico, civile e sociale è degradato, solo una coalizione veramente dalla parte del popolo, sostenuta da partiti e non da gruppi di potere, può tentare ancora di conseguire risultati positivi. Altrimenti il nostro orizzonte politico già grigio tenderà ad oscurarsi definitivamente.”

Ed ancora sempre Gazzetta del Sud del 5 agosto: “Tra DC, PSI, PRI e PLI - INTESA RAGGIUNTA PSDI IN PANCHINA - Le delegazioni della Dc, del Psi, del Pri e del Pli si sono riunite nella sede democristiana di via Possidonea per un esame dell’attuale momento politico e hanno preso atto della indisponibilità dei socialdemocratici a superare, in questa fase, alcune pregiudiziali, per cui hanno deciso di dare vita a degli esecutivi che siano espressione di un quadro politico omogeneo, sia alla Provincia che al Comune. “

Nello stesso mese di agosto si procederà alla elezione del nuovo assessore repubblicano in sostituzione del dimissionario socialdemocratico.

Verranno così omologati gli assetti di governo alla Provincia, al Comune ed alla Regione. 

Comincerà così la nuova esperienza del Psdi partito di opposizione.

Agosto 1990 - Le ragioni della opposizione del PSDI alla Regione

Paolo Bruno, che era il parlamentare eletto nelle precedenti elezioni politiche del 1987, dopo la fuoriuscita di Mallamaci, è il leader calabrese del partito.

Curerà le elezioni regionali del 1990, e soprattutto la formazione della lista e a Cosenza dove candidò Tursi Prato che veniva dal partito socialista. 

Con l’on. Paolo Bruno la federazione di Reggio, in quel periodo, aveva buoni rapporti politici perché vi era un comune progetto politico. 

Su Cosenza, in quelle competizioni elettorali, pensava di utilizzare l’apporto elettorale di Tursi Prato per conseguire il quoziente al collegio cosentino e fare risultare un suo candidato, tale Senatore. 

Bruno non è che gioì molto per i risultati. Comunque i rapporti erano buoni, legati ad un comune progetto politico e soprattutto tendevano al potenziamento della socialdemocrazia nella nostra regione. 

Il 17 giugno 1990 dalla Gazzetta del Sud: “La Dc ritiene il Psi, il Psdi, il Pri ed il Pli forze essenziali per la costituzione di una maggioranza ampia e solidale, che ricerchi in un serrato confronto con la cultura, l’imprenditoria, forze sociali e con quant’altro vi sia di vivo ed emergente nella società calabrese, proposte e progettualità capaci di rilanciare, accelerandone i processi, la nostra regione nel contesto italiano ed europeo.

La componente Principe del PSI: “Siamo per un centrosinistra classico, senza laici che in Calabria hanno fatto sempre da supporto alla DC piuttosto che sostenere lo schieramento progressista.”

La Dc aveva eletto pochi giorni prima il Presidente regionale, l’on Riccardo Misasi, ed il Segretario on. Franco Quattrone che curava le trattative con gli altri partiti.

Verrà eletta una giunta DC-PSI-Pri. Il presidente on Misasi in pieno dissenso con tale conclusione si dimetterà dall’incarico, l’on. Nucara, raggiunto l’accordo con il suo consigliere regionale Zoccali, chiuderà l’intesa con Franco Quattrone mettendo anche sul tavolo della trattativa l’ingresso del suo partito nella giunta Licandro al comune di Reggio Calabria.

Contribuirono a questo accordo di maggioranza, che definiva un patto di potere che valeva per ogni livello istituzionale regionale, una serie di altri fattori: 

- la presenza di Mallamaci e di Di Nitto, che non risultarono nel partito socialista in quelle consultazioni elettorali, e quindi spingevano sostanzialmente per una emarginazione del loro vecchio partito; 

- quella parte del Psi con cui Tursi Prato si era, sino a pochi mesi prima, scontrato e che mal digeriva di vederlo consigliere regionale;

- una linea politica nazionale dello stesso partito socialista, che ancora tentava quel processo politico di annessione della socialdemocrazia che non aveva del tutto abbandonato; 

un disinteresse dello stesso Paolo Bruno a sollecitare il nostro ingresso nel governo della regione.

- La mancanza di legami e di cointeressenze del nuovo gruppo socialdemocratico con il sistema politico e di potere. 

Sta di fatto che la socialdemocrazia, dopo venti anni di governo dalla istituzione della regione Calabria, per la prima volta nel 1990 restò fuori dal governo regionale, esercitando il ruolo di opposizione. 


La conferenza stampa sui signori delle convenzioni del 30.08.90

Perché la conferenza stampa

In regime di normalità un partito, che non si trova a far parte di una coalizione di governo di Enti Locali per accertata incompatibilità politica e programmatica con le forze che guidano la maggioranza, può evitare di rivolgersi all'opinione pubblica.

La gravità della situazione é però tale, che il PSDI si ritiene costretto, attraverso lo strumento democratico della stampa, a fornire una completa informazione sugli ultimi avvenimenti politici, per far emergere una verità che rappresenta un vero e proprio grido di allarme.

Nessuna intenzione di fare clamorose o scandalose rivelazioni, ma una serena e documentata valutazione delle ultime vicende dalle quali, emerge con prepotenza, che nella nostra provincia si è coagulato un coacervo di forze e di interessi 1e cui finalità sono la causa primaria dello scontro politico dei nostri giorni.


Le pregiudiziali del PSDI

Premettiamo che le esperienze di governo del Comune capoluogo e della Provincia, in questi ultimi anni, nonché l'evoluzione inesorabile di fatti non politici, condizionanti ed inquinanti, hanno indotto il nostro partito a porre nel corso delle trattative due condizioni pregiudiziali, politiche e programmatiche, ritenute ineludibili ed essenziali, per la presenza nella maggioranza della Socialdemocrazia. 

La prima riguarda l'allargamento del quadro politico, ritenendo il tripartito, una esperienza superata; la seconda legata alla esigenza di assumere precisi impegni, in ordine al grave problema inquinante delle convenzioni con Società di servizio.

