LA SFIDA DELLA COMPLESSITA'

4. Il secondo principio della termodinamica.

Assume particolare rilievo in questo contesto il concetto di complessità, il cui più autorevole teorico è senz’altro Edgar Morin (Parigi 1921).

La cultura moderna, secondo Morin, ha derivato dalla scienza meccanicista una concezione dicotomica (la scissione cartesiana tra soggetto ed oggetto della conoscenza, tra mente e corpo) e riduzionista (come se ogni aspetto della realtà potesse essere ricondotto alle leggi semplici del movimento meccanico, reversibile e determinabile). La relatività generale e la fisica quantistica, ed ancor prima la termodinamica, hanno tuttavia rivoluzionato la scienza dall’interno, ed hanno aperto nuove vie.

Il secondo principio della termodinamica

Tale rivoluzione va fatta risalire agli inizi dell’ottocento, quando Fourier ha scoperto che tutti i corpi cedono e assorbono calore, il flusso di calore tra due corpi a una direzione costante dal corpo più caldo corpo più freddo e che, nello scambio parte di calore si disperde sotto forma di energia degradata, dopo più riutilizzabile e determinante l’aumento di disordine all’interno di un sistema. La teorizzazione del secondo principio della termodinamica ha cambiato completamente l’eccezione di quei principi che, come si è detto, sono a fondamento della meccanica classica, a partire da quello di causalità. È ovvio infatti che essendo la differenza di temperatura tra i due corpi a causa dello scambio di calore, una volta verificatosi l’effetto dell’equilibrio termico, non si potrà più - partendo dall’effetto - risalire a ciò che lo ha generato, poiché la differenza di temperatura e appunto scomparsa. 

Emerge poi il mutamento non può essere considerato solo in quanto spostamento, dato che riguarda anche la trasformazione di un corpo. Il tempo, inoltre, da reversibile, da parametro assume, direzione e diventa struttura della realtà: tutto ha una storia.

La complessità è un antidoto all’atomizzazione ed alla separazione, ad un progresso fuori contesto. La teoria dei sistemi complessi infatti è basata sull’idea che in un sistema isolato cresca irreversibilmente il disordine, l’entropia che lo condurrebbe alla morte. Sono invece gli scambi continui di un sistema aperto che definiscono la vita ed il suo equilibrio in divenire. L’ecologia tiene inoltre conto dello scambio tra sistemi aperti e l’ambiente. Un sistema vivente è un sistema di auto-eco-organizzazione.

L’intelligenza cieca

In molteplici ambiti, sostiene Morin, l’intelligenza parcellare, compartimentata, meccanicista, disgiuntiva, riduzionista spezza la complessità del mondo in frammenti disgiunti, fraziona i problemi, separa ciò che è collegato, unidimensionalizza il multidimensionale. E’ una intelligenza contemporaneamente miope, presbite, daltonica, guercia: essa finisce nella maggior parte dei casi per essere cieca.

I quattro pilastri di certezza su cui si fonda la scienza classica

Egli sostiene che fino all’inizio del 20º secolo, in cui entra in crisi, la scienza classica si è fondata su quattro pilastri di certezza, che hanno per causa ed effetto di dissolvere la complessità attraverso la semplicità: il principio d’ordine, il principio di separazione, il principio di riduzione, il carattere assoluto della logica deduttivo-Identitaria. 

Questi quattro pilastri hanno generato un tipo di conoscenza che ha esteso il proprio impero dalle scienze fisiche alle scienze umane, dalle scienze alle tecniche, ormai associate in tecno-scienze, da queste alle istituzioni industriali, burocratiche, private pubbliche. E così questo impero si è ingrandito fino alle dimensioni stesse del nostro mondo contemporaneo.

Il pilastro d’ordine

Il pilastro d’ordine postula che l’universo è governato da leggi imperative. Il loro carattere assoluto deriva dall’origine della monarchia assoluta, umana e divina. Fino a Newton, è la perfezione divina che garantisce la perfezione delle leggi della natura; in seguito, essendo Dio stato ridotto alla disoccupazione tecnologica dalla scienza del 19º secolo, l’ordine si fonda su se stesso, o piuttosto è il mondo concepito come macchina perfetta che acquista l’assolutezza strappata a Dio.

Dalla sovranità dell’ordine deriva dunque una concezione deterministica e meccanicistica del mondo. Ogni disordine, ogni caso apparenti sono considerati come carenze della nostra conoscenza o come un effetto della nostra ignoranza provvisoria. Dietro questo disordine apparente, c’è un ordine nascosto da scoprire, ed è la ricerca multiforme, ossessiva dell’ordine nascosto dalle leggi della natura che ha condotto alle grandiosi scoperte della scienza fisica da Newton ad Einstein.

Il principio di separabilità

Il secondo pilastro, quello del principio di separabilità, è costituito dal principio secondo il quale è necessario, per risolvere un problema, scomporlo in elementi semplici. Questo principio analitico è certo pertinente, ma vi manca semplicemente la consapevolezza della difficoltà che pone l’insieme in quanto insieme. Il principio di separabilità si è imposto nell’ambito scientifico attraverso la specializzazione, degenerando poi in iperspecializzazione e in compartimentazione disciplinare in cui gli insiemi complessi, come la natura un essere umano, sono stati frammentati in parti non comunicanti.

