1981

LA POLITICA REGGINA

INDICE:







Il ruolo subalterno del sistema politico di Reggio


Il ruolo subalterno del sistema politico di Reggio ha costituito un tema di prova nel processo n. 16.95 R.G.ASS., stralcio Olimpia, che vedeva imputato l’avv. Paolo Romeo


Numerosi furono i testi indicati perché riferissero sulle seguenti circostanze:

Al fine di avere un quadro più puntuale del sistema politico locale, in quella sede venivano prodotti ed acquisiti i seguenti documenti:

Attraverso la rassegna stampa riguardante l’attività politica relativa al territorio provinciale venivano individuati i personaggi che avevano svolto attività.

Attraverso l’indice dei nomi era possibile risalire all’articolo di giornale che riferiva dell’attività svolta.


Si riportano di seguito alcuni brani delle dichiarazioni dei seguenti testi:


BATTAGLIA PIERO - Udienza del 11 dicembre 1997

La subalternità di Reggio

AVVOCATO ZOCCALI:

Nel dibattito politico cittadino veniva denunciato spesso il ruolo subalterno che esercitata il sistema di potere locale rispetto a quello esercitato dalle altre Provincie Calabresi, sia nell’ambito regionale, sia nell’ambito nazionale. Vuole chiarire cortesemente il senso di tale denuncia e dirci come si manifestava tale condizione di subalternità?

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Ebbene…La Provincia di Reggio è periferica geograficamente rispetto alle due altre Province. Adesso sono cinque Provincie, ma allora erano tre Province. Le due Provincie contigue erano Cosenza e Catanzaro. Gli uomini che nell’immediato dopoguerra, avevano un peso, sotto il profilo anche della lotta fatta al fascismo… di tradizioni di famiglie, erano a Cosenza e a Catanzaro. Più a Cosenza dico. Che a Catanzaro. A Cosenza c’era Fausto Gullo del Partito Comunista che fu Ministro con Badoglio. A Cosenza c’era Pietro Mancini, il padre di Giacomo Mancini. A Cosenza poi c’era Antoniozzi prima di Misasi. A Catanzaro c’era Foderaro. A Cosenza c’era Cassiani. Erano uomini che sia sul piano diciamo della rappresentatività sia sul piano del potere, dobbiamo dire questa Regione era la Regione che conosceva un rapporto di potere. Non conosceva altri rapporti. Erano molto forti, per cui mietevano e.. ehm.. preferenze della Provincia di Reggio Calabria che era larga. Generosa verso gli uomini politici delle sue altre Province. Quando Cassiani è il Ministro delle Poste, ecco giuro un esempio. Eh! le Poste allora erano le Poste: assunzioni, portalettere, d’altro a clientela. Parliamoci in termini molto chiari. Veniva dalla Provincia di Reggio. Cassiani nelle elezioni del 1948 ebbe undici mila preferenze nella Provincia di Reggio Calabria. Undici mila preferenze, un... un reggino …( … non se li sognava di andare a prenderle in Provincia di Cosenza. Per cui nella sommatoria delle preferenze scattavano sempre loro. Ci fu un anno, solo il ’48, quando la DC nel paese prese il cinquanta... quasi il cinquanta per cento, che Reggio riuscì ad esprimere tre Deputati della Democrazia Cristiana e un Senatore. I Deputati erano Spoleti, Murdaca e Italo Greco. I Senatori... era praticamente della... per Provincia era Calauti della Provincia, di Siderno. 


Nel 1979 gli elettori della provincia di Reggio votano i loro candidati

Il resto si deve ripetere e poi dirò il perché, nel ’79 quando la rivolta aveva fatto prendere coscienza alla Città di Reggio Calabria. La città di Reggio Calabria capì anche se sconfitta che non poteva più di lapidare il suo patrimonio politico, il suo patrimonio elettorale. Per cui bisogna avere... io sono stato un grande sostenitore su questo argomento e ho votato a piene mani l’amico On.le Ligato. Quando lui portò avanti la filosofia che al di qua del Mesima, il Mesima è il fiume che divide la Provincia di Reggio da quella di Catanzaro. Oggi Vibo Valentia, praticamente bisogna ricostruire… bisognava ricostruire una dignità politica e su questo, nel ’79 noi siamo riusciti ad avere tre Deputati e Due Senatori nella città di Reggio Calabria, fu l’On.le Vincelli che fu Senatore nella città di Reggio Calabria e l’altro Senatore che era praticamente Fimognari di Locri e i tre Deputati furono: Ligato, Quattrone e Laganà. Però fu una parentesi. fu una parentesi è il sistema era sempre un sistema confessano di potere per cui questi uomini pur avendo avuto il suffragio non hanno poi recitato un ruolo nel Governo del Paese. Per cui si esaurì nell’83 questa... questa fiammata diciamo di orgoglio della Provincia di Reggio Calabria.


Le grandi opere pubbliche venivano scelte sulla testa delle istituzioni

AVVOCATO ZOCCALI:

On.le dopo gli anni della rivolta la gestione degli investimenti per le grandi opere pubbliche nella Provincia di Reggio Calabria resero più forte la classe politica locale?

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Ma io dico che la resero più debole perché le grandi opere pubbliche venivano decise sulla testa degli enti istituzionali della Provincia di Reggio Calabria. E quando parlo degli enti istituzionali, parlo della... Comune e dell’Amministrazione Provinciale. Ama la stessa Regione che non ha mai espresso un Presidente di Giunta di Reggio Calabria. Mai. Sono ormai venti... diciassette anni che c’è la Regione. Non ci è stato mai un Presidente…

AVVOCATO ZOCCALI:

Ventisette anni…

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Venti sette anni. Chiedo scusa. Ventisette anni non ci è stato mai un Presidente eppure penso che …i valori della Provincia di Reggio li abbia anche espressi a livello del Consiglio Regionale ma i giochi erano quelli. Arrivavano questi finanziamenti sulla testa degli enti. 


