LE DUE STAGIONI PROCESSUALI

"Sotto l'occhio della giustizia: Un viaggio attraverso due stagioni processuali"

Introduzione

Dopo il 1994, con la fine dei partiti della cosiddetta prima Repubblica, ho continuato ad essere me stesso dedicandomi, nell’esercizio del ruolo di imputato che mi era stato imposto, più che a difendermi, a denunciare le disfunzioni del sistema giudiziario: per non sentirmi inutile. Quando poi, nel 2004, finisce la fase processuale, continuo ad essere me stesso anche in carcere, dove non mancherò di essere iperattivo nella denuncia del sistema penitenziario attraverso la cura e la pubblicazione, assieme ai condetenuti, di due volumi: Ogni società ha il carcere che si merita e “Vite tra..tenute”. Anche in questo caso per non sentirmi inutile.

Sequenza temporale

Scorri verso il basso per esplorare il Percorso Giudiziario dell’Avv. Romeo




LA

QUARTA STAGIONE

1995 – 2004



Impegno processuale.

Introduzione Quarta Stagione (1995/2004)

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La quarta stagione (1995 - 2004) segna il ritiro dalla vita politica attiva con la partecipazione alle elezioni politiche del 1994 scelta operata non già per conseguire un risultato positivo quanto, invece, per verificare e certificare in senso di un impegno. Infatti nella nota pubblica di ringraziamento si diceva, tra l’altro, : “Il risultato elettorale, pur in presenza di una radicale contrapposizione politica tra destra e sinistra è stato comunque per me positivo, con il raddoppio, nel collegio, delle preferenze conseguite nel 1992. Questo risultato premia la coerenza di un impegno politico ed il coraggio di averla sottoposta, senza sotterfugi o interessate rinunzie, alla verifica degli elettori.”

Il 27 luglio 1995 viene eseguita a carico dell’avv. Romeo la O.C.C n. 65.95 già emessa dal GIP il 27.06.95, in forza di richiesta avanzata dai PP.MM il 21.12.94 nell’ambito del procedimento “Olimpia” 

Avverso la O.C.C. viene proposto ricorso al TDL di Reggio Calabria che in data 29.09.95 annullerà il ravvedimento custodiale per mancanza di indizi.

Il 16.09.1995 verrà chiesto il giudizio immediato ed accadrà che il processo principale Olimpia, celebrato con rito ordinario e con circa 502 imputati , 453 capi di imputazione, 2188 posizioni personali, avrà la sentenza di primo grado il 19 gennaio 1999, mentre il procedimento a carico dell’avv. Paolo Romeo con un solo imputato e con un solo capo di imputazione verrà pronunciata il 12 ottobre 2000.

L’avvio del giudizio di 1° grado inizia con un rinvio che induce la difesa a promuovere una conferenza stampa (04.12.95) per denunciare la lentezza con cui si procede e manifestare il proposito di voler utilizzare il dibattimento per "fare"il processo al processo). Le lungaggini del procedimento indurranno la difesa a tenere altra conferenza stampa il 15.04.96.

Il dibattimento in cifre registra l’escussione di 102 testi, di cui 8 collaboratori di giustizia in video conferenza, la produzione di 300 documenti tra cui numerose sentenze e filmati, il tutto nel corso di 103 udienze. Si concluderà con la sentenza di condanna il 12 ottobre del 2000. Poi la sentenza di appello del 24 settembre del 2002 ed infine la sentenza della Cassazione dell’11 febbraio del 2004.

In questa sezione racconteremo il processo mediatico ed alcuni retroscena che proveranno come l'esito del processo sia stato condizionato da fatti ed episodi extraprocessuali. Gli atti processuali saranno pubblicati nella apposita sezione: Storia giudiziaria.

La mia attività principale dal 1994 al 2004 sarà quella di imputato. 

Secondaria diventa la mia attività di avvocato che comunque esercitavo nello studio di via Diana, costituendo tale attività l’unica fonte di sostentamento economico atteso che non percepivo alcuna indennità per l’attività svolta di Consigliere Regionale (Non avevo maturato i 24 mesi di attività richiesti) né quella di parlamentare alla quale avevo espressamente rinunciato alla fine del mandato.