La prima pregiudiziale tendeva al rafforzamento del quadro politico ed a modificare gli effetti dell'abbraccio DC-PSI che non convinceva dal primo momento e che era destinato a creare, nei fatti, un asse, le cui finalità nascondevano disegni poco chiari, non partecipati, forse inconfessabili e, comunque, un gruppo di potere contro il quale la socialdemocrazia aveva già duramente combattuto ed al quale non poteva e non voleva offrire alcuna copertura. (Allegato 1)

La seconda pregiudiziale tendeva ad acquisire giuste e necessarie garanzie capaci di fermare l'escalation delle convenzioni miliardarie, che stanno soffocando tutti Enti Territoriali e rappresentano una grave minaccia per l'imprenditoria; per le professionalità locali e quindi per un reale sviluppo dell'intera Provincia.

La risposta - per certi versi scontata - è stata pronta e lapidaria.

I signori delle convenzioni - forti di una sorprendente impunità - desiderano andare avanti e, possibilmente, senza i Socialdemocratici, scomodissimi compagni di viaggio ed imperdonabili alleati colpevoli di aver fatto naufragare - come vedremo - "convenzioni".


I temi dello scontro

Si impone allora in questa fase' uno scrupoloso esercizio della verità della quale anche i rappresentanti dell'opinione pubblica devono prendere atto.

Si tratta di capire fino in fondo quali sono stati i veri motivi che hanno determinato il nostro disimpegno da una maggioranza che ha pervicacemente rifiutato ogni confronto sulle cose concrete, ed ha respinto con arroganza la richiesta del PSDI di definire con chiarezza e ".trasparenza” aspetti anche inquietanti nella volontà passata e presente di gestire la cosa pubblica.

Quali sono stati allora i motivi del grande rifiuto?

Quale é stata la coerenza del PSDI, coscienza critica della maggioranza nel passato, deciso ora, a rompere un sistema di potere fondato su interessi di parte ed intese trasversali?.

Uno scontro - come vedremo - fra interessi della politica ed interessi di gruppo e persone; fra conservazione e progresso; fra forze intermediarie di interessi romani e di una imprenditorialità di rapina e realtà locali, non sempre degnamente rappresentate, che vorrebbero, crescendo, diventare artefici dello sviluppo della loro terra.


La linea politica del PSDI

Da anni il PSDI scrive, interviene nelle sedi istituzionali, organizza convegni e conferenze stampa, preme perché le amministrazioni stabiliscano regole chiare e certe, per rendere reale la fumosa trasparenza, in vista dei cospicui finanziamenti in arrivo e per determinare le condizioni perché questa occasione coincida con il superamento ed il rilancio della realtà economico e sociale della Provincia.

Per determinare un cambiamento radicale di rotta, caratterizzato da una netta e provata sudditanza agli interessi extra provinciali e per ricercare convergenze forti fra tutte le forze che operano sul territorio, costituendo una diga contro le solite prevedibili organizzazioni silenziose, compatte, incidenti, penetranti e - alla fine - determinanti.

Anche se, alla fine, non ci resta che prendere atto che all'obiettivo della "gestione" del Decreto Reggio sono state piegate scelte politiche, alleanze e gestione delle istituzioni.

Ma vediamo su quale linea politica, nel particolare, si è mossa in questi ultimi anni, la Socialdemocrazia e come ha poi dovuto fronteggiare i ripetuti tentativi di orientare, ogni scelta, ad interessi di parte.

Sul tema della sviluppo, del rilancio degli Enti, del superamento della situazione di degrado della nostra società, della corretta utilizzazione delle risorse disponibili, il PSDI ha posto e pone come dato fondamentale: 

- il primato ed il ruolo alto della politica e quindi un corretto rapporto fra partiti ed istituzioni. Il superamento - quindi - di un sistema politico in crisi di rappresentanza e sempre più tentato, prescindendo dalle volontà degli elettori, all'esercizio arrogante del potere, piuttosto che scelte di progresso;

- il ruolo di protagonismo e la centralità delle forze vive della società, le sole che possono determinare la crescita, realizzando un processo dì affiancamento della classe dirigente locale rispetto al' tradizionale rapporto di sudditanza con centri decisionali extra provinciali; 

- trasparenza (reale) e rigore morale nella gestione, come elemento indispensabile per la lotta alla mafia ed al malaffare.


Il PSDI partito scomodo

Nel tempo questa linea politica ha incontrato notevoli resistenze all'interno della maggioranza politica e degli esecutivi; dove il PSDI, pur nel rispetto di un corretto e leale rapporto con le altre forze; non ha mancato di sostenere con fermezza questa linea, condizionando le scelte ed assumendo - nel tempo - il ruolo di partito scomodo. 

E' da precisare che le battaglie sostenute dal PSDI hanno registrato significative convergenze che hanno consentito l'emarginazione di spinte contrapposte spesso esterne alle Istituzioni, condizione questa che ha reso possibile la permanenza dei PSDI nella maggioranza (Allegato 2).

Spinte contrapposte azionate da quegli stessi soggetti che hanno ritenuto e ritengono i1 PSDI un alleato scomodo, certamente non funzionale ai loro disegni.

Portando avanti con coerenza questa linea e questi principi il PSDI ha finito per costituire la coscienza critica in ogni amministrazione come peraltro risulta nelle diverse battaglie combattute e quasi sempre vinte.


Le denunce degli ordini professionali

Battaglie che hanno trovato riscontro anche in posizioni autorevoli espresse al di fuori della politica e quindi per noi altrettanto meritevoli se non di più sii profonda attenzione. Citiamo per tutte sul delicato filone delle "convenzioni" la denuncia del Presidente dell'Ordine degli Architetti della Provincia di RC. (Allegato 4)

In essa leggiamo che la provincia "è stata invasa da emissari (più o meno ufficializzati da alcuni partiti) di varie "società di capitale" alla ricerca di "affari" da concludere con gli Enti Locali". (Allegato 5)

Un'invasione analoga ha interessato Enti come la Reghion, la Regione, l'ENEL, l'ANAS, i consorzi di Bonifica, l'F.S. e l’ASI. (Allegato 6)

I primi veri tentativi di condizionare le scelte pubbliche ad interessi di parte, che costituiscono le prove generali della gestione del Decreto Reggio, iniziano nei primi mesi del 1988.