Cosa gestiva il comune di Reggio

il Comune di Reggio Calabria a mala pena andava a gestire il suo asfittico bilancio e faceva quello che poteva fare l’ordinaria amministrazione e manutenzione. Non riuscendo nemmeno a fare la manutenzione.


I soggetti attuatori delle grandi opere nella provincia di Reggio Calabria

AVVOCATO ZOCCALI:

Quindi On.le i soggetti attuatori delle grandi opere realizzate a Reggio nel suo hinterland Provinciale. Mi riferisco al Porto di Gioia Tauro, alla Liquichimica, al raddoppio del binario ferroviario, Villa San Giovanni - Melito, al porto di Bova, alla diga sul Menta, alla diga sul Metramo. Ai lavori fatti dall’ANAS e dall’ENEl, all’ASI.. e così via, da quello che Lei ha detto la gestione di questi lavori non apparteneva né al Comune di Reggio Calabria né alla Provincia ma vi erano altri centri decisionali che determinarono questi flussi finanziari e che quindi considerare anche la politica locale?

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Il porto di Gioia Tauro che oggi diventa un fatto importante dopo ventisette anni. Il porto di Gioia Tauro è stato deciso sugli interventi straordinari e sulla legge sessantaquattro e né Comune di Gioia Tauro, né l’Amministrazione Provinciale di Reggio, né il Comune di Reggio hanno mai messo il dito. è stato gestito inizialmente sulla legge sessantaquattro e anche dall’area... dall’area di sviluppo industriale che nel frattempo era diventata area di sviluppo industriale…

AVVOCATO ZOCCALI:

Lei sa… chiedo scusa se la interrompo sul punto On.le

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Prego 

AVVOCATO ZOCCALI:

Lei sa quanto è costata l’opera per la costruzione del Porto di Gioia Tauro?

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

No, questo non lo so perché per la verità perché io non è che abbia avuto... so che è costata centinaia di miliardi, questo lo so ma no che... siccome mi sono impegnato in un giuramento che ho fatto di dire le cose che so. Se non lo so, non posso dire. So attraverso le informazioni giornalistiche che è costata centinaia di miliardi. La diga sul Menta... tutte queste opere sono state fatte con l’intervento straordinario, con appalti che non si sono fatti a Reggio Calabria. L’unico appalto in parte che è stato fatto in parte nella regione Calabria è il porto di Bova. Là la Regione Calabria ma non mai dal Comune o dalla Provincia di Reggio Calabria di tutte le opere che Lei ha elencato poco fa nel porre la domanda.


Le crisi cicliche negli enti locali dopo le elezioni politiche

AVVOCATO ZOCCALI:

Grazie. Può indicarci... dunque... Lei ha seguito nell’arco della sua carriera politica il frequente ripetersi di crisi negli enti locali. Può indicarci le ragioni per le quali tali crisi si verificavano quasi puntualmente dopo le elezioni politiche?

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

E ma… quando ci sono le elezioni politiche e i risultati sono magari diversi da quello che uno ipotizza, c’è un contraccolpo. E il contraccolpo diciamo più immediato è sempre nelle Amministrazioni più deboli. L’Amministrazione più debole di tutte quelle era il Comune, per cui se il risultato delle elezioni politiche confermava la vittoria dei partiti che erano... che esprimevano la maggioranza al Comune, allora il Sindaco e la Giunta stavano tranquilli. Se il risultato era un risultato zoppo o quantomeno deludente per i partiti che esprimevano la maggioranza si apriva una discussione che quasi sempre portava ad una crisi istituzionale. 


Il travaglio politico per la soluzione delle crisi 

E quindi poi per risolvere le crisi che cosa si verificava? Si verificava attraverso le interpartitica, il partito di maggioranza relativa, che è quasi sempre la … assumeva l'iniziativa e convocava i partiti che nell’arco nazionale erano considerati i partiti alleati. Cioè il centro sinistra, per esempio, il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialista Democratico, il Partito Repubblicano, il Partito Liberale fino al 1977 la cosa.. andarono così. Nel ’77 quando ci fu il primo esperimento del consociativismo, a livello nazionale, questa iniziativa si allargava anche all’allora Partito Comunista Italiano, ma prima veniva circoscritto nell’ambito dei partiti del cosiddetto Centro Sinistra. 


AVVOCATO ZOCCALI:

E quando On.le a seguito di queste interpartitica si superava la fase di crisi e si decideva il varo di una nuova Giunta? Con quale criterio veniva operata la scelta degli Amministratori che dovevano gestire quella coalizione?


INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Nelle Interpartitica, oltre ad un bozza di programmi, si stabiliva chi dovesse essere il Sindaco e poi si stabilivano quanti Assessori alle varie parti politiche. Ogni partito politico all’interno della propria autonomia, sceglieva poi i nomi che dovevano essere indicati per essere eletti nella Giunta. I le posso dire del mio partito ma di altri partito non conosco 


AVVOCATO ZOCCALI:

Il suo partito è la Democrazia Cristiana? 


INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

E’ risaputo quindi perché detto.. il mio partito distribuiva le presenze della Giunta in base anche ad una... un equilibrio di correnti che purtroppo erano numerose all’interno del partito e si esprimevano. Chi non entrava in Giunta aveva qualche altro incarico. Cioè si veniva attraverso travagli, ecco posso dire a volte pesanti, faticosi. Però travagli che avvenivano nell’ambito dei partiti politici che erano i canali ai quali diciamo si attingeva per avere … per andare le spinte, per andare poi in sede istituzionale. 


