1989

L'ANNO DELLA SVOLTA

INDICE - 1989 L’ANNO DELLA SVOLTA


A - Marzo 1989 - L’anno della svolta

Il 1989 è l’anno della scissione del PSDI. Il 9 marzo 1989 si celebrerà il 22° congresso Nazionale del PSDI a Rimini. 

I congressi provinciali separati per la elezione ei delegati al congresso nazionale di Rimini

Le vicende politiche nazionali, ovvero le due posizioni contrapposte tra quanti volevano mantenere l’autonomia del PSDI ed il gruppo facente capo a Longo e Romita che sostenevano la scelta della fusione con il PSI, produrranno in Calabria un riassestamento delle alleanze e dei rapporti tra rappresentanti delle istituzioni e quadri dirigenti di partito. Mallamaci, che continua ad avere come riferimento nazionale l’on. Nicolazzi, parteciperà al congresso di Rimini ma confluirà, subito dopo, nel gruppo Romita - Longo assieme ad altro consigliere regionale, eletto a Cosenza, Aniello Di Nitto

Paolo Bruno resterà sulle posizioni autonomiste di Nicolazzi ma si collegherà, per la provincia di Reggio Calabria, con il nostro gruppo in posizione di contrasto con Mallamaci che lo aveva sostenuto alle elezioni politiche del 1987.

I rapporti con il gruppo Mallamaci erano ormai diventati tesi e non vi erano più occasioni di incontri politici. 

La scelta di commissariare il partito a livello provinciale aveva di fatto eliminato la naturale sede del dibattito e del confronto politico che era rappresentata dal direttivo provinciale. 

Ogni gruppo aveva la sua rete organizzativa a livello provinciale con i propri riferimenti territoriali. Si era realizzata nei fatti la separazione che sarà formalizzata, a Reggio, dopo il congresso nazionale. 

Vi era la necessità di indire il congresso provinciale per l'elezione dei delegati al congresso nazionale ed alle condizioni date la direzione nazionale asseconda la celebrazione di due separati congressi. 

Come la stampa registrerà la vicenda.

Il 4 febbraio su Gazzetta del Sud: “Il Psdi celebrerà il 2 marzo il 22° congresso provinciale. Insediata l’apposita commissione. Una dichiarazione di Lombi.”

Il 17 febbraio del 1989 su Gazzetta del Sud: “Saranno 2 i congressi socialdemocratici è assai aspro lo scontro tra le fazioni”. Il Giornale di Calabria: “Un congresso per la maggioranza, uno per la minoranza.- Non vogliamo confonderci con quanti hanno paralizzato la Federazione provinciale. Lombi smentito dai vicesegretari. Congressi il 2 ed il 5 marzo con sedi e protagonisti diversi.”

Già a febbraio di quell’anno volano gli stracci tra Mallamaci e Paolo Bruno

Una nota del 23 febbraio 1989: “Compagno Bruno: se prima provavo pena, ora sento pietà per te … Il Congresso "nostro" e del Partito sarà quello del cinque marzo anche se il compagno Lombi, abusivamente definendosi presidente della commissione per il congresso, parla di altra data. .. Al compagno Bruno un suggerimento da parte di chi, come me, ha contribuito con la solidarietà procuratogli, a farlo deputato (dopo averlo portato a Capo Segretario di un Ministro): rinsavisca in tempo, perché i suoi amici gli stanno scavando la fossa (politica, si intende!) per potere dare sfogo alle loro dimostrate smanie ascensoristiche e per essere conseguenti alla profonda disistima che nei suoi confronti nutrono quotidianamente”. 

Il 23 febbraio Gazzetta del Sud: “L’On.le Caria interviene nella polemica reggina - Psdi, il congresso è momento di grande dibattito politico. Ogni atto contrario a quello del 2 marzo è deviante e lesivo.”