La funivia

E' di questo periodo l'iniziativa spregiudicata di inventare una Funivia RC - Gambarie finalizzata alla convenzione da stipulare con INSUD e quindi per gestire la spesa di Lire 22 miliardi.

Tentativo messo in atto da alcuni settori ben individuati del PSI e della DC ma fallito per la netta opposizione ad opera soprattutto del PSDI e del PRI e del PCI. (Allegato 7)

Posizione che ha trovato - guarda caso - una dura e provocatoria presa di posizione del rappresentante di un dirigente socialista vicino alle posizioni dell'On.le Zavettieri. (Allegato 8)


Il centro direzionale

Un secondo esempio - altrettanto emblematico - ci viene dalla vicenda del centro Direzionale. 

L' Amministrazione Comunale si era impegnata all'epoca ad elaborare un programma di opere funzionali allo sviluppo della Città, da far finanziare con la Legge 64, e l'allora Assessore socialdemocratico all'Urbanistica, sposando interamente questa esigenza, che tendeva anche a bilanciare le risorse già destinate alle altre città calabresi, predisponeva ogni utile strumento progettuale in funzione delle esigenze primarie della città.

Da qui, partiva una richiesta alla Regione per il finanziamento della redazione dei progetti esecutivi che si muovevano su quattro direttrici:

Parcheggi - Collina di Pentimele - Centro Direzionale - Sistemazione di tutti i torrenti attraversanti il Comune.

La Regione, fra gli altri finanziamenti concessi, attribuiva la somma di un miliardo per la redazione del progetto esecutivo del Centro Direzionale. (Allegato 9)

Improvvisamente, prescindendo da ogni richiesta e volontà del Comune, piove dal cielo un progetto esecutivo del Centro Direzionale ed il finanziamento dell'opera per £ 114 miliardi. (Allegato 10)

Un assessore regionale del PSI, violentando procedure e regole, ha voluto imporre una sua scelta.

Quali sono stati i motivi di tanta iniziativa e - dì tale solerzia?

Sarà, dopo, chiaro quale era l'obiettivo.

Assistiamo prima ad una frenetica sistemazione dì "carte" al Comune, il ricatto al Consiglio Comunale perché accettasse il finanziamento, pena la sua perdita, l'inseguirsi di due diversi progetti esecutivi e finalmente, a conclusione di tante avventurose violazioni e di scelte maturate al di fuori delle Istituzioni, e del susseguirsi di una serie di delibere, l'ultima del 1990, della Giunta Comunale in assenza del rappresentante PSDI in violazione dì una specifica competenza del Consiglio Comunale, 1 ' affidamento in concessione a Bonifica!

L'obiettivo iniziale si era chiarito.


Infrasud, Icie, Bonifica, Etc

Mentre tutto questo avveniva al Comune, all'Amministrazione Provinciale si consolidava lo stesso sistema di potere con una incredibile e frenetica attività della Giunta, tra l'altro in materie e competenze del Consiglio Provinciale.

L'Amministrazione Provinciale ha ceduto, in appalto, i propri poteri istituzionali e quelli, indispensabili, della programmazione in funzione degli interessi della collettività.

Una serie di convenzioni che evidentemente trovano giustificazione soltanto perché obbediscono ad illegittimi interessi di parte ed i cui contenuti dovrebbero essere finalmente portati all'attenzione dell'opinione pubblica.

Le convenzioni hanno riguardato l'ICIE, BONIFICA ed INFRASUD. (Allegato 11)

Le reazioni di gruppi sociali e forze politiche (di tutta evidenza appare oggi una interrogazione dell'allora consigliere provinciale Michele Furfaro) (Allegato 12) le chiare prese di posizione del PSDI (Allegati 13), e la stessa iniziativa assunta dalla Magistratura (Allegato 14) non sono valse a smuovere la pervicace ed arrogante volontà di andare avanti, nonostante l'iniziativa assunta dal Consiglio Provinciale mirava alla elaborazione di una proposta di revoca o modifica delle Convenzioni (Allegato 15). 

La stessa Amministrazione, protagonista di queste avventurose iniziative, non è riuscita neanche a far rispettare i pochi vincoli che forse strumentalmente erano stati posti all'interno delle convenzioni per una forte partecipazione delle ·professionalità locali.

Evidentemente, i signori delle Convenzioni, sono riusciti a condizionare, fino in fondo l'Amministrazione.

I tre allegati (Allegato16) - (Allegato 17) e (Allegato18), un tentativo di giustificazione dell'Amministrazione in esito alle iniziative assunte dai partiti, contengono, a proposito, affermazioni che dimostrano le palesi violazioni degli impegni contrattuali, la connivente consapevolezza dell'Amministrazione e la logica perversa che sorregge questo tipo di iniziative con le società di servizio.

Un fiume di denaro pubblico, almeno 1000 miliardi, senza argini, gestito in nome della politica, ma non orientato all'interno di una programmazione capace di produrre lo sviluppo.


Il Decreto Reggio

Queste erano le premesse, alcune scelte effettuate in sede extraistituzionale, con metodi e procedure svincolate da ogni logica programmatica, men che meno di sviluppo della città.

Le permanenti preoccupazioni sulla invadenza devastante di interessi estranei alla Città, hanno determinato costantemente iniziative ed interventi del PSDI che in molti casi hanno portato a profonde correzioni di rotta. Una continua rincorsa per rompere un sistema di potere che sì andava via via affermando, e si stava consolidando per "gestire" il Decreto Reggio, ed a questo obiettivo di fatto subordinare ogni "scelta" politica ed ogni equilibrio istituzionale.