La provincia di Reggio non ha mai espresso un Ministro nel dopoguerra

AVVOCATO ZOCCALI:

Può dirci On.le quali le ragioni politiche dal .. 1979 al 1992 , e stiamo parlando di ben quindici Governi Nazionali che si sono succeduti in questo periodo nessuno dei quattro Ministri che la Calabria come Regione ha espresso, erano della Provincia di Reggio Calabria? 

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Ma… le ragioni. Io posso dire che noi abbiamo avuto come sotto segretario. Ministri non ne abbiamo avuto nella Provincia di Reggio Calabria. Abbiamo avuto come Sottosegretario prima Vincelli ai Trasporti e poi Quattrone che è stato alla salita. Alla funzione pubblica e .. quindi non mi ricordo… e al lavoro. Ritorniamo al discorso. Cioè la Provincia di Reggio era debolissima. Io ricordo che per ottenere la legittima richiesta la conferma della legittima richiesta a favore dell’On.le Vincelli, io che ero Sindaco in carica, assieme al Segretario Provinciale dovevamo andare a fare anche i bivacchi a Roma, per cercare che all’ultimo momento non fosse depennato il nome dell’On.le... cioè ad avere almeno una presenza diciamo anche se di serie “B” nel Governo. Evidentemente all’interno dei partiti, il nome delle altre Provincie avevano una capacità di rappresentanza e anche diciamo un peso che gli uomini della Provincia di Reggio non avevano.


Perché è breve la vita politica del parlamentare reggino

AVVOCATO ZOCCALI:

E Lei può spiegare le ragioni per le quali nessun parlamentare reggino è stato riconfermato per più di tre legislature consecutive a differenza di quanto avveniva invece a Catanzaro e Cosenza dove vi è una militanza lunghissima. 

INTERROGATO (BATTAGLIA PIETRO):

Io c’ho... se mi consente Avvocato Zoccali su questo argomento c’ho le mie personali ipotesi. Questa nostra Provincia e questa nostra città, è un città... una Provincia che nell’arco della sua storia ha subito fenomeni naturali a cominciare... a concludersi con il terremoto del 1908, con le alluvioni per cui questa città, pur essendo anche tra l’altro una città di mare, è l’unica delle tre, ora che Vibo Valentia, c’è... parlavo della storia di allora che era una città aperta. Cioè con una mentalità che era non provinciale. Mi permetto di dire che il provincialismo di Cosenza e di Catanzaro era la Forza di Cosenza e di Catanzaro. Era il cemento di Cosenza e di Catanzaro. Cioè là la classe dirigente appartenente a qualsiasi sfaccettatura di livello istituzionale era una classe di certo unità. Qui da noi, no. per cui, che cosa si verificava? Che quando veniva eletto un Deputato, il Deputato che non ha potere che vuole fare il deputato, come ho cercato di farlo per una legislatura …(Incomprensibile perché le parole non sono scandite)… seconda, non ci sono riuscito e sono stato il primo dei non eletti. E non avendo in una realtà sociale che è quella di degrado sotto il profilo economico sociale e mi... sia consentito anche di natura culturale, non avendo questo cemento della Civitas, della città noi praticamente eravamo tagliati fuori. Per cui un Deputato che non aveva potere e non poteva dare risposte alla gente era un Deputato che nella prima volta veniva votato con entusiasmo, nella seconda volta passava alla verifica dei fatti. E i fatti non erano positivi e non c’era un consuntivo positivo. Per cui era difficile soprattutto… soprattutto la seconda elezione era difficile, difficilissima la seconda elezione. Cadevano quasi tutto nella seconda elezione come sono caduto io. Perché al di là dei miei interventi, delle commissione anche in aula e modestamente, non ho potuto dare posti all’ENEL, posti in… in altri posti, non ho potuto assumere in… (Incomprensibile perché le parole non sono scandite)... per cui era difficile praticamente potere essere rieletto. 



ZAVETTIERI SAVERIO - Udienza del 16 luglio 1998

Il potere politico storicamente consolidato a Catanzaro e Cosenza

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta On.le, può indicarci i referenti del sistema di potere politico regionale degli anni ’80, il loro sistema di alleanze e le loro evoluzioni? In sintesi, brevemente. 

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

Io per la verità, in questa mia esperienza, ho conosciuto il sistema politico, non il sistema di potere politico. Che poi il sistema politico produca potere è un altro discorso, ma non è che tutto il potere è di emanazione politica, che c’è un sistema di potere che è derivato di… di… di altri fattori; per quanto riguarda diciamo il sistema politico calabrese, mi pare che tutti sanno chi erano le… le espressioni più consolidate, storicamente più consolidate, alcuni esprimevano addirittura diciamo delle generazioni di politici, non dico delle famiglie, e si trovano a Catanzaro e si trovano a Cosenza.

Le ragioni della precarietà del sistema politico a Reggio Calabria

La stessa cosa non si riscontra a Reggio Calabria, dove mi pare che ci sia stato un turnover assai accelerato, cioè i parlamentari di questa provincia, nei vari partiti di governo e di opposizione, duravano al massimo due legislature, una legislatura o due legislature. A dimostrazione che non esisteva un potere politico consolidato, che non aveva in alcune espressioni presenti nelle altre province, per esempio il sistema creditizio, la Carical o l’ente di sviluppo agricolo, questi grandi enti gestionali, diciamo possibilità di consolidamento e quindi di durata. E questo ovviamente determinava l’incidenza minore della politica o dei rappresentanti politici della provincia di Reggio rispetto ad altre situazioni assai consolidate o più consolidate. Per il peso nazionale che esercitavano diciamo come uomini di governo, per il controllo di alcune strutture istituzionali, controllo lecito, legittimo di alcune strutture istituzionali che avevano in Calabria, c’è un solo elemento che, credo, possa esprimere l’equilibrio dei poteri e dei ruoli in Calabria. Con l’istituzione delle regioni, cioè col ’70, sostanzialmente c’è stato un forte trasferimento di potere dal centro alla periferia, dal Governo e dallo Stato alla Regione, in cinque – in sei legislature non c’è stato né un Presidente di giunta né un Presidente di consiglio regionale espresso dalla provincia di Reggio che pure era una delle tre provincie, perché gli equilibri, a livello regionale, venivano determinati nel rapporto, nel confronto – scontro fra il sistema politico, per usare un termine caro all’avvocato Tommasini, della provincia di Cosenza e il sistema politico della provincia di Catanzaro. 