Il 3 marzo Gazzetta del Sud: “Reggio – Il Congresso provinciale del Psdi contestato da gruppo Mallamaci che preannuncia un altro incontro per domenica.- La crisi è della classe dirigente ma il partito rivendica il suo ruolo. Anche l’On.le Caria ha sottolineato alcuni errori fondamentali. La difesa delle autonomie locali.”

Il 4 marzo Gazzetta del Sud: “Finisce la gestione commissariale Dragone segretario del Psdi a Reggio Calabria. Frecciata all’assessore regionale: Dimentica quanto deve al nostro partito.”

Il 6 marzo Gazzetta del Sud: “Sarà riconosciuto soltanto il congresso bis" ha tenuto a precisare il sottosegretario Madaudo. Ma lo stesso aveva detto l’On.le Caria a proposito dell’assemblea che aveva visto impegnati gli altri socialdemocratici.

La stessa scena a Cosenza. Gazzetta del Sud 6 marzo 1989 – “Il primo al centro cinema Italia, il secondo al Supercinema. Due congressi nel PSDI. Da una parte i gruppi del deputato Paolo Bruno, dell’ex segretario regionale Gaspare Conforti, dell’assessore provinciale Santoianni; dall'altra i gruppi dell’assessore comunale Francesco Savastano e del consigliere provinciale Natale Filella.”

Il 7 marzo 1989 Gazzetta del Sud: “Al contrario di quanto avvenuto nelle altre due province dove la spaccatura è stata verticale - A Catanzaro i socialdemocratici sono riusciti a condurre il porto un congresso unitario. – L’ex assessore regionale Vincenzo Cassadonte eletto segretario. Nel direttivo, 11 di “Autonomia e 10 di Iniziativa”.


B - Aprile 1989 - Il congresso nazionale di Rimini e la scissione

La relazione del segretario uscente Cariglia ribadisce la linea politica dell’autonomia socialdemocratica nell’ambito di un dialogo sempre più stretto con le altre forze riformiste ed in particolare con il PSI. 

Nello stesso periodo il neo movimento di Unità e democrazia socialista (UDS) nato ad iniziativa di fuoriusciti dal PSDI, preparava un’assemblea nazionale che si terrà a Roma a metà aprile. L’UDS punta alla unificazione con il PSI fin dal prossimo congresso socialista in programma a Milano nella prima metà di Maggio. 

Molti dei partecipanti al congresso nazionale di Rimini successivamente lasceranno il Psdi per aderire all’UDS e poi al PSI.

Il 2 aprile 1989, Repubblica titola: “DAL PSDI ALL' UDS, ORMAI E' UN ESODO - ROMA Aumentano le adesioni all' Uds, il movimento di Unità e democrazia socialista nato dalle costole del Psdi. Oltre all' ex ministro e deputato Emilio De Rose e all' europarlamentare Giuseppe Amadei, lasciano il sole nascente anche l'ex deputato e segretario amministrativo Giovanni Cuojati e l'ex senatore Gianfranco Conti Persini. Pietro Longo, che con Romita guida gli scissionisti, ha informato anche dell'adesione dell'assessore regionale calabrese Benedetto Mallamaci e di rappresentanti socialdemocratici della stessa Calabria, del Veneto, dell' Emilia e della Lombardia. Longo ha ribadito la scelta per l' unità socialista, che verificheremo con il prossimo appuntamento congressuale fissato per il 28, 29 e 30 aprile a Roma.” 

Non tutti i quadri dirigenti del Psdi della provincia di Reggio seguiranno Mallamaci. Anzi una buona parte di quelli che aderivano alla sua componente interna al PSDI accetteranno il dialogo con la componente autonomista reggina in posizione di minoranza.


C - Maggio 1989 - Le elezioni comunali 

Il primo banco di prova del PSDI, dopo la fuoriuscita del gruppo facente capo all’assessore Mallamaci, si presenterà alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria del maggio 1989. 

Il Psdi presenterà la propria lista mentre il gruppo Mallamaci, confluito nel PSI, presenterà in quella lista un gruppo di ex socialdemocratici. 