La quarta stagione è connotata dal costante impegno nella attività processuale, avviata nel maggio del 1993 con la iscrizione nel registro degli indagati e conclusasi nel febbraio del 2004 con la sentenza di condanna alla pena di anni tre di reclusione. Inoltre in data 13 marzo 2001 la DDA di Reggio Calabria, a cura del dr Boemi, dr Verzera e dr Pennisi, ordina la iscrizione nel registro degli indagati di Gangemi Francesco e Paolo Romeo per il delitto di cui al capo 39, art. 416 bis, nell’ambito del procedimento 168/98 facendo assumere allo stesso il nr. 1291/01 RGNRDDA. Si svolgerà presso il Tribunale di Catanzaro, ai sensi dell’art. 11 del c.p.p., il procedimento c.d. Caso Reggio nel cui ambito il 3 novembre 2004 verrà emesso provvedimento custodiale. Il processo si concluderà col sentenza di assoluzione nel 27 maggio 2009 e con la archiviazione del 16 gennaio 2010 dello stralcio del procedimento.

1995

Introduzione 1995

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Il 27 luglio 1995 viene eseguita a carico dell’avv. Paolo Romeo l’ordinanza di custodia cautelare n. 65.95 già emessa dal GIP il 27 giugno del 1995, in forza di richiesta avanzata dai PP.MM il 21.12.94 nell’ambito del procedimento “Olimpia”. Le indiscrezioni giornalistiche per sei mesi sollecitano l'emissione dei provvedimenti e per un mese annunciano la prossima esecuzione. Avverso l’ordinanza di custodia cautelare viene proposto ricorso al Tribunale della libertà di Reggio Calabria che in data 29 settembre 1995 annullerà il ravvedimento custodiale per mancanza di indizi. Il 16 gennaio del 1996 la Suprema Corte di Cassazione renderà definitivo il provvedimento di annullamento rigettando il ricorso proposto dalla Procura Generale di Reggio Calabria. Si conclude così il procedimento custodiale e l’imputato affronterà il lungo processo a piede libero.

Il 16 settembre del 1995 verrà chiesto il giudizio immediato e sarà fissata l’udienza il 4 dicembre innanzi alla Corte di Assise di Reggio Calabria. Il 29 novembre 1995 viene presentata la lista testi e documenti da parte della difesa. Viene richiesta l’ammissione di oltre 110 testi e vengono depositati una rilevante mole di documenti per ogni tema contenuto nelle dichiarazioni dei collaboratori pur se non indicati, come per legge, nella rubrica del capo di imputazione talmente generico che il Pubblico ministero sarà costretto a modificare all’udienza del 31 maggio del 2000. La difesa nel corso del dibattimento chiederà l’ammissione di altri 25 testi e rinuncerà ad altri già ammessi.

Ruolo Politico 1995

Eventi 1995

Rassegna Stampa 1995

1995 - Rassegna stampa in pdf

Le Udienze del 1995

Udienza N° 1 del 04/12/1995

1996

Introduzione 1996

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Imputato processo “Olimpia”.

Il processo tarderà ad entrare nel vivo, a cagione della rinuncia del presidente dr Pedone e la successiva assegnazione del dr Greco, e per l’impedimento di alcuni testi dell’accusa. La difesa protesterà per tali ritardi promuovendo anche una seconda conferenza stampa il 16.04 1996. Dopo l'escussione di alcuni testi dell’accusa si è infatti costretti ad anticipare con i testi della difesa. Il tutto perché i collaboratori storici Lauro e Barreca, fondanti l’accusa contro Romeo, opponevano resistenza a testimoniare per ottenere, come successivamente emergerà, benefici al punto che è stato disposto anche l’accompagnamento coattivo. Un estenuante sforzo difensivo proteso a fronteggiare una macchinosa ed interessata narrazione dei collaboratori che dovevano riproporre in udienza quanto era stato oggetto di ciò che avevano concordato nel corso dei colloqui investigativi con la P.G., e successivamente verbalizzato con il magistrato inquirente. E’ anche il periodo in cui ai collaboratori vengono liquidati miliardi per la rinuncia alla protezione che procureranno anche guai a Lauro che finirà di nuovo in carcere. Lauro e Barreca sono gli stessi collaboratori che, in spregio alle rigorose norme che avrebbero dovuto assicurare il loro isolamento, avevano avuto modo di incontrarsi e concordare la versione da offrire ai giudici su alcuni fatti posti a carico di Romeo, così come ha riconosciuto il provvedimento del TDL confermato dalla Cassazione. 

L'annunciata impostazione difensiva che mirava a celebrare, pubblicamente il processo al processo, prenderà le mosse con una serie di esposti penali per denunciare irregolarità ed abusi attribuiti agli inquirenti:

Il 4 novembre 1995, verrà inoltrato un esposto contro il Gip dr Iside Russo (firmataria dell’occ) ed il Col. Angiolo Pellegrini (firmatario dell’informativa) indirizzato al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di MESSINA e per conoscenza al Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione ROMA, al Consiglio Superiore della Magistratura ROMA, On. Ministro di Grazia e Giustizia ROMA e al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di REGGIO CALABRIA perché era stato inserito nei due atti pubblici dati e notizie oggettivamente false e pertanto si riteneva sussistente a loro carico la responsabilità per falso ideologico sanzionato dall’art. 479 CP.