L'unico atto che ha caratterizzato l'Amministrazione Comunale del tempo é stata infatti la firma da parte del Sindaco di una convenzione "chiavi in mano" con Bonifica per la gestione del Decreto Reggio.

E' stato un atto di arroganza e di subordinazione perfettamente in linea con le logiche che avevano guidato le altre scelte comunali e provinciali, tra l'altro, assunto dopo le elezioni. (Allegato 19)

Ma il PSDI, coerente con la linea politica di sempre, interviene protesta e chiede la revoca della convenzione. (Allegato 20)

Anche la forte iniziativa del PSDI ha giustamente portato - quindi - alla revoca di quella convenzione.


Il PSDI e le logiche dell’invadenza Romana

Ma ancora, in un intreccio di pervicace interessi di signori romani e reggini, i suoi effetti economici, la sua gestione, si dimostrava il vero obiettivo.

E questo partito permanentemente davanti ai silenzi di tutte le forze politiche; davanti al sommerso tentativo di fare entrare dalla finestra quello che era stato fatto uscire dalla porta (Bonifica Italstat); davanti alle preoccupazioni di grave portata da parte dell'Associazione dei costruttori che apre ampi squarci di verità sul ruolo dei vari colonizzatori del passato e sugli effetti distorcenti della loro invadenza (Allegato 21); davanti al rischio oggi più presente di ieri, che accordi forti tra persone e gruppi, con bipolarismi di facciata, non sono frutto di valutazioni politiche o di scelte programmatiche, ma sono cementate esclusivamente dal bisogno di mettere le mani sulla città e sono la conseguenza scontata di accordi di potere.

Questo partito scomodo, irriverente, lancia la sfida, per rompere un meccanismo già collaudato. (Allegato 22)

In una importante e decisiva conferenza stampa dell'ottobre 1989 (Allegato 23) abbiamo indicato una strada di riscatto da una permanente condizione di dipendenza, che affidava preminenza e legittimità al ruolo delle professionalità locali, all'imprenditoria della città, da voce alle forze sociali e culturali, ai cittadini.

Si pone, questo partito, con coraggio, a conclusione di un dibattito che ha fatto uscire il tema all'esterno del Palazzo o delle case private, alla testa di una esigenza di riscatto e di civiltà, con una chiara indicazione ne1 contesto della conferenza cittadina sul Decreto Reggio alla presenza del Ministro Conte. (Allegato 24)

Abbiamo, allora, col consenso convinto di alcuni e sofferto di altri (Allegato 25), contribuito a conquistare finalmente alla città almeno un protagonismo che rompeva le solite logiche dell'invadenza.

Abbiamo dato un contributo forte per la definizione di procedure chiare, anche all'interno di tempi urgenti che, almeno allora, erano imposti.


I signori delle convenzioni

Ma la perversa macchina, uguale e contraria, quella che sembrava apparentemente sconfitta alla fine del 1989, si è rimessa subito dopo in moto.

Invece di definire itinerari coerenti si è ripiegati su un generico o.d.g. che introduceva, creando una frattura in Consiglio Comunale (Allegato 26) l'esigenza del ricorso ad una struttura di supporto che aiutasse l'Amministrazione nella gestione del Decreto visti i tempi ristrettissimi che erano stati indicati (il Ministro aveva già rimesso le somme alla tesoreria del Comune!).

Per il PSDI questo aspetto non determinava incoerenza rispetto ad alcuna posizione precedente, ma vi era stata una posizione pregiudiziale nei confronti di strutture di servizio in quanto tali; il problema era ed è il contenuto di questo rapporto, i limiti del rapporto contrattuale, l'eliminazione dei rischi affaristici che, a monte, orientano proprio i contenuti della "convenzione". (Allegato 27)

Ma per le altre forze, questa possibile "apertura" e la sua interessata· interpretazione, evidentemente significava ricominciare a lavorare· nella logica perversa della "convenzioni".

Le forze in campo, reggine e romane, romane e reggine, si avviavano ad annullare la stagione, assai breve, del rinnovamento, per piegare il tutto alla originaria impostazione.

Già 1'11/05/1990 il PSDI aveva tentato di rompere i silenzi, dei mesi successivi che perdurano. Inutilmente. (allegata interrogazione n. 28)

I silenzi perdurano anche quando il PCI indica le sigle dei possibili convenzionandi. (Allegato 29)

Neanche il dibattito nel Consiglio Comunale del luglio 90, di facciata, ha fatto chiarezza sugli obiettivi veri che stanno per essere perseguiti. (Allegato 30)

Riteniamo che alla ripresa dell’attività politica, le iniziative per il "Decreto Reggio" diventeranno finalmente frenetiche.

Occorreva forse prima eliminare l'alleato scomodo, quella coscienza critica che rischiava di rompere accordi ed obiettivi, che poneva con irriverenza pregiudiziali su un terreno di esclusiva competenza di altri.

Cosa significa, discutere di programmi, di scelte, di metodi di governo, quando è stato già istituito l'asse forte, per decreto, fra i due partiti di maggiore “consenso” elettorale?

Cosa vuole un Partito che, tra l’altro, col suo 11% di consenso elettorale in città, diventa scomodo e pericoloso per le prossime vicende elettorali?


Nuovi progetti per nuove maggioranze

A Reggio Calabria, come a Palermo, a quanto pare i consensi popolari non contano. Anzi, chi si assume l'onere di lottare, in una situazione a rischio, a Reggio Calabria come a Palermo contro le deviazioni della politica, deve essere - pronto a subire emarginazione provocatorie.

Ma deve essere altrettanto pronto, ed il PSDI lo è, per presentassi al prossimo appuntamento elettorale nazionale come Partito di proposta e di denuncia, per favorire un reale processo di rinnovamento politico, economico e sociale, nella certezza di delle convenzioni contribuire a sconfiggere i signori delle convenzioni. 

