1990
AFFARI E POLITICA
Elenco Racconti
30/08/1990 - Conferenza stampa PSDI: Affari e politica
LA CONFERENZA STAMPA DEL PSDI DEL 30 AGOSTO 1990
1 – PERCHE’LA CONFERENZA STAMPA
In regime di normalità un partito, che non si trova a far parte di una coalizione di governo di Enti Locali per accertata incompatibilità politica e programmatica con le forze che guidano la maggioranza, può evitare di rivolgersi all'opinione pubblica.
La gravità della situazione é però tale, che il PSDI si ritiene costretto, attraverso lo strumento democratico della stampa, a fornire una completa informazione sugli ultimi avvenimenti politici, per far emergere una verità che rappresenta un vero e proprio grido di allarme.
Nessuna intenzione di fare clamorose o scandalose rivelazioni, ma una serena e documentata valutazione delle ultime vicende dalle quali, emerge con prepotenza, che nella nostra provincia si é coagulato un coacervo di forze e di interessi 1e cui finalità sono la causa primaria dello scontro politico dei nostri giorni.
- LE PREGIUDIZIALI DEL PSDI
Premettiamo che le esperienze di governo del Comune capoluogo e della Provincia, in questi ultimi anni, nonché l'evoluzione inesorabile di fatti non politici, condizionanti ed inquinanti, hanno indotto il nostro partito a porre nel corso delle trattative due condizioni pregiudiziali, politiche e programmatiche, ritenute ineludibili ed essenziali, per la presenza nella maggioranza della Socialdemocrazia.
La prima riguarda l'allargamento del quadro politico, ritenendo il tripartito, una esperienza superata; la seconda legata esigenza di assumere precisi impegni, in ordine ai grave problema inquinante delle convenzioni con Società di servizio.
La prima pregiudiziale tendeva al rafforzamento del quadro politico ed a modificare gli effetti dell'abbraccio DC-PSI che non convinceva dal primo momento e che era destinato a creare, nei fatti, un asse, le cui finalità nascondevano disegni poco chiari, non partecipati, forse inconfessabili e, comunque, un gruppo di potere contro il quale la socialdemocrazia aveva già duramente combattuto ed al quale non poteva e non voleva offrire alcuna copertura. (All. 1)
La seconda pregiudiziale tendeva ad acquisire giuste e necessarie garanzie capaci di fermare l'escalation delle convenzioni miliardarie, che stanno soffocando tutti Enti Territoriali e rappresentano una grave minaccia per l'imprenditoria; per le professionalità locali e quindi per un reale sviluppo dell'intera Provincia.
La risposta - per certi versi scontata – è stata pronta e lapidaria.
I signori delle convenzioni - forti di una sorprendente impunità - desiderano andare avanti e, possibilmente, senza i Socialdemocratici, scomodissimi compagni di viaggio ed imperdonabili alleati colpevoli di aver fatto naufragare - come vedremo - "convenzioni".
3- I TEMI DELLO SCONTRO
Si impone allora in questa fase' uno scrupoloso esercizio della verità della quale anche i rappresentanti dell'opinione pubblica devono prendere atto.
Si tratta di capire fino in fondo quali sono stati i veri motivi che hanno determinato il nostro disimpegno da una maggioranza che ha pervicacemente rifiutato ogni confronto sulle cose concrete, ed ha respinto con arroganza la richiesta del PSDI di definire con chiarezza e ".trasparenza” aspetti anche inquietanti nella volontà passata e presente di gestire la cosa pubblica.
Quali sono stati allora i motivi del grande rifiuto?
Quale é stata la coerenza del PSDI, coscienza critica della maggioranza nel passato, deciso ora, a rompere un sistema di potere fondato su interessi di parte ed intese trasversali?.
Uno scontro - come vedremo - fra interessi della politica ed interessi di gruppo e persone; fra conservazione e progresso; fra forze intermediarie di interessi romani e di una imprenditorialità di rapina e realtà locali, non sempre degnamente rappresentate, che vorrebbero, crescendo, diventare artefici dello sviluppo della loro terra.
4 - LA LINEA POLITICA DEL PSDI
Da anni il PSDI scrive, interviene nelle sedi istituzionali, organizza convegni e conferenze stampa, preme perché le amministrazioni stabiliscano regole chiare e certe, per rendere reale la fumosa trasparenza, in vista dei cospicui finanziamenti in arrivo e per determinare le condizioni perché questa occasione coincida con il superamento ed il rilancio della realtà economico e sociale della Provincia.