Il 9 aprile 1996 un nuovo esposto contro il Dr Verzera - dr Gaeta - dr Boemi - dr De Leo - dr Macrì per la irregolarità nella verbalizzazione di alcuni collaboratori di giustizia incidenti sulla posizione processuale dell’imputato Avv. Romeo.

Il 25 luglio 1996 veniva inviato un esposto con successive integrazioni del 06 gennaio 1997 e il 24 febbraio 1997 - al Comitato di Presidenza Prima Commissione Referente Consiglio Superiore della Magistratura ROMA, al Procuratore della Repubblica del TRIBUNALE DI MESSINA, al Ministro di Grazia e Giustizia ROMA e al Procuratore Generale Suprema Corte di Cassazione ROMA contro il dr Salvatore Boemi in relazione ad alcune iniziative assunte a seguito delle dichiarazioni del collaboratore Giacomo Lauro, rese all'udienza del 12 luglio del 1997, lesive della reputazione del dr Agostino Cordova. L’esposto produceva l'iscrizione nel registro degli indagati del dr Boemi Salvatore e l’apertura del procedimento n. 2618.96 RGNR e n. 5360.97 R.Gip, che ipotizzava il reato 323 cp.

Il 12 ottobre del 1996 esposto contro le affermazioni calunniose rese da Lauro Giacomo in ordine all’omicidio Mezzatesta.

Il 30 settembre 1996 viene denunciato al Procuratore Generale Corte di Appello di Reggio Calabria, Al ministro di Grazia e Giustizia ROMA, al Ministro degli Interni ROMA, al Procuratore Generale Suprema Corte di Cassazione ROMA e al Comitato di Presidenza Prima Commissione Referente Consiglio Superiore della Magistratura ROMA, il collaboratore Giacomo Ubaldo Lauro fornendo ampia documentazione, anche con successive integrazioni del 7 ottobre del 1996 e del 6 gennaio del 1997, circa la prosecuzione della attività di trafficante di stupefacente anche dopo il periodo di collaborazione e le relative coperture giudiziarie dallo stesso ottenute. I magistrati che a vario titolo si sono occupati della vicenda sono: il dr Pennisi, la d.ssa Campagna, il dr Biasi, il dr Cisterna ed il dr Mollace.

Esposto a firma dell’imputato avv. Paolo Romeo del 23 dicembre del 1996 e successive integrazioni del 14 aprile 1997 e 21 novembre del 1997 relativo alle irregolarità rilevate in ordine alla gestione dei collaboratori ed al determinarsi del pericolo di concertazione tra gli stessi. Verranno segnalati fatti e circostanze che, contrariamente a quanto affermato dai magistrati inquirenti, ovvero che i collaboratori non si sono mai potuti incontrare o sentire telefonicamente, o meglio e più precisamente, che la rigorosa vigilanza operata su di loro deve ragionevolmente fare escludere che i due abbiano potuto avere reciproche influenze sui fatti, o su alcuni fatti che hanno riferito.


Le Udienze del 1996

Udienza N° 3 del 30/01/1996

Questioni preliminari Fascicolo Pubblico ministero 

Udienza N° 6 del 15/04/1996

Rinvio per impedimento Ten. Colonnello Angelo Pellegrini e dichiarazioni spontane di Paolo Romeo 

Udienza N° 9 del 27/06/1996

Eportentosi Saverio 

Udienza N° 11 del 12/07/1996

Lauro Giacomo 

Udienza N° 12 del 12/10/1996

Collaboratore di Giustizia Lauro Giacomo e dichiarazioni spontanee Paolo Romeo

Udienza N° 13 del 22/10/1996

Dichiarazioni Paolo Romeo, Collaboratore Pino Franco

Udienza N° 14 del 24/10/1996

Pino Franco, Albanese Giuseppe

Udienza N° 15 del 29/10/1996

Mancini Giacomo e dichiarazioni Paolo Romeo

Udienza N° 16 del 12/11/1996

Caruso Franz, Tursi Prato Giuseppe

Udienza N° 17 del 19/11/1996

Barreca Filippo impedito per malattia, Riggio Giovanni sciopero aerei

Udienza N° 18 del 05/12/1996

Strano Federico, Spanò Francesco, dichiarazioni spontanee Paolo Romeo

Udienza N° 19 del 07/12/1996

Collaboratore di Giustizia Riggio Giovanni

Udienza N° 20 del 12/12/1996

Scalfari Alessandro, Santarelli Rolando, Renato Meduri

Udienza N° 21 del 19/12/1996

Zamboni Roberto

1997

Introduzione 1997

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Imputato processo “Olimpia”.