Il principio di riduzione

Il terzo pilastro, quello del principio di riduzione, fondo all’idea che la conoscenza degli elementi di base del mondo fisico e biologico è fondamentale, mentre la conoscenza dei loro insiemi, notevoli e diversi, è secondaria. Questo principio rafforza il principio di separabilità, che a sua volta rafforza il principio di riduzione. Più in generale, il principio di riduzione tende a ridurre il conoscibile a ciò che è misurabile, quantificabile, formalizzabile, secondo l’assioma di Galileo: i fenomeni non devono essere descritti che con l’aiuto di quantità misurabili.

La logica induttivo-deduttivo-identitaria

Il quarto pilastro è quello della logica induttivo-deduttivo-identitaria identificata con la Ragione. L’induzione, la deduzione e i tre assiomi identitari di Aristotele assicurano la validità, la coerenza e la validità formale delle teorie e dei ragionamenti. La nostra logica classica è nata in Grecia quattro secoli prima della nostra era; i suoi fondamenti sono stati posti nell’Organon di Aristotele. Il nocciolo della logica classica ha assunto un valore universale trasgredibile nei sistemi nazionali-empirici classici.

Il ragionamento e la costruzione teorica si attuano logicamente per deduzione e induzione. La deduzione e il procedimento che trae le conseguenze uniche azioni necessarie da premesse o proposizioni preliminari. L’induzione, perché, al contrario della riduzione, parte da fatti particolari per arrivare ai principi generali, è in partenza il processo animale umano comune per l’acquisizione di una conoscenza generale. Limitandosi solo alla riduzione dall’induzione logica classica esclude dall’ambito logico ciò che è atto dell’invenzione e della creazione.  

La causalità lineare

Guidato dai principi di ordine, riduzione e semplificazione ogni mutamento diventa un semplice spostamento nello spazio di corpi che obbediscono tutti alla ferrea legge di una causalità lineare; 

Il tempo e lo spazio: apparenti e relativi

Il tempo, che, scorre e trasforma le cose, insieme allo spazio che muta e incide sui fenomeni, saranno considerati, per secoli, apparenti e relativi, schermi dietro cui si nascondono spazio e tempo assoluti; semplici contenitori entro cui fenomeni avvengono, parametri definitivi, forme pure della sensibilità.

La logica, la coerenza e la realtà

L’ultimo pilastro, poi, la logica aristotelica, non fa altro che legittimare sostenere questo tipo di pensiero. Essa ha armato la concezione di un mondo coerente, interamente accessibile al pensiero, e tutto ciò che ho passato questa coerenza diveniva qualcosa che stava solo fuori dalla logica, anche fuori dal mondo dalla realtà.

Proprio in conseguenza di ciò la razionalità occidentale ha favorito un pericoloso processo inconsapevole trasformazione della ragione in mito; il mito di stessa.

La semplificazione scientifica, proprio essa, ha fallito nella sua vittoria stessa nella sua ricerca ossessiva del mattone elementare della legge suprema dell’universo, ha incontrato, nei suoi ultimi progressi e senza poter riassorbire, la complessità che aveva eliminato del suo principio.

La funzione dello scienziato

Lo scienziato non ha più la vera funzione di un fotografo; il soggetto interviene nel processo di conoscenza modifica l’oggetto di conoscenza. Il soggetto semplice spettatore diventa attore nello spettacolo della vita.

Nessuna verità può essere sottratta allo scorrere del tempo e dalla soggettività.

Il tempo circolare

La natura si presenta come un sistema in cui il tempo interviene a tutti i livelli, un tempo tutt’altro che lineare, reversibile e ininfluente, ma che ha molteplici aspetti: quello antropico delle dispersioni, della degradazione, della morte, quello biologico dell’organizzazione, della morfogenesi, della vita. È un tempo contraddittorio perché distrugge, consuma mentre organizza e crea. E un tempo circolare che si ripete, ma che nel ritornare trasforma e cambia le cose. 

Il pensiero semplificante

La congiunzione dei quattro pilastri determina il pensiero semplificatore, sottomesso alla egemonia della disgiunzione, nella riduzione e del calcolo, e non concepisce che oggetti semplici che obbediscono a leggi generali.

La semplificazione, benché sempre egemonica e trionfante, è in crisi nel 20º secolo, sotto l’effetto dei propri progressi, che sotto la forma di due rivoluzioni scientifiche, la prima incompiuta, la seconda appena agli inizi.

La prima rivoluzione scientifica si effettua in fisica a partire dal 1900, determina la crisi dell’ordine, della separatezza, della riduzione, della logica.

La seconda si manifesta attraverso l’emergenza di scienze sistemiche, gli accorpamenti di discipline molto diverse intorno a un complesso di interazioni e/o a un oggetto costituente un sistema e mina alla base la separabilità e la riduzione.

I quattro pilastri hanno così vacillato a causa dell’apparizione del disordine, della non separabilità, della non riducibilità, dell’incertezza logica.