1986

I PIANI DI RECUPERO

Le delibere dei Piani di Recupero


Correva l’anno 1986, Paolo Romeo era assessore con delega all’urbanistica del comune di Reggio Calabria. 

Il governo dello sviluppo del territorio doveva fare i conti con la legge 47.85 (condono edilizio) che tentava di porre un punto fermo sul fenomeno dell’abusivismo edilizio che in particolar modo aveva interessato e Reggio Calabria con oltre 20.000 domande di sanatoria che erano pervenute. 

Si trattava di organizzare la ricezione delle domande, gestire le istanze di completamento lavori oltre alle istanze di rilascio di nuove concessioni edilizie. 

Ma ciò rappresentava l'ordinaria amministrazione mentre più importante era cogliere l'opportunità che quella legge ci offriva per rendere operativo il PRG. 


Infatti il 15 marzo del 1968 veniva affidato l’incarico al prof. Quaroni Ludovico per la redazione del Piano che veniva approvato dal Consiglio Comunale il 25 marzo 1970. In quella seduta consiliare si deliberava anche di impegnare l’Amministrazione Comunale a formulare, entro i tempi previsti dalla normativa, i programmi biennali di attuazione del Piano ed i Piani Particolareggiati necessari per assicurare la continuità ed organicità, nel rispetto del nuovo assetto urbanistico.


Per tanti anni, anche a causa delle travagliate vicende della delibera di approvazione del PRG, non si era più parlato di Piani Particolareggiati.


E’ così che, dopo la approvazione del PRG del 6 maggio 1985 da parte della Regione Calabria, e dopo laboriosi incontri con gli ordini professionali reggini, vengono predisposte alcune delibere quadro che prevedono criteri e modalità attraverso cui affidare a liberi professionisti la redazione dei Piani di Recupero previsti dalla legge 47/85. 


La Giunta Comunale nella seduta del 30 dicembre del 1985, su proposta dell’assessore all’urbanistica, approvava quattro delibere:


La delibera n. 5680 avente ad oggetto: “Indagine conoscitiva per l’acquisizione di dati necessari alla predisposizione del Piano Particolareggiato del Centro storico e zone adiacenti” con la quale si stabiliva di dare incarico con delibera successiva a 42 professionisti per la redazione di un piano esecutivo e di dettaglio del Centro storico e zone adiacenti e si regolamentavano tutti gli interventi a livello planimetrico, di prospetto, di altezza, di colore degli stessi edifici definendo i profili regolatori su ogni singola strada.


La delibera n. 5681 avente ad oggetto: “Legge 28.02.1985 n.47: indagine geomorfologica sul territorio del Comune di Reggio Calabria ai sensi dell’art. 13 l. 64/02.02.1974.”

Le indagini geologica e geomorfologica previste come obbligatorie dalla legge del 1974 erano propedeutiche alla elaborazione dei Piani di Recupero e, quindi si delibera di dare incarico, con successivo atto, a quattro professionisti per l'elaborazione delle relative cartografie.


La delibera n. 5682 avente ad oggetto: “Indagine conoscitiva nei settori: Viabilità e trasporti; b – Servizi e strutture sociali attrezzature pubbliche o di uso pubblico; c -  attrezzature ricettive e reti di vendita; d – rete dei servizi canalizzati – verde.”  Veniva previsto l’incarico a sedici liberi professionisti per i piani di settore quali strumenti di supporto per la elaborazione dei Piani di Recupero previsti dall’art. 29 della legge 47/85.


La delibera n. 5691 avente ad oggetto: “Legge 28.02.1985 n. 47: affidamento incarico per redazione piani di recupero ai sensi dell’art. 29”.  Essa, sul presupposto che l’abusivismo aveva intaccato estensivamente quasi tutto il territorio comunale suddivide il territorio comunale in dieci aree omogenee e prevedeva di affidare l’incarico a cinque professionisti per ciascuna area per la redazione delle varianti di recupero urbanistico ai sensi dell’art. 29 L.47/85.


L’iniziativa con i quattro provvedimenti comprendeva una doppia operazione: rilevare l’esistente e pianificare nell’ottica di recuperare.  


Avremmo ottenuto così la redazione dei Piani Particolareggiati contestualmente alla sanatoria degli abusi recuperabili rimodulando i parametri urbanistici. 


Il rilascio di regolari concessioni alla edificazione privata e/o pubblica in mancanza dei piani di recupero, e quindi di una ridefinizione della destinazione delle superficie conseguente alle operazioni di risanamento, complicava sempre di più l’opera di ri-pianificazione territoriale. 


Era un'attività legittima ma certamente si operava sulla base di un PRG depotenziato, vanificato per il venir meno dello stato di fatto su cui poggiava la originaria pianificazione.


L’assunzione di quelle delibere approvate dalla Giunta presieduta dal sindaco Mallamo contenevano una lungimirante visione dello sviluppo del territorio che verrà chiamato ad importanti insediamenti di opere pubbliche. 


Era nello stesso periodo che venivano incaricati professionisti per redazione del progetto mirato del versante calabrese dello Stretto che rappresentava una attualizzazione delle logiche del vecchio PRG in una dimensione provinciale e di area vasta, quello dello Stretto. 


Il 21 dicembre del 1985 veniva stipulato il protocollo d’intesa tra il Ministero dei Trasporti ( Signorile), l’Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato (Rizzotti), Regione Calabria (Principe), Comune di Villa San Giovanni (Delfino) e Comune di Reggio Calabria (Mallamo)  con il quale si impegnano di assumere nei loro rispettivi programmi di interventi per l’Area metropolitana calabrese dello Stretto di Messina l’obiettivo di assicurare il riordino armonico e lo sviluppo del trasporto pubblico.