Per determinare un cambiamento radicale di rotta, caratterizzato da una netta e provata sudditanza agli interessi extra provinciali e per ricercare convergenze forti fra tutte le forze che operano sul territorio, costituendo una diga contro le solite prevedibili organizzazioni silenziose, compatte, incidenti, penetranti e - alla fine - determinanti.
Anche se, alla fine, non ci resta che prendere atto che all'obiettivo della "gestione" del Decreto Reggio sono stati piegati scelte politiche, alleanze e gestione delle istituzioni.
Ma vediamo su quale 1inea politica, ne1 particolare, si é mossa in questi ultimi anni, la Socialdemocrazia e come ha poi dovuto fronteggiare i ripetuti tentativi di orientare, ogni scelta, ad interessi di parte.
Sul tema della sviluppo, del rilancio degli Enti, del superamento della situazione di degrado della nostra società, della corretta utilizzazione delle risorse disponibili, il PSDI ha posto e pone come dato fondamentale:
- il primato ed il ruolo alto della politica e quindi un corretto rapporto fra partiti ed istituzioni. Il superamento – quindi - di un sistema politico in crisi di rappresentanza e sempre più tentato, prescindendo dalle volontà degli elettori, all'esercizio arrogante del potere, piuttosto che scelte di progresso;
- il ruolo di protagonismo e la centralità delle forze vive della società, le sole che possono determinare la crescita, realizzando un processo dì affiancamento della classe dirigente locale rispetto al' tradizionale rapporto di sudditanza con centri decisionali extra provinciali;
- trasparenza (reale) e rigore morale nella gestione, come elemento indispensabile per la lotta alla mafia ed al malaffare.
5 - IL PSDI PARTITO SCOMODO
Nel tempo questa linea politica ha incontrato notevoli resistenze all'interno della maggioranza politica e degli esecutivi; dove il PSDI, pur nel rispetto di un corretto e leale rapporto con le altre forze; non ha mancato di sostenere con fermezza questa linea, condizionando le scelte ed assumendo -nel tempo- il ruolo di partito scomodo.
E' da precisare che le battaglie sostenute dal PSDI hanno registrato significative convergenze che hanno consentito la emarginazione di spinte contrapposte spesso esterne alle Istituzioni condizione questa che ha reso possibile la permanenza dei PSDI nella maggioranza (All. 2).
Spinte contrapposte azionate da quegli stessi soggetti che hanno ritenuto e ritengono i1 PSDI un alleato scomodo, certamente non funzionale ai loro disegni.
Portando avanti con coerenza questa linea e questi principi il PSDI ha finito per costituire la coscienza critica in ogni amministrazione come peraltro risulta nelle diverse battaglie combattute e quasi sempre vinte.
6 - LE DENUNZIE DEGLI ORDINI PROFESSIONALI
Battaglie che hanno trovato riscontro anche in posizioni autorevoli espresse al di fuori della politica e quindi per noi altrettanto meritevoli se non di più sii profonda attenzione. Citiamo per tutte sul delicato filone delle "convenzioni" la denuncia del Presidente dell’ordine degli Architetti della Provincia di RC. (All. 4)
In essa leggiamo che la provincia “é stata invasa da emissari (più o meno ufficializzati da alcuni partiti) di varie "società di capitale" alla ricerca di "affari" da concludere con gli Enti Locali". (All.5)
Una "invasione" analoga ha interessato Enti come la Reghion, la Regione, l'ENEL, l'ANAS, i consorzi di Bonifica, l'F.S. e l’ASI. (all.6)
I primi veri tentativi di condizionare le scelte pubbliche ad interessi di parte, che costituiscono le prove generali della gestione del Decreto Reggio, iniziano nei primi mesi del 1988.
7 - LA FUNIVIA
E' di questo periodo l'iniziativa spregiudicata di inventare una Funivia RC - Gambarie finalizzata alla convenzione da stipulare con INSUD e quindi per gestire la spesa di Lire 22 miliardi.