Su questo terreno, e su nessun altro, come dimostra una chiara presa di posizione del partito ( Allegato 31) sono stati posti le pregiudiziali politiche e programmatiche, porre condizioni per l'ingresso negli esecutivi.

Su esse si sono consumate le vicende politiche che hanno portato alla definizione delle nuove giunte che si sono evidenziate in maniera inequivocabile e le vere intenzioni ed il patto di potere che unisce DC e PSI, attraverso la loro indisponibilità, chiara ed arrogante, a discutere di "convenzioni" passate, presenti e future.

Il PSDI intende, da oggi, continuare la propria battaglia seguendo la linea politica di sempre ed in funzione esclusiva degli interessi della comunità.

Intende contrastare con determinazione ed impegno un disegno perverso che è contrario ad interessi che devono sempre meglio, viceversa, essere serviti.

Lavoreremo per creare alternative politiche ad un sistema di potere, attenti alle esigenze della società civile ed ai messaggi chiari ed inequivocabili che vengono dai cittadini e dagli elettori (Astensionismo e leghe).

Chiameremo le forze politiche a misurarsi nelle istituzioni su proposte di merito che renderanno ineludibile il confronto e l'esercizio trasparente della gestione della cosa pubblica.

Con un atteggiamento di permanente denuncia e di proposta.

E già da subito lanceremo l’iniziativa di convocazione dei Consiglio Comunale e Provinciale sui temi che hanno costituito lo spartiacque politico e morale tra noi ed i signori delle convenzioni, sicuri di registrare adesioni e convergenze su una linea di rinnovamento e di riscatto.

Il Psdi intende proseguire, con maggiore intensità, il rapporto con l’opinione pubblica.

In questo sforzo sappiamo di essere in trincea: ma siamo convinti che è ormai tramontata l’epoca che tanti guasti ha prodotto nel tessuto sociale della nostra provincia, dei voti clientelari e di scambio di un elettorato indifferente e lontano dalla politica.


Elenco allegati - La conferenza stampa del psdi del 30 agosto 1990

24/08/1989 - Giornale di Calabria - Convocato il Consiglio comunale per martedì prossimo - I cinque divergono molto sulle soluzioni proposte

08/07/1989 - Giornale di Calabria - Dalla palude dei partiti nessun segnale.

25/08/1989 - Giornale di Calabria - Maggioranza da chiarire sul piano politico e programmatico - I repubblicani condividono tuttavia la scelta di Battaglia a sindaco

00/00/1989 - Gazzetta del Sud - E’ una farsa quanto inscenato dai partiti in merito al decreto ed alla nuova giunta

05/09/1989 - Gazzetta del Sud - Lo afferma in una nota l’ex consigliere regionale dc, Stefano Priolo - Se dovessero vincere i politico-trafficanti le conseguenze non risparmierebbero alcuno.

26/02/1988 - Gazzetta del Sud - Il ventilato affidamento di opere nel Mezzogiorno ad un consorzio del Nord - Sconcertante la vicenda CONSUD secondo l’Associazione industriali

12/06/1989 - Ordine degli Architetti RC - Nota contro le convenzioni

10/05/1989 - Presidente Ordine Architetti - Lettera aperta sulle società di capitale

24/09/1989 - Corriere della Sera - Politica ed affari dopo il delitto Ligato: i finanziamenti pubblici attirano le cosche - Il Padrino acchiappa progetti - Un fiume di miliardi scorre in Calabria: ed è subito guerra. Decreto Reggio, la ricetta di Tognoli: una società per controllare le spese.

10/11/1988 - Ordine degli ingegneri - Ricorso al TAR contro Provincia e Infrasud.

23/10/1989 - Ordine degli ingegneri - Reclamo al Coreco avverso delibera Comunità Montana Stilaro-Allaro avente ad oggetto incarico AURION.

00/00/1989 - Giornale di Calabria - Incontro tra il segretario regionale del PCI e i rappresentanti degli ordini professionali - Holding di progettazione? Ce ne sono piccole e grosse-

14/01/1990 - Giornale di Calabria - Il sottosegretario, on. Francesco Nucara, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa, il no dei repubblicani ai progetti della legge 246. - Rispondono a logiche perverse e miserabili.

30/04/1988 - Gazzetta del Sud - Appalti nell’area di Gioia Tauro per 85 miliardi - L’Assindustria di Reggio riapre la polemica nei confronti dell’ASI.

09/05/1988 - Gazzetta del Sud - Nella vertenza sugli appalti con il consorzio industriale - Industriali e costruttori calabresi solidali con l’Assindustria reggina.

28/01/1988 - Regione Interrogazione di Battaglia e Nucara - Le misteriose sostituzioni all’ASI.

17/07/1988 - Ordine degli ingegneri - Nota pubblica su Decreto Reggio, riorganizzazione dei trasporti nell’area dello Stretto, la legge 64, la sistemazione urbanistica del Lungomare.

19/09/1988 - Ordine degli ingegneri - Nota al Presidente della giunta regionale - Incarichi professionali.

06/10/1988 - Giornale di Calabria - Importante appuntamento per il civico consesso - Seduta aperta del Consiglio comunale di Reggio per rilanciare una battaglia unitaria per il decreto.

09/10/1988 - Gazzetta del Sud - Documento approvato all’unanimità sulla legge 64 - Il Consiglio non rinuncerà ad un ruolo di protagonista - Affossato in pratica il progetto della funivia Reggio- Gambarie.

08/10/1988 - ODG del Consiglio Comunale sui problemi connessi alla gestione della legge 64

00/00/1988 - Sovversione strisciante: si va verso la confisca delle autonomie locali - Liste-funivia, come premessa al cambiamento.

12/10/1988 - Giornale di Calabria - Il Consiglio comunale non va: è contro la funivia per Gambarie.

12/10/1988 - Giornale di Calabria - Il vedovello della funivia.

31/07/1987 - Delibera giunta regione Calabria - Legge n. 64/1986. Approvazione delle proposte regionali per il II piano di attuazione.