21/12/1997 - Lettera al Grande Oriente

Nel corso dell’anno saranno sentiti oltre al Barreca altri sette collaboratori ed a seguire, dal mese di ottobre, alcuni testi della difesa per riprendere, dopo, con testi dell’accusa. 

Una assurda ed irregolare gestione del processo che non garantisce il principio della concentrazione che impone che non vi siano intervalli di tempo tra l’assunzione delle prove, la discussione finale e la deliberazione della sentenza, al fine di garantire che la decisione sia il prodotto fedele delle risultanze del processo. 

Il progetto del processo accusatorio è fondato sui principi di oralità ed immediatezza che richiedono lo svolgimento del dibattimento per l'acquisizione delle prove in poche udienze ravvicinate tra loro. E’ chiaro che quando esso si protrae per cinque anni, in cento udienze, e per di più non rispettando l’ordine e le regole di acquisizione delle prove testimoniali, per narrare storie antiche è difficile se non impossibile costruire una verità plausibile.

Il 19 dicembre 1997 viene proposto innanzi al Tribunale di Messina atto di citazione responsabilità civile del GIP Iside Russo che aveva emesso il provvedimento custodiale che sarà annullato dal TDL.

Il 21 dicembre 1997 a seguito della motivazione dell’archiviazione del Gip di Messina che aveva ritenuto il comportamento del dr Boemi Salvatore penalmente irrilevante pur se lo ha qualificato “frutto di leggerezza” veniva trasmesso al Comitato di Presidenza Prima Commissione Referente Consiglio Superiore della Magistratura ROMA ed al Ministro di Grazia e Giustizia copia del citato decreto per le eventuali iniziative che si riterrà opportuno promuovere contro il dr Salvatore Boemi.

Le Udienze del 1997

Udienza N° 22 del 16/01/1997

Barreca Filippo

Udienza N° 23 del 22/01/1997

Barreca Filippo, Ierardo Michele rinviato

Udienza N° 25 del 19/03/1997

Barreca Filippo

Udienza N° 26 del 10/04/1997

Udienza Riviata

Udienza N° 28 del 20/05/1997

Ierardo Michele, Serpa Stefano, Vitelli Giuseppe ,Magliari Alberto non ammesso

Udienza N° 29 del 03/06/1997

Confronto Lauro Zamboni nf assente Zamboni

Udienza N° 30 del 24/06/1997

Collaboratore Lauro Giacomo rifiuta confronto con Zambroni Roberto, Magliari Alberto, dichiarazioni spontanee Paolo Romeo

Udienza N° 31 del 08/07/1997

Lauro Giacomo certificato penale

Udienza N° 32 del 15/07/1997

Lauro Giacomo sciopero avvocati mancanza collegamento

Udienza N° 33 del 23/09/1997

Lauro Giacomo

Udienza N° 34 del 30/09/1997

Lauro Giacomo

Udienza N° 35 del 10/10/1997

Gullà Giovanni

Udienza N° 36 del 21/10/1997

Colella Carlo, Foti Gatano, Ielacqua Oscar

Udienza N° 37 del 04/11/1997

D’Alessandro William, Chisari Antonio

Udienza N° 38 del 25/11/1997

Ligato Pietro, Murolo Giancarlo, Francesco Costantino

Udienza N° 39 del 11/12/1997

Pietro Battaglia, Chiaravalloti Francesco

1998

Introduzione 1998

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Imputato processo “Olimpia”.

Sedici udienze tenute nel corso dell’anno per escutere 28 testi, quasi tutti della difesa, chiamati a riferire su diversi temi che dovevano smentire la genericità di una rubrica formulata con il capo di imputazione che non addebitava condotte specifiche all’imputato. Si sosteneva, ad esempio, che Romeo fosse massone, che avesse fatto parte dei Servizi Segreti oppure di Gladio, perché così dichiaravano alcuni collaboratori che non indicavano però i fatti da cui traevano tale conoscenza. Oppure testi chiamati a riferire del generale corretto impegno politico ed amministrativo dell’imputato per escludere le generiche affermazioni dei soliti collaboratori che raccontavano di un Romeo percepito come persona che gestiva potere orientandosi in favore delle organizzazioni mafiose. Per difendersi dalle apodittiche affermazioni contenute nel capo di imputazione potevamo tacere ed attendere che l’accusa provasse, oltre ogni ragionevole dubbio, l’esistenza di quanto sostenuto nelle informative. 