I referenti del PSDI calabrese 

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta On.le, ricorda chi erano gli uomini politici del PSDI calabrese che partecipavano ed incidevano nelle trattative politiche regionali dai primi anni ’80 al 1989? 

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

Se non ricordo male il PSDI, storicamente in Calabria, ha espresso un deputato nazionale, che mi pare in quel periodo fosse l’On.le Belluscio. E storicamente ha espresso due consiglieri regionali, inizialmente Catanzaro e Reggio, successivamente Cosenza e Reggio. Quindi, mi pare che dovrebbero essere necessariamente, o meglio naturalmente, l’On.le Belluscio ed i due consiglieri regionali. 

La scissione dell’UDS dal PSDI

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, nel 1989, a livello nazionale, dopo un tentativo di annessione del PSDI al PSI, una consistente parte del PSDI, costituita in UDS, Unione Democratica Socialista, confluisce nel PSI. Ricorda tale vicenda? 

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

Sì. La ricordo, ma è stata una vicenda politica, non si trattava di annessione. C'era Partito Socialista che portava avanti la politica di unità socialista che si è rivolto al Partito Socialdemocratico, fratello e vicino per un’operazione di unità socialista. Legittimamente la maggioranza di questo partito, del PSDI, non ha accettato questa proposta, e ha combattuto una sua battaglia di autonomia. Altri settori minoritari dell’allora PSDI, confluirono nel Partito Socialista, sia a livello nazionale che in Calabria. 

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

Se Lei mi chiede i nomi a livello nazionale mi pare che capofila di questa operazione politica è stato l’On.le Romita, che è stato ministro, assieme all’On.le Ciocia, che era vicesegretario del PSDI. E a livello regionale, in consigliere regionale, o meglio l’assessore Mallamaci, defunto, e consigliere regionale De Nitto, se non ricordo male. 

Il ruolo di Romeo nel sistema politico calabrese

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta On.le, per quanto di Sua conoscenza l’avvocato Romeo, nel contesto politico ed istituzionale da Lei tracciato fino ad ora, quale ruolo ha esercitato nel sistema politico istituzionale calabrese? Secondo Lei, secondo le Sue conoscenze.

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

Mah, non è facile personalizzare, nel senso che il PSDI aveva un ruolo secondario, cioè il PSDI in Calabria aveva un ruolo secondario non per carenza di uomini o di capacità, ma perché i due partiti maggiori, cioè la Democrazia Cristiana ed il Partito Socialista, erano largamente autosufficienti per le maggioranze negli enti locali. Quindi, il PSDI era comunque una forza aggiuntiva. Non credo che l’On.le Romeo, a meno che non avesse diciamo delle doti eccezionali, potesse avere un ruolo maggiore del suo partito. Era comunque un ruolo di scarso rilievo, non legato alla persona ma legato ad una condizione politica, per così dire, minoritaria rispetto agli altri. – 

Il sistema politico reggino era debole e disgregato

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta On.le, dal 1980 al 1992 si sono succeduti, al governo della città, dieci sindaci ed un commissario. Sa indicarci le ragioni di tale instabilità politica ed amministrativa nel sistema di potere politico reggino? 

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

Mah, intanto il sistema politico reggino era debole e disgregato proprio per quel turnover al quale io mi riferivo prima. Cioè, non c'era una classe dirigente consolidata e stabile. Quindi, aveva… c'era una debolezza intrinseca, c'era un interesse degli altri partiti a livello regionale ad indebolire Reggio che veniva utilizzata come serbatoio elettorale. 

Il rapporto di soggezione dei reggini rispetto alle altre province

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

Perché i ruoli politici primari. A livello dei partiti, dei grandi partiti, erano espressi da Catanzaro e da Cosenza. In più era un serbatoio di voti. 

INTERROGATO (ZAVETTIERI SAVERIO):

In più a… tant’è che erano i voti delle altre provincie che poi determinavano l’eletto, in particolare nella DC, e tradizionalmente nel PSI fino al 1983, per la verità espressi dalle altre provincie, quindi c'era un rapporto di soggezione dei reggini rispetto alle altre province. Ma c’è di più: io, che mi sono occupato poco delle vicende del capoluogo, ma non per disinteresse ma per una scarsa presenza nelle istituzioni reggine essendo, per così dire, esterno alla politica non avendo presenze in quanto provenivo direttamente dal sindacato, 

La coincidenza delle crisi con le visite dell’antimafia

ho segnato queste vicende delle crisi con le visite periodiche dell’Antimafia in questa provincia, nel senso che in ogni occasione elettorale importante, comunale, regionale o nazionale, c'era sempre una visita dell’Antimafia stranamente a Reggio Calabria, dove esistevano dei teoremi, istituzioni politica – mafia, affari politica – mafia, e poi c'era gente interessata come qualche pentito ebbe a dichiarare in qualche processo, delle altre provincie interessate a tenere l’Antimafia lontana, per esempio da Cosenza e da Catanzaro, trovando comodo portarla a Reggio Calabria. La maggior parte delle crisi del comune di Reggio Calabria, sono il risultato di effetti indotti da un clima non bello che si veniva a creare in questa città. 