Il 19 maggio 1989 Gazzetta del Sud: “Il Programma del PSDI – Un’ondata di buone intenzioni – I socialdemocratici hanno presentato, nella sala del consiglio comunale, la loro lista ed iul loro programma. La sala era stracolma di gente entusiasta e pareva intenzionata a seppellire ogni screzio del passato sotto una ondata di buoni propositi unitari. .. Il quaderno del PSDI aveva poi un testo che illustrava il programma di interventi a lunga durata che il partito intende attuare se sarà premiato dagli elettori, oppure: per il quale si batterà anche dalla posizione minoritaria.” 

Il Psdi conseguirà quattro consiglieri: Romeo Paolo (1959), Canale Giuseppe (1791), Ielacqua Oscar (1390), Colella Carlo (1303) con primi dei non eletti: Tortorella Domenico (1030), Falzea Giuseppe (1005), Mallamo Giuseppe (975) mentre il gruppo Mallamaci acquisirà un solo consigliere, tra i dodici quozienti del PSI, nella persona del proprio figlio Mallamaci Antonino (2.183).

Il dato elettorale avrà una forte incidenza sugli sviluppi della situazione politica ed amministrativa della città e della regione.


D - Il nuovo gruppo socialdemocratico al comune

Sul piano amministrativo il gruppo consiliare è granitico attorno alle linee politiche di rinnovamento e di crescita del PSDI. Tra i primi sei candidati con maggiori preferenze, quattro sono espressione del vecchio gruppo di ex missini, l’ing. Canale Giuseppe storico socialdemocratico è tra i più avanzati sulla linea della modernità e del rinnovamento ed il consigliere uscente Falzea Giuseppe.

La compattezza del gruppo nel rapporto con gli altri gruppi dei partiti di maggioranza lo fa diventare il più forte e determinante nelle scelte amministrative. 

In una maggioranza di 36 consiglieri (DC con 16 consiglieri, il PSI con 12 ed il PRI con 4 ed il PSDI con 4) era difficile trovare un gruppo compatto di quattro consiglieri. I gruppi DC e PSI si componevano di mini gruppi appartenenti alle singole correnti di partito. 

Questo dato incide nelle scelte delle linee politiche degli atti amministrativi della giunta Battaglia e porterà, successivamente, alla rottura con il sistema di potere politico-amministrativo di governo con la giunta Licandro. 

Essersi scrollati dal condizionamento delle scelte politiche e del sistema di alleanze di livello regionale e dalle conseguenti logiche di potere ci rendeva deboli, figli di nessuno. Al contrario, in sede locale, avevamo un partito ed un gruppo compatto. Eravamo più veloci, avevamo massima capacità di movimento, acquisendo così un maggiore peso ed una forza contrattuale nelle interlocuzioni con gli altri.


E - Un nuovo soggetto politico per nuove battaglie

Occorre ridisegnare una piattaforma politica-programmatica, un progetto politico di tempi medi, una strategia adeguata. 


F - La piattaforma politica 

doveva nascere da una seria analisi delle cause di arretratezza del mezzogiorno da cui far discendere la necessità di ricercare processi di sviluppo endogeni elaborati e proposti dal basso. Non più finanziamenti come occasione di spesa, per rimpinguare il sistema, ma soltanto quelli utili e necessari per creare sviluppo, occupazione e lavoro. Recuperare principi e concetti di una sana Governance da sostituire al Government. 


G - La piattaforma programmatica

Avevamo lavorato per costruire su basi solide una visione di città, di area vasta dell’area dello Stretto, avevamo compulsato tutti i portatori di interessi, la classe dirigente del territorio, attinto alle professionalità ed alle competenze, per comprendere quali fossero gli assi portanti dello sviluppo, quali strumenti fossero necessari, individuare le fonti di finanziamento, elaborare ipotesi di cronoprogrammi. Avevamo una proposta da mettere in campo e sostenerla sicuri di riscontrare il consenso popolare e l'avversione di alcune sacche di potere. In quel momento un appuntamento importante era costituito dall’impegno e dalle scelte che il cd Decreto Reggio poneva a carico dell’amministrazione comunale. 