Tentativo messo in atto da alcuni settori ben individuati del PSI e della DC ma fallito per la netta opposizione ad opera soprattutto del PSDI e del PRI e de1 PCI. ( all. 7)
Posizione che ha trovato - guarda caso - una dura e provocativa presa di posizione del rappresentante di un dirigente socialista vicino alle posizioni dell'on.le Zavettieri. (all. 8)
8- IL CENTRO DIREZIONALE
Un secondo esempio - altrettanto emblematico - ci viene dalla vicenda del centro Direzionale.
L' Amministrazione Comunale si era impegnata all'epoca ad elaborare un programma di opere funzionali allo sviluppo della Città, da far finanziare con la Legge 64, e l'allora Assessore socialdemocratico all'Urbanistica, sposando interamente questa esigenza, che tendeva anche a bilanciare le risorse già destinate alle altre città calabresi, predisponeva ogni utile strumento progettuale in funzione delle esigenze primarie della città.
Da qui, partiva una richiesta alla Regione per il finanziamento della redazione dei progetti esecutivi che si muovevano u quattro direttrici:
Parcheggi - Collina di Pentimele - Centro Direzionale - Sistemazione di tutti i torrenti attraversanti il Comune.
La Regione, fra gli altri finanziamenti concessi, attribuiva la somma di un miliardo per la redazione del progetto esecutivo del Centro Direzionale. (All. 9)
Improvvisamente, prescindendo da ogni richiesta e volontà del Comune, piove dal cielo un progetto esecutivo del Centro Direzionale ed il finanziamento dell'opera per £ 114 miliardi. (All. 10)
Un assessore regionale del PSI, violentando procedure e regole, ha voluto imporre una sua scelta.
Quali sono stati i motivi di tanta iniziativa e - dì tale solerzia?
Sarà, dopo, chiaro quale era l'obiettivo.
Assistiamo prima ad una frenetica sistemazione dì "carte" al Comune, il ricatto al Consiglio Comunale perchè accettasse il finanziamento, pena la sua perdita, l'inseguirsi di due diversi progetti esecutivi e finalmente, a conclusione di tante avventurose violazioni e di scelte maturate al di fuori delle Istituzioni, e del susseguirsi di una serie di delibere, l'ultima del 1990, della Giunta Comunale in assenza del rappresentante PSDI in violazione dì una specifica competenza del Consiglio Comunale, 1 ' affidamento in concessione a Bonifica!
L'obiettivo iniziale si era chiarito.
9- INFRASUD, ICIE, BONIFICA, ECC.
Mentre tutto questo avveniva al Comune, all'Amministrazione Provinciale si consolidava lo stesso sistema di potere con una incredibile e frenetica attività della Giunta, tra l'altro in materie e competenze del Consiglio Provinciale.
L'Amministrazione Provinciale ha ceduto, in appalto, i propri poteri istituzionali e quelli, indispensabili, della programmazione in funzione degli interessi della collettività.
Una serie di convenzioni che evidentemente trovano giustificazione soltanto perché obbediscono ad illegittimi interessi di parte ed i cui contenuti dovrebbero essere finalmente portati alla attenzione dell'opinione pubblica.
Le convenzioni hanno riguardato l'ICIE, BONIFICA ed INFRASUD. (All. 11)
Le reazioni di gruppi sociali e forze politiche (di tutta evidenza appare oggi una interrogazione dell'allora consigliere provinciale Michele Furfaro) (allegato 12) le chiare prese di posizione del PSDI (Allegati 13), e la stessa iniziativa assunta dalla Magistratura (All. 14) non sono valse a smuovere la pervicace ed arrogante volontà di andare avanti, nonostante l'iniziativa assunta dal Consiglio Provinciale mirava alla elaborazione di una proposta di revoca o modifica delle Convenzioni (All.15).
La stessa Amministrazione, protagonista di queste avventurose iniziative, non è riuscita neanche a far rispettare i pochi vincoli che forse strumentalmente erano stati posti all'interno delle convenzioni per una forte partecipazione delle ·professionalità locali.
Evidentemente, i signori delle Convenzioni, sono riusciti a condizionare, fino in fondo l'Amministrazione.
I tre allegati 16 -17 e 18, un tentativo di giustificazione dell'Amministrazione in esito alle iniziative assunte dai partiti, contengono, a proposito, affermazioni che dimostrano le palesi violazioni degli impegni contrattuali, la connivente consapevolezza dell'Amministrazione e la logica perversa che sorregge questo tipo di iniziative con le società di servizio.