Altre cause dell'instabilità

Un’annotazione che voglio fare, tra l'altro, riguarda anche l’aspetto che mentre sul piano politico generale i soggetti ed i protagonisti erano identificati, che so, parlamentari, deputati, senatori, consiglieri regionali, a livello comunale entravano in campo sempre soggetti nuovi, in una situazione quale quella del capoluogo dove, se non ricordo male, i partiti di governo assommava l’80% dei voti, nel senso che alle elezioni amministrative, puntualmente, la destra e la sinistra si svuotavano a vantaggio dei partiti di governo, che era la DC, il PSI, il PSDI e il PRI. Che significa questo? Che entravano in campo soggetti nuovi che cercavano un ruolo e quindi l’instabilità era anche un dato interno di una situazione che non era facilmente governabile, e quindi la ricerca di assessorati, di presenze che… che… che erano l’elemento delle frizioni, degli scontri fra gruppi e della instabilità, fatti interni diciamo alle istituzioni.


QUATTRONE FRANCESCO - Udienza dell’8 luglio 1998

I politici calabresi che contavano a livello nazionale dal 1976 al 1990

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, On.le proprio per i posti che ha occupato dalla sua elezione a deputato nazionale già dal 1976, vuole indicarci brevemente gli interpreti principali di quella stagione politica, e illustrare i rapporti di forze esistenti nel Governo della politica calabrese in questi anni? Chi comandava in Calabria?

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Quando sono stato deputato Io nel ‘76? - Diciamo, che la situazione politica era questa: negli anni precedenti, le città egemoni politicamente - Perche’ avevano gli uomini di maggiore spicco nazionale, erano Cosenza e Catanzaro, ma alla fine del dopo guerra, dell’inizio nel dopo guerra, perché avevano avuto una serie di Ministri, Cosenza Gullo, Cassiani, Catanzaro aveva avuto una serie di Ministri anche essa. - E Reggio, non aveva mai avuto Ministri. Reggio aveva avuto, negli anni ‘70, diciamo tra il ‘58 e il ‘70 un deputato emergente che era stato più volte sottosegretario che era Vincelli. Però, a livello di sottosegretario. Del... sottosegretario non è un il livello di grande rilievo nazionale, era una posizione intermedia, da cui poi o si torna a casa o si faceva il salto. E, anzi, una posizione diciamo, disequilibrata con la prima repubblica nazionalmente. Nel... in quel periodo tra il ‘76 e diciamo... Tra il ‘76 ma prima del ‘90, tra il ‘76 e l’83, gli uomini di maggior rilievo calabresi erano Misasi, Mancini sempre Pucci, ma con l’aggiunta di Casalinuovo che era diventato già Ministro. 

La spendibilità romana

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Questi erano uomini di vero rilievo, tranne… cioè quelli avevano una forte spendibilità romana. Forse la Corte dovrebbe sapere che la spendibilità romana non deriva tanto dai consensi elettorali che erano, sì rilevanti ma nei grandi partiti fino ad un certo punto. Quanto dai consensi congressuali all’interno della provincia, all’interno della regione ed all’interno di un’area più vasta, che era l’area praticamente del mezzogiorno. Cioè allora, diciamo che i calabresi erano spendibili anche in altre regioni, erano Misasi, Mancini, Pucci, ed ecco Casalinuovo, e così via.

I politici più importanti di Reggio dal 1976 al 1990

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, e a Reggio in quegli anni chi erano i più importanti? 

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Ma a Reggio la persona più importante fino al ‘76 era Vincelli, anche se i deputati erano 3. - Io fui eletto deputato, e fui l’unico deputato della provincia di Reggio, perché la mia elezione determinò la caduta di tutti gli altri parlamentari in carica. Io fui l’unico parlamentare eletto nel ‘76 per la Democrazia Cristiana. - Proprio perché c’era stata quella cosa che era partito dal ‘70, poi ero stato un poco ai margini della rivolta, cioè non ero stato un rivoltoso accanito, era uno che faceva filosofia. Però essere deputato, nella Democrazia Cristiana non significava nulla. Cioè Io ero deputato però la vera classe politica, diciamo che governava Reggio Calabria e da un lato, la classe politica comunale, e dall’altro lato nel frattempo era sorta una nuova figura, che aveva acquisito grandissimo potere che era la figura del Consigliere Regionale, dell’Assessore Regionale, del politico regionale per cui il parlamentare romano al parlamentare che stava a il Roma, agli occhi dell’elettorato della Democrazia Cristiana - quando parlo dell’elettorato non parlo del cittadino che sta a casa, parlo dell’elettorato militante, cioè del iscritto, dell’organizzato etc., etc. - era già quasi, - Noi usavamo un’espressione la Corte non me vorrà - puzzava quasi di cadavere, cioè nel senso, ormai non era più vicino alla realtà locale, cioè era una persona che era estranea, quindi, forse lo avrebbe rieletto, forse, no, non era comunque quello che gestiva più il potere. Il potere lo gestiva la regione, il potere lo gestivano gli enti locali. Da questo punto di vista, politicamente, chi andava a Roma, era un candidato alla fine della sua carriera politica. A meno che non riuscisse a diventare un grande leader nazionale. - Io per altro non mi occupavo molto di costituire una corrente locale… Perche’ ero nato in una funzione anti - corrente, cioè anti - schieramento, poi diventati un uomo di corrente nel tempo. 

Il ruolo dei comitati provinciali e regionali nelle scelte degli investimenti

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, il Governo degli interessi che gravitano sul territorio, interessi politici, voglio dire, che gravitano sul territorio di Reggio e della sua provincia, passata attraverso gli enti locali oppure vi erano altri soggetti pubblici che li gestivano? Mi riferisco per esempio, dell’ANAS, ENEL, ESI… ASI, Regione. 


INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Ecco, Io allora, non ho capito volevo sapere se sono interessi politici o interessi economici? - Se sono interessi politici, bè, diciamo che delle grandi opere, degli oggettivamente investimento si occupavano i comitati provinciali del... del partito o il comitato regionale periodicamente. Ma per dibattiti di carattere generale, per dire: si fa la centrale ENEL, non si fa. Siamo favorevoli, o siamo contrari, etc. etc. 

Il potere decisionale romano sulle scelte delle grandi opere

Se, si trattava di dire, si decide sull’investimento non si decide sull’investimento non era decisione reggine perche’ queste erano decisioni tutte romane a cui la classe politica locale, qualunque fosse il suo grado di partecipazione, voglio dire dal deputato in poi, era diciamo, per presa conoscenza, poi, puoi fare le tue osservazioni, se ci convincono bene, ma se non ci convincono ma le strategie di sviluppo, non di singoli fatti, ma complessive erano in mani a organi molto più complessi, che erano gli organi nazionali dei partiti, e soprattutto gli organi tecnici di consulenza nazionale dei patiti. – 

Le ragioni del suo ruolo forte nel governo nazionale

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, On.le la domanda che mi faccio e che le faccio è questa: come mai, visto che Reggio non aveva - abbiamo visto un peso, un potere politico forte - Lei è stato designato vice ministro al lavoro e previdenza sociale dal 4 agosto ‘79 al 18.10.’80, alle funzioni pubbliche dal 28 giugno ‘81, all’1.12... e poi alla Sanità, ecco come mai? 

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Le spiego. Intanto, nella scelta dei sottosegretari seguivano due logiche. Una era la logica della ripartizione percorrenti all’interno del partito e della designazione da parte dei gruppi parlamentari, perche’ prima bisognava essere indicato dal gruppo parlamentare, è una rosa più ampia, poi all’interno di questa rosa più ampia le singole correnti... ma, al di là dell’appartenenza alla corrente, c’era poi una specie di giudizio finale, che veniva dato, in maniera diciamo, un po’ più asettica, quindi, diciamo, un pochino più oggettiva, dalla segreteria… dall’ufficio di segreteria del partito il quale però formulava ‘sto giudizio, sulla base anche del giudizio di altri sull'attività del parlamentare, esempio pratico. Io ricordo che quando fui nominato avevo appena 34 anni 33, sottosegretario al lavoro, Io tra l’altro non pensavo di essere nominato perché' era il primo giorno della mia seconda legislatura, non si poteva essere sottosegretari se non si era di seconda legislatura, Io al primo giorno ero combinato sottosegretario. Mi fu spiegato che avevo avuto grandi sponsor, negli altri partiti ero stato molto attento, puntuale nel mio lavoro, che avevo fatto come parlamentare alla commissione giustizia, e alla commissione finanza della Camera. Ed allora, erano presiedute da… una da D’Alema padre la commissione finanza, la commissione giustizia era presieduta da Dell’Andro, e poi da un… poi da il Magistrato di Palermo che si chiamava Aldo Rizzo, poi c’era stato Mannuzzo, un altro Magistrato, e poi siccome Io, essendo prima legislatura volevo fare lo studente bravino, ero stato relatore in molte leggi, avevo seguito quindi, anche questo aveva giovato, però non voglio dire che sono stato nominato perché ero bravo. Sono stato nominato perché ero di seconda legislatura, ero uno che era stato capace di farsi rieleggere mantenendo un certo consenso, che aveva mantenuto una propria autonomia, cioè non si era irregimentato strettamente in certe correnti, che aveva contro il potere costituito regionale. 

I parlamentari della DC di Reggio Calabria dal 1979 in poi

Quando fui rieletto a seconda legislatura, furono eletti con me deputati, fummo la volta un numero fortissimo, perché fummo 3 deputati, 2 venivano dalla Regione che erano Ligato e Laganà e 2 senatori e ritornò pure addirittura Senatore Vincelli che prima era caduto. Cioè, la provincia di Reggio quindi, pur avendo al solo deputato era riuscito poi a crescere elettoralmente etc. Merito non mio, era forse più della regione ma dico tutto questo insieme con un giudizio positivo probabilmente contribuì, a queste mie nomine, poi naturalmente... essere confermato in sede di Governo vuol dire che ero stato proprio un scarpa, insomma. Cioè non ero stato bravo, anzi certamente, però probabilmente non avevo fatto sciocchezze colossali tali da imporre l’esonero.

Le ragioni della instabilità del governo locale

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, On.le dal 1980 al 1992, nella città di Reggio... la città di Reggio ha avuto 10 sindaci, e 2 commissari. Può indicarci la ragione di tanta instabilità nel Governo comunale? 

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Ma questa è, diciamo, forse un portato della... intanto della prima repubblica, perché Io ricordo se no, non sarebbe stato possibile che in 4 anni, dal ‘79 all’83 Io sono stato 6 volte sottosegretario il che vuol dire che ci sono stati almeno 6 Governi se no... - Non potevo essere 6 volte sottosegretario. - Quindi, diciamo che c’era una fase di conflittualità e di ricambio interna, abbastanza forte. Poi diciamo che erano anni di passaggio, anche nei rapporti politici, perche’ si era passati, dal ‘76 al ‘79 alle convergenze parallele cioè ai Governi di larghe intese per tornare poi, ai centrosinistra chiusi, con il prevalere della linea Forlani, Donat Cattin, etc., e quindi, c’era abbastanza instabilità, le instabilità centrali si ripercuotono anche localmente. La verità è che pure localmente ma naturalmente c’era sempre l’instabilità permanente, dovuta al fatto che chi con era Assessore premeva perche’ perché cadesse la Giunta, per fare l’assessore. Le cose del mondo! E credo che continui riccamente da quello che capisco pure dall’esterno. - Leggendo sempre il giornale. - Cioè il partito delle persone in piedi era sempre più forte delle persone sedute - E quindi, era tendenzialmente vincenti.