11/03/1989 -Giornale di Calabria - Il PCI polemizza con l’assessore all’urbanistica - Dubbi sulle procedure del Centro Direzionale.

02/02/1989 - Nota assessore ai LL.PP. di Reggio Calabria sul Centro direzionale.

13/03/1989 - Gazzetta del Sud - Incontro con Da Empoli al Comune - Sarà fatto il centro direzionale servizi? Impegno ad utilizzare il finanziamento.

12/04/1989 - Gazzetta del Sud - Ultima riunione del consiglio comunale, approvate numerosissime delibere - E’ passato il progetto del Centro Direzionale In extremis arriverà forse la metanizzazione.

13/03/1989 - I Giorni - Interessi palesi ed occulti sullo sfondo delle manovre in atto. - Centro direzionale messaggi allusivi ma senza nomi. Duro l’on. Nucara.

03/11/1989 - Delibera n. 2606 Giunta Amministrazione provinciale - approvazione schema di convenzione relativa ai finanziamenti da inserire nel programma annuale 1988 di interventi urgenti per la salvaguardia ambientale (legge 67 dell’11.03.1988 e delibera CIPE del 05/08/1988

08/11/1989 - Delibera n 2702 Giunta amministrazione provinciale - Affidamento incarico redazione programma socio economico della Provincia di Reggio Calabria ed identificazione progetti di sviluppo.

00/00/1989 - Lettera consigliere provinciale Michele Furfaro a Presidente ed Assessore LL.PP. 

21/07/1989 - Gazzetta del Sud- Dopo la denuncia dell’ordine degli architetti - Holding di progetti nel Reggino - Napoli dice: Intervenga Sica.

21/11/1988 - Gazzetta del Sud - Il convegno organizzato dal PCI - Attacchi alla giunta Gallizzi la difende - Convenzione necessaria quella con Infrasud.

21/11/1989 - Giornale di Calabria - Ritirare subito le convenzioni - La trasversalità politica non può essere condannata soltanto a parole.

02/11/1989 - Gazzetta del Sud - La crisi alla provincia analizzata dai socialdemocratici - Primo: risolvere tutti i problemi - Occorre verificare l’attività politico-amministrativa.

31/10/1989 - Giornale di Calabria - Sulla lunga crisi della provincia - Alt dei dirigenti PSDI ad ogni patteggiamento.

07/09/1989 - Nota del PSDI al Presidente della Provincia - Convenzione con la Spa Infrasud Progetti.

05/10/1989 - Giornale di Calabria - Dodici comunicazioni giudiziarie inviate dalla Procura della Repubblica - Giunta provinciale inquisita per la convenzione Iri-Italstat.

30/11/1989 - Gazzetta del Sud - Provincia, un odg del Consiglio relativo alla legge 246 - Indicate le opere prioritarie - Convenzioni Infrasud e Bonifica sotto analisi.

00/00/1989 - Amministrazione provinciale - Stato avanzamento pratiche convenzioni con società di servizi

00/00/1989 - Amministrazione Provinciale - I motivi ispiratori delle decisioni di affidare a società di servizi le progettazioni.

00/11/1989 - Nota amministrazione provinciale ai partiti sulle convenzioni alle società di servizi.

00/00/1989 - Gazzetta del Sud - Non sono ammessi trionfalismi sul decreto, ammonisce il PRI. Secondo il Pci, l’intervento è inferiore ai bisogni cittadini.

00/07/1989 - Gazzetta del Sud - A proposito di voci di attivismo affaristico - Battaglia: il gruppo della dc respinge impegni personali. 

21/07/1989 - Gazzetta del Sud - La convenzione con Bonifica - Il sindaco Aliquò davanti ai gruppi - Per fornire spiegazioni sul suo operato.

22/07/1989 - Gazzetta del Sud - Il sen. Zito diserterà la trattativa politica se non sarà annullato l’accordo con Bonifica.

28/07/1989 - Giornale di Calabria - Interrogazione del parlamentare socialista sulle convenzioni stipulate a Reggio con la società Bonifica. - Provvedimenti di annullamento sollecitati da Mancini.

00/00/1989 - Gazzetta del Sud - A vuoto la riunione della giunta - Non ancora disdetta la super-convenzione - Ieri incontro dei parti sul programma.

20/07/1989 - Giornale di Calabria - Socialdemocratici e decreto Reggio.

17/07/1989 - Associazione costruttori edili - Documento approvato dal consiglio direttivo.

08/07/1989 - Nota del Psdi al Sindaco

06/06/1990 - Il Sole 24 Ore - Amministratori succubi di Roma.

09/07/1989 - Per concordare una linea comune sui fondi del Decreto. - La convocazione del consiglio chiesta dai socialdemocratici.

31/10/1989 - Nota dell’avv. Paolo Romeo.

01/11/1989 - Gazzetta del Sud - Intervento dell’assessore socialdemocratico Paolo Romeo sul Decreto - E’ tempo di scelte e di decisioni - Dietro i silenzi si nascondono interessi particolari.

03/11/1989 - Giornale di Calabria - Si riunisce stasera il direttivo socialdemocratico - Il PSDI per Reggio: passare subito ai fatti.

10/10/1989 - Incipit della conferenza stampa del PSDI

11/10/1989 - Giornale di Calabria - Conferenza stampa del PSDI sul decreto Reggio - Utilizzare i flussi finanziari in un unico disegno di sviluppo - Definire un progetto prima della conferenza cittadina.

11/10/1989 - Gazzetta del Sud - Presentato alla stampa un progetto di idee - La ricetta socialdemocratica - Una proposta che non è contro la maggioranza.

22/10/1989 - Conferenza cittadina sulla legge 246/89 - Documento

19/01/1990 - Giornale di Calabria - Piena soddisfazione della giunta comunale per i risultati cui è pervenuta la stragrande maggioranza del Consiglio nel licenziare i progetti per Reggio. Battaglia: E’ stato sconfitto il partito di chi voleva demandare tutto a Roma.