Un fiume di denaro pubblico, almeno 1000 miliardi, senza argini, gestito in nome della politica, ma non orientato all'interno di una programmazione capace di produrre lo sviluppo.
10- IL "DECRETO REGGIO"
Queste erano le premesse, alcune scelte effettuate in sede extraistituzionale, con metodi e procedure svincolate da ogni logica programmatica, men che meno di sviluppo della città.
Le permanenti preoccupazioni sulla invadenza devastante di interessi estranei alla Città, hanno determinato costantemente iniziative ed interventi del PSDI che in molti casi hanno portato a profonde correzioni di rotta. Una continua rincorsa per rompere un sistema di potere che sì andava via via affermando, e si stava consolidando per "gestire" il Decreto Reggio, ed a questo obiettivo di fatto subordinare ogni "scelta" politica ed ogni equilibrio istituzionale.
L'unico atto che ha caratterizzato l'Amministrazione Comunale del tempo é stata infatti la firma da parte del Sindaco di una convenzione "chiavi in mano" con Bonifica per la gestione del Decreto Reggio.
E' stato un atto di arroganza e di subordinazione perfettamente in linea con le logiche che avevano guidato le altre scelte comunali e provinciali, tra l'altro, assunto dopo le elezi6ni. (All. 19)
Ma il PSDI coerente con la linea politica di sempre, interviene protesta e chiede la revoca della convenzione. (All.20)
Convenzio-
Anche la forte iniziativa del PSDI ha giustamente portato - quindi - alla revoca di quella convenzione.
IL PSDI E LE LOGICHE DELL'INVADENZA ROMANA
Ma ancora, in un intreccio di pervicace interessi di signori romani e reggini, i suoi effetti economici, la sua gestione, si dimostrava il vero obiettivo.
E questo partito permanentemente davanti ai silenzi di tutte le forze politiche; davanti al sommerso tentativo di fare entrare dalla finestra quello che era stato fatto uscire dalla porta (Bonifica Italstat); davanti alle preoccupazioni di grave portata da parte dell'Associazione dei costruttori che apre ampi squarci di verità sul ruolo dei vari colonizzatori del passato e sugli effetti distorcenti della loro invadenza (All. 21); davanti al rischio oggi più presente di ieri, che accordi forti tra persone e gruppi, con bipolarismi di facciata, non sono frutto di valutazioni politiche o di scelte programmatiche, ma sono cementate esclusivamente dal bisogno di mettere le mani sulla città e sono la conseguenza scontata di accordi di potere.
Questo partito scomodo, irriverente, lancia la sfida, per romper un meccanismo già collaudato. (All. 22)
In una importante e decisiva conferenza stampa dell'ottobre 1989 (All. 23) abbiamo indicato una strada di riscatto da una permanente condizione di dipendenza, che affidava preminenza e legittimità al ruolo delle professionalità locali, alla imprenditoria della città, da voce alle forze sociali e culturali, ai cittadini.
Si pone, questo partito, con coraggio, a conclusione di un dibattito che ha fatto uscire il tema all'esterno del Palazzo o delle case private, alla testa di una esigenza di riscatto e di civiltà, con una chiara indicazione ne1 contesto della conferenza cittadina sul Decreto Reggio alla presenza del Ministro Conte. (all. 24)
Abbiamo, allora, col consenso convinto di alcuni e sofferto di altri (all. 25), contribuito a conquistare finalmente alla città almeno un protagonismo che rompeva le solite logiche dell'invadenza.
Abbiamo dato un contributo forte per la definizione di procedure chiare, anche all'interno di tempi urgenti che, almeno allora, erano imposti.
12 - I SIGNORI DELLE CONVENZIONI
Ma la perversa macchina, uguale e contraria, quella che sembrava apparentemente sconfitta alla fine del 1989, si è rimessa subito dopo in moto.
Invece di definire itinerari coerenti si è ripiegati su un generico o.d.g. che introduceva, creando una rottura in Consiglio Comunale (All. 26) l'esigenza del ricorso ad una struttura di supporto che aiutasse l'Amministrazione nella gestione del Decreto visti i tempi ristrettissimi che erano stati indicati (il Ministro aveva già rimesso le somme alla tesoreria del Comune!).