Le scelte che eravamo chiamati ad operare ci offrivano l'opportunità di sperimentare la nostra piattaforma politica fatta di nuovi criteri di organizzazione e gestione del governo locale, (processi di democrazia attiva, attraverso il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei cittadini) e di merito, ovvero scegliere tra ciò che era fine a se stesso e ciò che invece produceva oltre all’opera processi produttivi.

H - Il progetto politico socialdemocratico

Il progetto politico doveva camminare con le gambe di forze nuove, nate dal basso, capaci ad ogni livello di proporlo e sostenerlo. 

In questa logica, ed alla luce delle nuove responsabilità derivante dalla scissione e dalla perdita del leader socialdemocratico reggino, si pensa, in tutte le sedi di partito, alle possibilità ed alle condizioni necessarie per conquistare spazi nelle istituzioni regionali e nazionali. 

Gazzetta del sud 04.09.1989: “Oggi riunione del comitato regionale – Il PSDI pensa già alle elezioni ’90 – Un documento della base socialdemocratica. Saranno aperti nel pomeriggio dal segretario regionale Enzo Morelli i lavori del Comitato regionale del PSDI che si riunirà in un albergo di Lametia Terme per prendere in esame la soluzione della crisi regionale e per porre le basi organizzative e programmatiche delle elezioni amministrative della prossima primavera.”


I - La strategia 

I fronti su cui dovevamo articolare il nostro impegno era duplice. 

Uno interno al partito mirato a costituire attraverso il congresso provinciale una linea politica e programmatica unitaria. Con punto di forza presentarsi ai livelli regionali per fare prevalere la nostra impostazione politica. Una tale impostazione avrebbe comportato una rottura con il vecchio e quindi con il parlamentare calabrese. 

L’altro fronte era costituito dal rapporto con le altre forze politiche. I partiti minori erano considerati forze complementari alla autonoma maggioranza DC - PSI. Venivano vissute dai partiti di sinistra come funzionali alla DC nel proposito di ridimensionare il peso delle sinistre. Dalla Dc venivano considerati meno della più modesta corrente di partito, figli illegittimi da mantenere. 

Occorreva rivendicare la propria identità, la dignità di forza politica autonoma, libera di interloquire con tutti. Tanto poteva avvenire assumendo posizioni nette e chiare sulle grandi questioni dello sviluppo, rompendo con un sistema di alleanze politiche basate sugli “affari”. La linea di demarcazione per possibili intese politiche doveva fondarsi sulle scelte di rinnovamento del sistema.

Il PSDI reggino, con la presenza condizionante del gruppo degli ex missini, aveva sempre contrastato l’abbraccio DC - PSI, sostenendo con ruolo determinante le giunte Musolino del 1983 e del 1987, aveva contrastato le scelte del sindaco Aliquò, aveva sostenuto la giunta Battaglia, era uscito dalla maggioranza del sindaco Licandro, si era sempre collocato, promuovendo spesso, su linee politiche contrarie alla gestione delle risorse su logiche romanocentrica.

Affrancandosi dall’ipoteca Mallamaci bisognava portare l’intero partito regionale su queste posizioni.

Faticosamente si approderà al risultato con il congresso regionale che si terrà a Vibo Valentia a luglio del 1991.


L - Gli uomini del sistema politico reggino

I consiglieri regionali espressi dalla provincia di Reggio nelle elezioni del 1985 erano: per la DC Battaglia Pietro, Manti Leone, Laganà Guido, Napoli Bruno, Tramontana Sebastiano, per il PCI: De Marco Augusto, Sprizzi Antonio, per il PSI: Costantino Francesco, Palamara Giovanni, per il PSDI: Mallamaci Benedetto, per il PRI: Araniti Pietro, per il MSI: Meduri Renato e tra questi nelle quattro giunte della legislatura Battaglia, Mallamaci, Palamara, Costantino, Di Marco ed Araniti faranno gli assessori.