16/01/1990 - Giornale di Calabria - Rispunta puntuale il partito trasversale.

24/01/1990 - Gazzetta del Sud - Dopo l’ultima seduta del Consiglio comunale sui lavori della legge 246 - Si è rotto il fronte dell’intesa - Lo scontro è sul numero dei consorzi da coinvolgere.

00/00/1990 - Il Sole 24 Ore - Sarà una società di servizi esterna gestire i 250 miliardi stanziati dallo Stato - Appalti a Reggio: il Comune boccia gli imprenditori locali.

13/06/1990 - Giornale di Calabria - Gli affidamenti delle opere da realizzare con la legge per Reggio - Nell’incontro con L’Ance confermato il no socialdemocratico al ricorso di strutture e servizi che possano condizionare l’autonomia del comune - Netta opposizione del PSDI ad ogni ingerenza romana - Essenziale il recupero di una gestione unitaria del Consiglio comunale.

15/06/1990 - Giornale di Calabria - La legge 246: il PSDI insiste sulla tutela dei professionisti locali - Ancora vaga la struttura di supporto.

11/05/1990 - Interrogazione del PSDI al sindaco di Reggio.

12/05/1990 - Gazzetta del Sud - Il gruppo del Psdi ha rivolto una interrogazione al sindaco - A quando le opere del decreto? .

15/06/1990 - Gazzetta del Sud - Interrogazione del sen. Tripodi - Decreto, ancora polemiche. La tutela degli interessi locali.

07/07/1990 - Giornale di Calabria - Legge per Reggio: sugli affidamenti delle opere il PCI denuncia interessi tra politici romani e grandi cavalli di Troia locali - La verità su fatti e persone che fanno chiudere il cerchio. Bugie e ritardi del sindaco Licandro - Reggio 90: volevamo mettere alla prova il tessuto dell'imprenditoria locale. Le ombre su Gava.

24/07/1990 - Giornale di Calabria - Il Psdi detta le proprie condizioni per la definizione degli assetti negli enti locali - No alle vecchie logiche di potere.

03/08/1990 - Nota del PSDI


13 Ottobre 1990 - Confederazione italiana degli esercenti commercianti

Attiveremo sul territorio della provincia di Reggio tutte le associazioni di categoria di area socialdemocratica. Una delle prime sarà l’associazione dei commercianti. Utilizzeremo il ruolo di Presidente dell’Inail esercitato da un componente la direzione nazionale del Partito, l’ing. Tommasini.

Infatti Gazzetta del Sud del 13.10.1990: “Inail - costruttivo incontro tra i sindaci della locride e il presidente nazionale - Se n'è parlato in un convegno della Cidec - L'Inail ed i nuovi servizi. «L'Azienda Inail ed i nuovi servizi» è stato il tema del convegno, svoltosi nella sede dell'Assindustria, organizzato dalla Cidec (Confederazione italiana degli esercenti commercianti).

I lavori sono stati introdotti dal consigliere regionale Paolo Romeo, che ha evidenziato ruolo e funzione della Cidec «organizzazione che in Calabria può e deve svolgere un'attività altamente positiva a favore di una categoria ingiustamente emarginata, ritenuta economicamente sufficiente e, molto spesso, bersagliata da un fisco inconcludente e vessatorio».

Ha quindi preso la parola il dott. Nestore D'Alessandro, responsabile provinciale della Cidec, il quale ha affermato che la Confederazione intende assumere «tutte le iniziative capaci di sostenere la categoria in un momento di grande tensione ed incertezza in vista anche dell'appuntamento europeo che vede gli esercenti ed i commercianti impreparati, vulnerabili e poco organizzati».

L'ing. Tomassini, presidente nazionale dell'Inail, ha evidenziato che tutta l'attività dell'ente è tesa a dare una pronta risposta a l'accresciuta sensibilità sociale nei confronti degli infortuni sul lavoro e di tutto ciò che di rischioso e patogeno è legato allo sviluppo dell'attività produttiva. Ha quindi sollecitato una collaborazione vasta ed articolata, un raccordo tra centro e periferia per un'attenta verifica sulla quantità dei servizi erogati all'utenza.

Nelle future logiche operative dell'Inail — ha concluso — inteso quale ente pubblico erogatore di servizi, vi è la necessità e l'urgenza di attivare le latenti sinergie del personale per recuperare quei livelli di efficienza e di produttività che, nel settore infortunistico, s'impongono in maniera ancor più pressante rispetto alle altre istituzioni.”


26 Ottobre 1990 - Convegno Vibo Valentia - “Etica e politica”

Ed ancora siamo al 26 ottobre del 1990 alle prese con un convegno nazionale su «Etica e politica».

La Gazzetta del sud: “II Psdi ora si rilancia. IL dibattito sarà aperto dall'on. Enrico Ferri. VIBO VALENTIA - II Psdi rilancia il suo ruolo in Calabria in un convegno in programma oggi pomeriggio al «501 Hotel» di Vibo Valentia, sul tema: «Etica e politica, per una terra da amare: la Calabria». Introdurrà Enzo Simonetti, assessore comunale di Francavilla Angitola ed aprirà il dibattito l'on. Enrico Ferri, deputato europeo. Previsti anche interventi dell'on. Paolo Bruno, sottosegretario di Stato alla Sanità, di Paolo Romeo, capogruppo al consiglio regionale e di Pino Tursi Prato, consigliere regionale.”


24 Novembre 1990 - Convegno Rende - “Calabria voglia di cambiare”

Il 24 novembre 1990 un nuovo convegno sul tema “Calabria voglia di cambiare”. Siamo a Rende Hotel San Francesco - Relazioni di Paolo Romeo e Tursi Prato - Presiede Mimmo Lo Feudo - Intervengono Enzo Morelli Segretario Regionale del Psdi, l’on. Paolo Bruno Sottosegretario di Stato, Concluderà l’on Filippo Caria Capo gruppo Psdi alla Camera.