Le cause e le modalità di apertura delle crisi negli enti locali

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, può indicarci le modalità di apertura di una crisi negli enti locali alla conclusione con particolare riferimento al ruolo esercitato dai partiti in tale laboriosi processi? 

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Normalmente, guardi voglio fare una premessa alla Corte, Io nella mia attività politica, in Reggio Calabria dal diciamo ‘70, al ‘9... all’87, diciamo sono stati gli anni in cui più intensamente ho fatto politica, sono stato minoranza nel mio partito su 17 anni, diciamo per 16 anni ma non perché' c’era un emergente più forte che era Ligato… Ligato era d’accordo con Vincelli, e cose, ma anche... a me faceva comodo tenere una posizione di minoranza insomma, e mi trovavo abbastanza bene. Ma al di là di questo, le crisi potevano nascere per fatti endogeni dell’amministrazione. Perche’, il Sindaco non era all’altezza e non riusciva a Governare politicamente il gruppo, per fatti interni della Giunta, per liti politiche, per posizioni politiche, per necessità di ricambio fisiologico, perche’ le stesse giunte, nascevano come giunte a termine, nel senso: dura un anno, poi li sostituiamo e ne mettiamo un altro. Quindi, una modalità standard di crisi, Io non sono in grado di descrivergliela. Se dobbiamo dire in teoria partito dichiarava la crisi, normalmente, questo partito dichiarava la crisi, non era il partito di maggioranza relativa ma era uno dei partiti minori o il partito socialista, su questa dichiarazione di crisi, di solito incomprensibile nelle motivazione, si dichiarava la crisi, si faceva una serie di incontri, un po’ seri, un po’ fanto - mima, per uno o due mesi, e poi si ricostituiva l’amministrazione.

Chi indicava i nomi degli assessori

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, On.le la designazione ad esempio degli assessori e dei vertici agli enti locali chi le effettuava e attraverso quali meccanismi si procedeva? 

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Formalmente, c’erano delle commissione che eleggevano gli assessori. Però senza perdere gran tempo. Al di là delle commissione che dicevano gli assessori senza incidenza, perche’ poi erano equilibri interni, da rispetto alle varie correnti da… da far quadrare, sui sindaci, sulle posizioni di maggior rilievo, sia sull’assegnazione al partito, che sull’assegnazione alla persona, c’era sempre una specie di placet, di via libera, di indicazione voglio dire in qualche misura sussurrata, o comunque, accertata dai vertici romani. Questo valeva certamente, per i due grandi partiti, per Democrazia Cristiana e il partito… - Ma probabilmente, valeva per tutti. - C’era il segretario provinciale di un partito che andava a Roma, diceva che ci sono questi nomi… 

Perché i vertici degli enti erano espressi dalla DC e dal PSI

AVVOCATO TOMMASINI:

In buona sostanza però On.le, i sindaci, e i Presidenti degli enti locali sono stati sempre espressi in quel periodo dalla DC e dal PCI?

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Sì. Eh! Ma Avvocato, mi sembra chiaro, la DC aveva il 40 per cento. Il PSI aveva non lo so il 15, il 16, il 14. Perche’ poi aveva una... - L’altro minor partito aveva il 4, sarebbe stato strano che con il 4 venisse a dire... - Voglio dire può darsi pure che avesse il 6. - Può darsi pure che avesse il 6. Devo dire, che normalmente, i partiti minori avevano più peso voglio dire di quanto non ne rappresentassero. Aveva più riconoscimento di quanto peso politico avessero. Perche’, nella di... la discussione non avveniva con il bilancino, dicendo alla DC, i partiti di maggioranza, assolutamente si piglia tutto. No, ma seguendo la linea presunta di De Gasperi si diceva: <<Bisogna mettere dentro tutti>>, questo chiunque voleva entrare nelle Giunte si faceva posto a spese della DC Ma questo serviva non tanto a coagulare un consenso maggiore, non era questo lo spirito, quanto a cercare di mantenere, voglio dire questo rapporto vivo dialettico tra forze politiche, per cui una delle paure permanenti interne della DC … - Era che la DC non si auto - sentisse partito egemone. - Per cui, molti di Noi, venivano educati a non pensare ad Serraino partito egemone quando via via facciamo carriera politica, e arriviamo a Roma, tra le prime lezione, non sei un partito egemone, devi fare i conti con gli altri.

I politici calabresi socialdemocratici

AVVOCATO TOMMASINI:

Senta, On.le, ricorda i politici socialdemocratici che hanno avuto ruolo nelle vicende politiche calabresi di livello nazionale - regionale? Nel 76 in poi? 