I Deputati reggini nella legislatura 1987-1992 sono stati per la DC: Battaglia Pietro, per il PSI: Zavettieri Saverio, per il PRI: Nucara Francesco, per il MSI: Valenzise Raffaele

I senatori per il PCI: Tripodi Girolamo, per il MSI: Franco Antonio, per il PSI: Zito Sisinio. Nei cinque governi che si sono alternati durante la legislatura ha assunto ruoli di governo soltanto Nucara come sottosegretario ai Lavori Pubblici.

PARTITO - SEGRETARI PROVINCIALI REGGIO CALABRIA

PSI - Geresia Giovanni 

PSDI - Savastano, Dragone, Lorecchio

PRI - Strangio Giuseppe

DC - Grassi Renato

MSI - De Leo Antonio

PLI - Landi Luigi

PCI - Minniti Marco

 

SINDACATI - SEGRETARI PROVINCIALI REGGIO CALABRIA

CGIL - Nucera Carmelo

CISL - Murolo Aldo

UIL - Aprile Giuseppe


MEDIOCREDITO CALABRESE - Presidente: Cozzupoli Domenico

ESAC - Presidente: Carci Greco E.

UNIVERSITA' DI REGGIO CALABRIA - Rettore: Quistelli, Pietropaolo

COLDIRETTI REGGIO CALABRIA - Presidente: Primavera Giuseppe

CAMERA DI COMMERCIO REGGIO CALABRIA - Presidente: Vilardi Antonio

CONFAPI REGGIO CALABRIA - Presidente: Quattrone Antonino

ASI REGGIO CALABRIA - Presidente: Novaco Isodoro

RICOVERI RIUNITI - Presidente: Naim CArmelo

USL 31 - Presidente: Ferrara Giovanna

COMITATO INPS - Presidente: Alvaro Giovanni

Associazione Industriale REGGIO CALABRIA - Presidente: Cozzupoli Domenico

COMUNITA’ MONTANA VERSANTE DELLO STRETTO: Presidente: Poeta Giuseppe







In questo sistema politico, il PSDI era già un piccolo partito che aveva scarsa forza contrattuale a cagione del fatto che era forza aggregata alla maggioranza costituita dall’asse DC - PSI. Tale condizione si rifletteva nei ruoli assunti nel governo degli enti locali sia per numero di assessori che per qualità di deleghe. 

Orfani del leader storico del partito locale dovevamo riposizionarsi politicamente e dovevamo intessere un nuovo sistema di relazioni con gli altri gruppi e partiti politici attraverso alleanze fondate su comuni scelte e posizioni programmatiche. Avevamo la responsabilità di declinare il nostro progetto politico ed il nuovo partito capace di interpretarlo. Ciò per essere apprezzati dall’elettorato e credibili rispetto agli altri soggetti. 


M - 29 agosto 1989 - Il sostegno alla giunta Battaglia 

Uno dei cavalli di battaglia del nuovo PSDI, libero d lacci e lacciuoli interni, quantomeno a livello provinciale, sarà costituito dalla efficienza, della legalità e dalla trasparenza che dovevano e potevano realizzarsi solo svincolandosi da condizionamenti del sistema romanocentrico. 

Il 14.07.1989 Gazzetta del Sud: “Il Psdi di Paolo Romeo comincia da Ravagnese – Il gruppo consiliare del Psdi, riunitosi presso la sede della federazione provinciale, ha eletto all’unanimità Paolo Rome a capogruppo a Palazzo San Giorgio. Nel corso della riunione è emersa la volontà del gruppo di rendere operante in sede di Consiglio comunale le scelte del programma elettorale presentate dal Psdi alle comunali ed alle europee.”

