LOGICHE D'AUTORE

6. L'impronta delle logiche d'autore nell'impostazione accusatoria.

Nella dottrina tedesca dei primi anni del secolo scorso si è delineata, accanto alla comune concezione di colpa, la cosiddetta colpa d'autore o colpa per il modo di essere. Il modo di essere dell'agente è l'oggetto dell'indagine ed in secondo piano passa il fatto commesso. Si risponde penalmente per “quello che si è” e non per "quello che si fa”. Si parla di diritto penale del nemico o di diritto penale d'autore, formule equivalenti che evocano il fatto che ciò che è punibile non è più il reato ma il reo. 

Il leit motiv è dato dall'appartenenza del nemico ad un gruppo identitario, al modello penale nazista del "tipo normativo d'autore", il presupposto della colpevolezza di autore è l'oggetto del rimprovero che consiste nell'aver informato la propria vita al crimine, nell'essere piuttosto che nel commettere, mentre il fatto tipico costituisce null'altro che il sintomo di tale personalità.

"Lo schema teorico di diritto alla sicurezza, teorizzato dallo studioso tedesco Jakobs, è fondato sulla contrapposizione tra l'esigenza di proteggere i cittadini onesti e quella di estromettere dal sistema di garanzie coloro che si sottraggono all'osservanza del patto sociale e, per questa ragione, devono essere trattati non come persone, ma come antagonisti da combattere, siano essi nemici veri o presunti. I bisogni di sicurezza finiscono, quindi, per giustificare la selezione dei comportamenti criminosi, e la conseguente classificazione dei nemici. Dal punto di vista operativo, si concepiscono appositi piani di sicurezza della società dai delinquenti per principio, fondati su congegni normativi che guardano al futuro, per neutralizzare pericoli, e non al passato, per riaffermare la vigenza della norma violata".

Il nemico deve avere un trascorso che lo può fare inquadrare in un gruppo che diventa il presupposto della colpevolezza.