Per il PSDI questo aspetto non determinava incoerenza rispetto ad alcuna posizione precedente, ma vi era stata una posizione pregiudiziale nei confronti di strutture di servizio in quanto tali; il problema era ed è il contenuto di questo rapporto, i limiti del rapporto contrattuale, l'eliminazione dei rischi affaristici che, a monte, orientano proprio i contenuti della "convenzione". ( All. 27)
Ma per le altre forze, questa possibile "apertura" e la sua interessata· interpretazione, evidentemente significava ricominciare a lavorare· nella logica perversa della "convenzioni".
Le forze in campo, reggine e romane, romane e reggine, si avviavano ad annullare la stagione, assai breve, del rinnovamento, per piegare il tutto alla originaria impostazione.
Già 1'11.05.1990 il PSDI aveva tentato di rompere i silenzi, dei mesi successivi che perdurano. Inutilmente. (allegata interrogazione n. 28)
I silenzi perdurano anche quando il PCI indica le sigle dei possibili convenzionandi. (All. 29)
Neanche il dibattito nel Consiglio Comunale del luglio 90, di facciata, ha fatto chiarezza sugli obiettivi veri che stanno per essere perseguiti. (all.30)
Riteniamo che alla ripresa dell’attività politica, le iniziative per il "Decreto Reggio" diventeranno finalmente frenetiche.
Occorreva forse prima eliminare l'alleato scomodo, quella coscienza critica che rischiava di rompere accordi ed obiettivi, che poneva con irriverenza pregiudiziali su un terreno di esclusiva competenza di altri.
Cosa significa, discutere di programmi, di scelte, di metodi di governo, quando è stato già istituito l'asse forte, per decreto, fra i due partiti di maggiore “consenso” elettorale?
Cosa vuole un Partito che, tra l’altro, col suo 11% di consenso elettorale in città, diventa scomodo e pericoloso per le prossime vicende elettorali?
13 - NUOVI PROGETTI PER NUOVE MAGGIORANZE
A Reggio Calabria, come a Palermo, a quanto pare i consensi popolari non contano. Anzi, chi si assume l'onere di lottare, in una situazione a rischio, a Reggio Calabria come a Palermo contro le deviazioni della politica, deve essere - pronto a subire emarginazione provocatorie.
Ma deve essere altrettanto pronto, ed il PSDI lo è, per presenta si al prossimo appuntamento elettorale nazionale come Partito di proposta e di denuncia, per favorire un reale processo di rinnovamento politico, economico e sociale, nella certezza di delle convenzioni contribuire a sconfiggere i signori delle convenzioni.
Su questo terreno, e su nessun altro, come dimostra una chiara presa di posizione de1 partito (All. 31) sono stati posti le pregiudiziali politiche e programmatiche, porre condizioni per l'ingresso negli esecutivi.
Su esse si sono consumate le vicende politiche che hanno portato alla definizione delle nuove giunte che si sono evidenziate in maniera inequivocabile e le vere intenzioni ed il patto di potere che unisce DC e PSI, attraverso la loro indisponibilità, chiara ed arrogante, a discutere di "convenzioni" passate, presenti e future.
Il PSDI intende, da oggi, continuare la propria battaglia seguendo la linea politica di sempre ed in funzione esclusiva degli interessi della comunità.
Intende contrastare con determinazione ed impegno un disegno perverso che è contrario ad interessi che devono sempre meglio, viceversa, essere serviti.
Lavoreremo per creare alternative politiche ad un sistema di potere, attenti alle esigenze della società civile ed ai messaggi chiari ed inequivocabili che- vengono dai cittadini e dagli elettori (Astensionismo e leghe).
Chiameremo le forze politiche a misurarsi nelle istituzioni su proposte di merito che renderanno ineludibile il confronto e l'esercizio trasparente della gestione della cosa pubblica.
Con un atteggiamento di permanente denuncia e di proposta.
E già da subito lanceremo l’iniziativa di convocazione dei Consiglio Comunale e Provinciale sui temi che hanno costituito lo spartiacque politico e morale tra noi ed i signori delle convenzioni, sicuri di registrare adesioni e convergenze su una linea di rinnovamento e di riscatto.
Il Psdi intende proseguire, con maggiore intensità, il rapporto con l’opinione pubblica.
In questo sforzo sappiamo di essere in trincea: ma siamo convinti che è ormai tramontata l’epoca che tanti guasti ha prodotto nel tessuto sociale della nostra provincia, dei voti clientelari e di scambio di un elettorato indifferente e lontano dalla politica.