Il 16 luglio Giornale di Calabria: “Ravagnese chiama a consulto i partiti a consulto sui suoi guai – Organizzato dal gruppo consiliare del PSDI … l’avv. Paolo Romeo ha sottolineato che scopo dell'iniziativa era quello di aprire un confronto sui problemi reali di una zona della città, che si presenta in una situazione di autentico sfascio, senza alcuna prospettiva, un tentativo di interrogare i cittadini a premere sulle forze politiche, perché l’appuntamento del Decreto Reggio non resti al servizio di ottusi interessi parte. Bisogna sconfiggere le tentazioni – ha proseguito Romeo – che vogliono, ancora una volta, lasciare i cittadini fuori dalla porta della stanza delle decisioni, aprendo un dibattito in consiglio comunale e rendendo pubbliche le scelte che si vogliono effettuare.”

Il 20 luglio 1989 Il Giornale di Calabria: “Socialdemocratici e decreto Reggio – Il Partito dei socialdemocratici si è riunito per prendere in esame e protestare con forza, la decisione prese di recente dal sindaco Aliquò di affidare con semplice atto monocratico, incarichi di rilevante importanza, circa la esecuzione di opere previste nel decreto Reggio.”

Il 27 luglio la Gazzetta del Sud: “La convenzione firmata da Aliquò per la realizzazione dei progetti del Decreto.- In 15 articoli Bonifica rastrella 250 miliardi e sottrae ogni iniziativa al consiglio comunale.”

Il clima di emergenza, determinatosi con il trauma dell’omicidio dell’on Ligato, indebolisce le difese del potere ed abbiamo buon gioco nell’interlocuzione con l’uomo forte della DC in quel momento.

Il 30 agosto Gazzetta del SUD titola. “Dopo venti anni Piero Battaglia torna sindaco di Reggio Calabria. … L’appoggio esterno è stato assicurato dall’unico consigliere, Francesco Tavilla, della lista civica “Caccia, Pesca e Ambiente”. Il rappresentante di “Insieme per la città", Giuliano Quattrone, si è astenuto. L’accordo pentapartito è naufragato nella tarda mattinata di ieri, quando sembrava che tutto fosse ormai stabilito, a causa della indisponibilità dei liberali ai quali si sono aggiunti, a conclusione di un agitato pomeriggio di intense trattative, anche i repubblicani. … I socialdemocratici per bocca di Paolo Romeo, hanno motivato la loro adesione al tripartito con la esigenza di dare con urgenza un governo alla città. Secondo gli accordi raggiunti, alla DC, oltre al sindaco, vanno cinque assessori (designati Marra, Biasi, Licandro, Vilasi e Latella) sei assessori ai socialisti (Nucera, Borrello, Laface, Logoteta, Bagnato e Albanese); uno al PSDI (Paolo Romeo). Il programma verrà illustrato in tempi brevissimi dal nuovo sindaco il cui mandato è a termine: dopo quattro mesi dovrà optare tra sindacatura e seggio a Montecitorio, data la incompatibilità con il mandato parlamentare.” 

L’attribuzione di un assessore al PSDI, che ha quattro consiglieri, in una maggioranza di 32 consiglieri è fuori dalle regole del codice Cencelli ed è segno di un'adesione politica. 

Non è un caso che il PRI, che esprimeva il quel periodo il deputato reggino eletto sottosegretario al Ministero dei Lavori Pubblici il 23 luglio di quell’anno, resterà fuori dalla maggioranza. Vi rientrerà dopo la scelta del Psdi di passare all'opposizione e coincide con il cambio di linea della gestione del Decreto Reggio. 

Il sostegno alla giunta Battaglia nasceva in un particolare contesto, era di breve durata, ed aveva un parlamentare alla guida che garantiva autonomia rispetto alle logiche del potere politico locale. 

Il personaggio Battaglia, con la sua storia di politico che antepone gli interessi della città a quelli di partito, il parlamentare che guida temporaneamente la città in un momento difficile mettendo in gioco il patrimonio e la reputazione, appariva, come è stato, capace di impedire, provvisoriamente, l’avvento degli ascari al potere romano. 