Sempre nel gennaio del 1985 era stato approvato dal Comune, delibera 339/85, il “QUADRO COMPLESSIVO DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO MIRATO AREA METROPOLITANA CALABRESE DELLO STRETTO”.


La mancata approvazione delle delibere ha comportato l'approvazione di una serie di delibere di variante al PRG per la localizzazione delle opere pubbliche tra cui, nel 1989 la localizzazione del Palazzo di Giustizia (del. N. 666 del 22/03/1989), la localizzazione del Centro Direzionale (del 667 del 22/03/1989), la localizzazione del Provveditorato agli studi e degli Uffici dell’Amministrazione Provinciale (del. 668 del 22/03/1989), localizzazione del Liceo Scientifico “Volta” (del. 669 del 22/03/1989), localizzazione sede INPS (del. 670 del 22/03/1989), localizzazione strutture socio sanitarie in località Ciccarello (del. 671 del 22/03/1989), localizzazione strutture socio sanitarie nell'area dell’ex Caserma Borrace (del. 672 del 22/03/1989), e poi tutte le opere previste dal Decreto Reggio.


Anche le scelte degli interventi da realizzare con la Legge 64 e con i Fondi FIO verranno operate in variante al PRG.


Ma veniamo alle delibere approvate dalla Giunta nel dicembre del 1985 per capire quale esito hanno avuto e per quali reali motivazioni.


Le delibere, all’epoca, perché divenissero esecutive dovevano essere approvate dal CORECO, organo di controllo degli atti amministrativi. I componenti di questo organismo regionale, istituito nelle tre province, venivano nominati dal Consiglio Regionale ed obbedivano a rigorose logiche di spartizione politica e correntizia. 

I consiglieri del CORECO di Reggio Calabria erano indicati dai consiglieri regionali eletti nella provincia ed appartenenti ai vari partiti di maggioranza e di opposizione. Poi vi erano pure i funzionari regionali distaccati in questi uffici che obbedivano alle stesse logiche. L’organismo rappresentava un centro di potere capace di condizionare le amministrazioni locali sicché gestiva le scelte amministrative che, spesso, obbedivano a logiche  clientelari. 


Gazzetta del Sud l’1 ottobre del 1986 

Nel recente incontro - dibattito che si è svolto all’Excelsior – Il Rotary sveglia l’attenzione sui grandi problemi della città – Presenti il sindaco Mallamo e gli assessori ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica, Licandro e Romeo, si è parlato fra l’altro di metano, rifiuti e del Progetto Mirato. “l’assessore all’urbanistica ha ricordato come il PRG sia stato inseguito da ben trentadue ricorsi al TAR, per cui si presume che sarà ancora una volta ritardata la sua attuazione, poiché potranno aversi delle dichiarazioni di illegittimità. L’amministrazione comunale - ha continuato Romeo - ha ritenuto di suddividere il territorio cittadino in dieci piani, ma siamo fermi perché il CORECO ha bocciato le delibere per mancanza di copertura finanziaria delle stesse, bocciando, inoltre, il bilancio approvato ultimamente. Pertanto, fra qualche giorno, il Consiglio Comunale dovrà riunirsi per esaminare e approvare nuovamente il documento.”


Ed ancor prima Gazzetta del Sud del 26 novembre 1985

Incontro con Romeo – Territorio e PRG, architetti ed assessore a confronto – I rappresentanti dell’Ordine degli architetti si sono incontrati con l’assessore all’urbanistica, Paolo Romeo, nei locali dell’assessorato alla presenza dei funzionari dell’Ufficio tecnico. Gli argomenti trattati hanno riguardato il rinnovo della Commissione edilizia, lo stato di precarietà del Piano Regolatore generale, la problematica legata ai vincoli aeroportuali, l’organizzazione tecnico-politica da attuare rispetto alla legge sul condono edilizio, lo snellimento dell’approvazione delle pratiche tecnico-urbanistiche e l’esigenza di una codificazione dell’interpretazione del regolamento e del funzionamento della commissione edilizia. L’assessore ha confermato la propria disponibilità operativa e l’attenzione per i problemi della città e del suo territorio.”


Era accaduto che il solerte funzionario del CORECO, segnala, come da prassi, le delibere in questione al consigliere regionale di riferimento per avere il consenso per una positiva istruzione delle stesse. Riferisce al suo dante causa l’oggetto delle delibere che prevedono la nomina di ingegneri ed architetti per la redazione dei piani previsti. Dall’altra parte del telefono con tono sarcastico gli viene richiesto se figurava suo figlio tra i tecnici e ricevendo risposta negativa, altrimenti non poteva essere trattandosi di delibere quadro, gli intima di esprimere parere contrario adducendo una plausibile ragione. Il CORECO boccerà le delibere assumendo che erano prive di copertura finanziaria. La circostanza la apprendo dal rappresentante del mio partito al CORECO a cui avevo chiesto conto dell’assurdo provvedimento che non teneva conto del fatto che non era richiesta alcuna copertura finanziaria nel bilancio perché tanto doveva essere fatto al momento in cui venivano affidati gli incarichi professionali ed era quindi possibile determinare la spesa.

Mi farò carico di riproporre le stesse delibere in giunta nei mesi successivi che coincidono con la apertura della crisi della giunta Mallamo


Verranno trasmesse nuovamente al CORECO che li boccerà per la seconda volta.


Poi lascerò l’assessorato ed è così che svanirà quella iniziativa.


I danni derivanti alla comunità dalla mancata approvazione di quelle delibere è enorme.  La responsabilità ancora una volta è da imputare ad un sistema politico ed amministrativo fondato sul clientelismo e sull’affarismo.