28 novembre 1990 - Convegno Gioia Tauro - Cambiamento

Il 26 novembre 1990 siamo ad occuparci dei temi dell'ambiente, dei diritti del cittadino, della cultura, della lotta alla droga, all'immigrazione, dei problemi dello sviluppo e dell'occupazione.

Gazzetta del Sud del giorno 28 : “Gioia / Assemblea dei quadri socialdemocratici. Contro i condizionamenti del potere - GIOIA TAURO - Nei locali dell'Euromotel si è svolto un convegno di quadri dirigenti socialdemocratici del comprensorio della Piana di Gioia Tauro. Il segretario provinciale Chisari, nella sua relazione, ha posto in evidenza il successo conseguito dal partito nell'ultima competizione elettorale e l'impegno della struttura organizzativa che ha consentito di portare avanti l'attuale linea politica con il superamento dei vecchi condizionamenti di potere e «schierando tutta la socialdemocrazia della provincia dalla parte della gente" … Prendendo la parola, il consigliere regionale on. Paolo Romeo ha esortato i dirigenti socialdemocratici ad accogliere la pressante richiesta di cambiamento e di rinnovamento che proviene da ogni parte e di assumere nelle realtà locali comportamenti politici ed iniziative capaci di interpretare seriamente le esigenze ed il malessere, ormai generalizzato, dei cittadini. Paolo Romeo ha quindi annunciato la prossima inaugurazione di alcuni «centri dì iniziativa politica»”


12 dicembre 1990 - La direzione nazionale del Psdi a Reggio

Il risultato delle regionali del 1990 in Calabria era stato uno dei più significativi risultati del partito. Vi erano stati riconoscimenti di livello nazionale verso una struttura di partito che aveva resistito all’urto della scissione.

La direzione nazionale non mancò di valutare positivamente la fucina politica socialdemocratica che era sorta in Calabria e, quando venne sollecitata dal gruppo regionale a tenere una riunione di direzione nazionale in Reggio di Calabria, aderì senza indugi. 

Si trattava di dare un segnale forte agli altri partiti. Le ragioni della nostra collocazione alla opposizione al Comune di Reggio ed alla Regione Calabria erano condivisi dall’intero partito. 

Il Psdi calabrese ed i suoi rappresentanti nelle istituzioni sono sostenuti dall’intero partito ed insieme lavoreranno per elaborare un pacchetto di proposte per lo sviluppo e contro la criminalità da sostenere con una serie di iniziative anche di natura legislativa. 

E quella riunione della direzione nazionale si tenne a Reggio Calabria, al palazzo dell’amministrazione provinciale. Vi erano tutti i vertici del partito, tutta la direzione Nazionale, tra cui con l’on Preti, l’on. Nicolazzi, l’on. Ciampaglia, guidati dall’onorevole Cariglia, segretario del partito, e tutti i ministri e sottosegretari del PSDI dall’onorevole Vizzini, all’on. Facchiano, a Madaudo e così via. 

Una delegazione della direzione guidata dall’on. Cariglia ebbe una serie di incontri con tutte le forze politiche ed istituzionali nella città. 

La Gazzetta del Sud del 12/12/1990: “Programmata una serie di incontri presenti i ministri Facchiano e Vizzini. Oggi in città il Governo del Psdi. La direzione Nazionale del Psdi, che si riunisce oggi nella nostra città, inizierà i suoi lavori alle ore 9,30 in un salone dell’amministrazione provinciale. Alle ore 10,30 è prevista una conferenza stampa cui farà seguito un incontro con il presidente della Provincia, con il sindaco, e con i presidenti dei comitati dei sindaci dello Jonio e del Tirreno. Alle ore 12, la Direzione si recherà al palazzo di giustizia, dove si intratterrà con i vertici della magistratura e dell’associazione nazionale magistrati. Successivamente, i dirigenti del Psdi si recheranno in visita ufficiale dal prefetto ed alle ore 13,30 è previsto l’incontro, a palazzo San Giorgio, con l’ufficio di presidenza del consiglio regionale ed il presidente della giunta. Sempre nel corso della mattinata il ministro ai beni culturali, Facchiano, terrà una riunione al Museo alla quale parteciperanno l’assessore regionale Guido Laganà e gli assessori provinciali e comunali alla cultura di Reggio, Catanzaro e Cosenza. Il ministro della marina mercantile, Vizzini, sarà presente alla capitaneria di porto ed in quella sede saranno affrontati i problemi di gestione del porto di Saline, nonché quello della polifunzionalità del porto di Gioia Tauro. Al Ministro verrà prospettato l’aspetto rilevante che riguarda la catalogazione del porto di Gioia Tauro che, pur essendo la struttura portuale più rilevante del nostro Paese, quanto alla capacità di ricovero di navi di grosso tonnellaggio, è stata recentemente classificata di quarta categoria, come un piccolissimo porto turistico. In merito ai lavori della Direzione ed ai temi che dovrà trattare, l’esecutivo provinciale del Psdi ha approvato un documento in cui si afferma che questa riunione testimonia l’impegno di tutti i socialdemocratici a favore della Calabria. Di una Calabria che vive una condizione di grave emergenza e di una provincia che sembra sprofondare sempre più in una forma di disgregazione politica, sociale ed anche morale. L’esecutivo provinciale è convinto che l’enorme massa di denaro spesa in Calabria attraverso l’intervento speciale, non ha mai prodotto sviluppo e non è mai stata finalizzata all’occupazione perché condizionata dalla grande economia nazionale, dai sistemi verticistici di gestione e dai potentati pubblici e privata. Il mancato sviluppo, la disoccupazione, il degrado morale, l’invasione dilagante delle imprese generali e delle società di servizio, e la criminalità organizzata, rappresentano la faccia di un medesimo problema. Un problema che va affrontato globalmente e definitivamente con provvedimenti ordinari, costanti nel tempo e mirati all’occupazione ed allo sviluppo chiedendo definitivamente un'epoca che ha prodotto sperperi, facili guadagni, sudditanza alle scelte romane, corruzione e malaffare.”