Quegli stessi che dopo le sue dimissioni si insedieranno per restaurare un sistema di gestione che soltanto la svolta coraggiosa di Licandro arresterà. 

Avevamo piena consapevolezza che la battaglia politica su quei temi non poteva portare in tempi brevi a sconfiggere un accordo di potere dominante ed asfissiante. Avevamo comunque chiaro che era nostro dovere testimoniare il dissenso, nutrendo la fiducia che l’inizio di uno scontro, comunque interno al sistema, potesse indebolirlo fino a farlo implodere politicamente. Ed è ciò che faremo dopo pochi mesi dall’insediamento della giunta Licandro scegliendo di uscire da quella maggioranza e passare all'opposizione.

Dovevamo avere il coraggio di osare, sapendo di rischiare. Era nelle nostre corde.

Dovevamo muoverci su più fronti. Un fronte interno di livello regionale dove ancora resisteva un partito con una maggioranza facente capo al parlamentare cosentino. Quello esterno del rapporto con le altre forze politiche e con la gente.

Per quei tempi, a quelle latitudini, una vera rivoluzione copernicana. 

Una sfida contro i titani. 

Incoraggiati dal risultato elettorale delle amministrative comprendiamo che non era sufficiente assumersi responsabilità di governo ma che doveva raccordarsi con la gente, non interrompere una buona prassi di democrazia partecipata. 

Non staremo arroccati nelle stanze degli assessorati, curiamo di mantenere i rapporti con la gente sia come partito che come gruppi consiliari organizzando conferenze stampa e convegni.


N - 10 Ottobre 1989 - La conferenza stampa del PSDI

Ci mettiamo subito al lavoro per preparare una conferenza stampa 

Gazzetta del Sud del 6 ottobre 1989: “ Conferenza stampa PSDI sul decreto – Il partito Socialdemocratico ed il gruppo consiliare al comune di Reggio Calabria, in merito al dibattito sulla legge per Reggio e le conseguenti implicazioni di carattere progettuale e procedurale intende portare all’attenzione delle forze politiche, dell’opinione pubblica e della città, una propria chiara ed inequivocabile posizione.

Perciò i socialdemocratici illustreranno e discuteranno con i giornalisti la questione in una conferenza stampa indetta per le ore 11 di martedì dieci ottobre presso la sede del partito in via Osanna 15.

Il Giornale di Calabria, l’11 ottobre 1989, con un articolo a firma di Enzo Lacaria dal titolo: ”Utilizzare i flussi finanziari in un unico disegno di sviluppo “ - … “Il segretario provinciale Chisari e l’assessore Romeo sono stati molto espliciti nei loro interventi ed hanno mostrato di voler recuperare, con l’azione della maggioranza e di tutto il consiglio comunale, il distacco tra politica e società, la pratica, sempre più diffusa del “sospetto”, lo stato di immobilismo provocato dalla rissosità interna ai partiti e fra di loro. Quel che occorre a Reggio Calabria è misurarsi sui problemi, stabilire precisi itinerari di marcia calendarizzando le tappe e adottare provvedimenti consequenziali in uno sforzo programmatorio che tenga conto delle grandi risorse finanziarie disponibili inoltre il decreto per Reggio" … “La proposta politico-operativa del PSDI ha il pregio di puntare su cose concrete, non parte “dall’anno zero”; sollecita, però, un confronto immediato e, soprattutto, dopo la definizione delle scelte, una capacità tempestiva di progettazione e di realizzazione attraverso regole nuove che riducono i margini di discrezionalità del potere politico, esaltino la partecipazione di tutte le forze sociali, politiche e produttive della città, indicano precise regole comportamentali liberando gli amministratori della bufera di pressioni che già si accinge ad abbattersi nella città di Reggio per privarla della più importante occasione di gestire, da artefice e protagonista, il suo stesso futuro.”