INTERROGATO (QUATTRONE FRANCESCO):

Guardi, Io ricordo che il primo politico calabrese che io ho conosciuto socialdemocratici, fu Costantino Belluscio. Ma che conobbi più o meno, perché mi pare che arrivammo alla camera nello stesso tempo. E Lui veniva nell’essere stato segretario particolare di Saragat, e veniva quindi, con un’aura di Signor so tutto, sono stato al vertice dello stato, sono stato al vertice dello Stato, sono bravissimo, però è un persona molto cordiale e cortese etc. Non mi pare, però, che Costantino Belluscio abbia contato mai gran che nei miei ricordi della politica calabrese. La politica calabrese socialdemocratica era Mallamaci. Per quello che ricordo Io. Ed era Mallamaci in provincia di Reggio per quello che ricordo Io nonostante i vari Di Mitto, nomi vari che mi ritornano in testa, in testa, chi governava la politica regionale era pure Mallamaci. - Ricordo Mallamaci permanente Assessore. - Mentre quelli della D. C cambiavano Mallamaci restava. - Voglio dire: Bruno lo ricordo poco anche fisicamente. Non ricordo neppure - Conforti me lo ricordo perché era una persona allegra. - Cassadonte, perche’ era uno che rideva... andiamo a cena… facciamoci una passeggiata... - Ecco Repaci era già un po’ più filosofo tra questi, era quello che si atteggia a intellettuale, quello che nelle interpartitica aveva sempre un richiamo alla storia, cioè sembrava sempre che... ora dice una cosa nuova. - Che mi sembrava… 


MANCINI GIACOMO - Udienza del 29 ottobre 1996

https://www.youtube.com/watch?v=CfbRZaaDc5M

I rapporti di Mancini con gli esponenti PSDI

AVVOCATO:

On.le Mancini, lei ha mai avuto rapporti politici con il PSDI Calabrese.

COIMPUTATO MANCINI GIACOMO:

Beh, ho avuto rapporti con tutti i partiti Calabresi, a volte amichevoli, a volte polemici .... a volte di scontro. - Rapporti .. ho avuto rapporti molto amichevoli con .. con l'On.le Belluccio .... e anche altri Cassadonte era iscritto al partito socialista .... poi passò ai Socialdemocratici.

AVVOCATO:

Eh. Benedetto .. Benedetto Mallamaci?

COIMPUTATO MANCINI GIACOMO:

Anche.

AVVOCATO:

Anche. Quindi Aniello di Nitto, Tursi Prato.

COIMPUTATO MANCINI GIACOMO:

Tutti .. li conosco non so come.. non ci ho mai .. non ho mai avuto rapporti di ostilità. Le ostilità nasce e l'ho detto già questo nasce nel momento in cui Segretario Cariglia nelle elezioni del 1992, un non so come potrei dire, un candidato non accolto nelle liste del partito Socialista trovò rifugio nelle liste suscitando anche notevoli .. per quello che mi ricordo anche notevoli contrasti all'interno del partito Sociale democratico.


Il ruolo dei partiti minori in Calabria e le responsabilità della DC

E qui, la questione .. la mia questione riguarda in modo particolare questo candidato, anche perché .. adesso non vorrei smentire .. essere immodesto, ma io devo dire che facendo politica in Calabria, io ho quasi sempre attaccato la democrazia Cristiana, no perchè i partiti minori non contassero o non avessero persone anche di rilievo, però la questione che ha me ha riguardato in m odo particolare soprattutto dal 1978 ai giorni nostri che secondo me è stato il periodo più nero della vita Calabrese di cui nessun Magistrato fin'ora gli anni che vanno dall'8' ai giorni nostri, sono il ventennio nero della vita Calabrese, dove lo Stato è a disposizione di un partito e di particolari dirigente del partito maggiore, che sono usciti da tutte le inchieste puri e intoccabili in questa straordinaria vicenda giudiziaria della Calabria, polemiche con i Sociale democratici non ho mai fatto, tranne che in questa occasione, o s e le ho fatte, le ho fatte in tono minore, le polemiche sia per i Sociale democratici sia per altri partiti minori non ho fatto mai polemiche con i Liberali, con i Repubblicani o polemiche di scarsa consistenza.


Il senso delle dichiarazioni polemiche dell’On.le Mancini

La mia polemica riguarda il grande potere, ma che non era nemmeno il potere politico che era il potere dello Stato e della politica nello stesso, su cui nessuno storico di quelli che sono stati raccattati nelle vicende giudiziario ha scritto un solo capitolo, io aspetto che venga iscritto il capitolo sulle istituzioni, non c'è stato .. non c'è il capitolo sui Prefetti, non c'è il capitolo sui Questori, non c'è il capitolo sui comandanti dell'arma dei Carabinieri, non c'è il capitolo tanto va detto, nemmeno per la Magistratura, non esiste, quando sarà scritto daremo un contributo, io l'avevo dato già prima veramente. Perchè se si guardano, come dicono gli scaffali dell'anti mafia e se si guardano, come di .. gli archivi del Ministero di Grazia Giustizia, ci sono autografi del sottoscritto che dicono cose pesanti nei confronti delle Procure. Non Esclusa la Procura di Reggio Calabria e non esclusa la Procura di Cosenza.

Io le ho dette e se doveste .. se leggerete e credo che lo potrete fare, il libro che ha scritto non citato nemmeno questo da .. dai Signori dell'anti mafia, il libro che ha scritto Gerardo Chiaromonte sulla visita dell'antimafia a Reggio Calabria, troverete anche la prova provata documentale dei comportamenti e dei giudizi che furono dati dalll'anti mafia nei confronti di determinati Magistrati responsabili della vita pe .. della Procura di Reggio. 


Il ruolo di Romeo nel sistema di potere politico regionale

AVVOCATO:

Senta, On.le le chiedo scusa, prima del 1990 le risulta qualche ruolo politico dell'Avvocato Romeo, prima che fosse consigliere regionale, praticamente.


COIMPUTATO MANCINI GIACOMO:

Guardi, non vorrei offendere Romeo, però dico io, le volte che venivo a Reggio e insomma a.. siccome .. non era deputato, era soltanto Consigliere Comunale, io insomma qualche polemica la faceva con i personaggi della DC importanti, ma a Reggio sono .. sono avvenute cos incredibili durante dall'anno .. prima del '90, c'è stato l'omicidio Ligato, la fine del mondo c'è stata a Reggio Calabria, e dico Romeo in rapporto a questo, scusi era un pò un pigmeo di fronte a questi giganti intoccabili o intoccati dalla vita di Reggio Calabria.