Verrà distribuito un dossier contenente:

1 - Estratto progetto mirato per l’area metropolitana calabrese dello Stretto

2 - Protocollo d’intesa 19/12/1985 : Comuni, Regione, Ministero trasporti, FF.SS

3 - L’area integrata dello Stretto: Sviluppo ed infrastrutture. Atti del Convegno sulle linee

 programmatiche approvate dal Consiglio Comunale

4 - Delibera CC n. 649 del 20/03/89 – Programma per legge 64 e fondi FIO

5 - Delibere CC sulle localizzazioni

6 - Indicazioni 1 Commissione consiliare per interventi previsti dalla legge per Reggio Calabria

7 - Primo pacchetto funzionale proposto da Bonifica SPA

8 Sistemazione viaria urbanistica via Marina: ODG Consiglio Comunale 20/01/1988, Relazione Prof. Manfredi Nicoletti

9 - Delibere G.M. su Piani di Recupero ed indagini conoscitive di settore

10 - Relazione Prof. Torrieri sui Parcheggi

11 - Regolamento incarichi professionali

15/11/1989 - Il convegno sul tema “Ruolo di Reggio” 

“Centro storico, ricerca del ruolo in un dibattito del Psdi

Rivalutare il «cuore» della città

«Centro storico, quale ruolo?» è stato il tema di un incontro-dibattito organizzato dal gruppo consiliare socialdemocratico al Comune, svoltosi alla Provincia.

L'assessore Paolo Romeo, introducendo i lavori, ha evidenziato che l'iniziativa puntava a creare la convergenza di tutta la classe dirigente della città, chiamata a definire il ruolo del «corpo» centrale urbano, utilizzando la grande occasione che offre la legge per Reggio.

Se vi è stata una perdita di qualità e di identità urbana, secondo Romeo «essa ha riguardato soprattutto il centro storico che, viceversa, dovrebbe esprimere per qualità ambientale, dignità architettonica, vivibilità, emblematicamente e, funzionalmente l'intera città," oltre ad assumere funzioni di aggregazione sociale. Romeo ha quindi affrontato i vari aspetti di un coerente disegno progettuale, all'interno del quale assumono un ruolo determinante il piano particolareggiato ed altimetrico, arredo urbano(con particolare riguardo al Lungomare), incentivi edilizi, trasporto pubblico, parcheggi ed altro ancora, sollecitando un contributo propositivo di tutte le forze culturali, sociali, produttive ed economiche.

Il sindaco Battaglia ha rimarcato l'esigenza di «restituire un volto ed un immagine alla città, dove il centro storico è chiamato a svolgere un ruolo determinante». La professoressa Simonetta Valtieri ha evidenziato come il problema della definizione del ruolo del centro storico sia all'attenzione del dibattito nazionale ed internazionale. La conservazione fisica del centro andrebbe garantita dal recupero dei suoi edifici liberty, attraverso la costituzione di un albo di maestranze edili locali con specifica esperienza nel campo del restauro. Ricordando la sua decennale esperienza e guardando attraverso le finalità che il piano regolatore assegna a Reggio, il prof. Antonio Quistelli ha tracciato le linee direttrici entro cui bisogna muoversi per dare ruolo e prospettiva alla città ed al suo territorio.

Il prof. Domenico Corso si è soffermato sulla necessità che gli interventi straordinari siano mirati al decongestionamento del centro storico, attraverso lo spostamento di insediamenti pubblici e la creazione di servizi adeguati. L'importanza della continuità delle radici storiche è stata evidenziata dal prof. Paolo Costabile, mentre l'ing. Bruno Ferrucci si è soffermato sull'esigenza inderogabile del potenziamento dell'aeroporto. nonché sulla sistemazione

del Lungomare. Sono intervenuti anche il presidente dell'Ordine degli ingegneri, Giuseppe Arena, il prof. Vincenzo Panuccio, la professoressa Flora Borrelli. il geologo Giuseppe Mandaglio, gli ingegneri Raffaele Granillo.”