Abbiamo invece affermato nel documento di presentazione della lista e testi e documenti : 

“Si sostiene la esistenza di un PLURALISMO ASSOCIATIVO operante in Reggio Calabria e, in particolare, agli atti, volume 24 parte VIII, avente ad oggetto “ ancora su n'drangheta e massoneria deviata” da pagina 86200 a pagina 86287 depositato il 13.03.1995 dalla Dda, si definisce, alla luce anche delle dichiarazioni dei collaboratori successive al dicembre 1994, il sistema di “potere che gestiva tutto l’andamento della vita pubblica ed economica” della Città, “destinata ad aprire varchi e brecce clamorose in ordine alla complessiva lettura dell’affaire Reggio Calabria e sugli orrendi, ventennali crimini patiti dalla società civile calabrese, pilotata e gestita con scellerata e crudele abiezione da un manipolo di uomini predisposto e votato ad ogni illecito compromesso” (pag.86260). “Si denuncia la presenza in Reggio Calabria di una ulteriore, moderna, dirompente, illecita” entità”, definibile quale naturale risultanza dello storico accostamento tra i vertici del cosmo malavitoso e fratellanza massonica deviata” (pag.86252).

L’entità superiore mirava: a) ad assicurarsi il controllo di tutte le principali attività economiche; b) gestione degli appalti; c) controllo delle istituzioni attraverso il collocamento ai vertici di persone gradite; d) aggiustamento di tutti i processi a carico di appartenenti alla struttura; e) eliminazione anche fisica di persone scomode; ed era organizzata verticisticamente e clandestinamente con regole paramassoniche, e della quale farebbero parte pezzi di sistemi deviati, da quello politico, giudiziario, imprenditoriale, professionale, istituzionale a quello mafioso.

Si assume che Romeo abbia contribuito a promuovere o rilanciare la costituzione di una tale “entità superiore” della quale ininterrottamente avrebbe fatto parte dal 1979 ad oggi. Si fa discendere da tale ruolo esercitato capacità, potenza, prestigio, tutti ingredienti necessari ed indispensabili per compiere tutta una serie di misfatti: favore giudiziario, trattative di pace, progetti eversivi e separatisti, e così via.

L’accusa pone questo tema e tenterà di dimostrarlo in dibattimento, ed in ogni caso tale scenario rappresenta il contesto al cui interno maturano le vicende e le condotte incriminate, comunque esso agisce da sfondo su cui poggiano le accuse.

La difesa non intende ostacolare questo proposito anzi intende offrire un contributo per esplorare il complesso sistema di relazioni esistenti tra i diversi sistemi di potere operanti nella Città dal 1979 ad oggi.

A questo fine chiede che venga acquisito l’elenco dei documenti di seguito indicati e la lista di testimoni perchè riferisca su fatti e circostanze (analiticamente e specificatamente per ognuno indicati) che aiuteranno a ricostruire e comprendere significativi pezzi di vita cittadina e sveleranno meccanismi e sistemi che li hanno determinati, nonché il ruolo, le condotte, le volontà, le speranze della maggior parte dei protagonisti.

L’interesse della difesa sul punto è duplice. Da una parte contribuire ad accertare l'eventuale esistenza di una “entità superiore” per finalità di giustizia; dall’altra, servirà a meglio valutare sul piano logico, storico e probatorio, la posizione personale dell’imputato ove vengano definiti compiutamente scopi interessi e funzioni della “ENTITA’ SUPERIORE “.

Esposto a firma dell’imputato avv. Paolo Romeo del 30.06.1998 relativo alle false attestazioni della DDA di Reggio Calabria in ordine alla condotta mantenuta da Lauro che non avrebbe violato mai gli obblighi connessi al suo status di collaboratore.

Le Udienze del 1998

Udienza N° 43 del 16/06/1998

Fazio Cosimo, Di Fazio Carmelino, Chisari Antonio, Figliuzzi Antonio e Dichiarazioni spontanee Paolo Romeo

Udienza N° 44 del 06/07/1998

Rinvio Udienza per impedimento dott. Vincenzo Giglio

Udienza N° 45 del 08/07/1998

Salazar Domenico, Panuccio Vincenzo, Quattrone Francesco, Matacena Amodeo, Palamara Marco

Udienza N° 46 del 09/07/1998

Zerbi Felice, Azzarà Francesco, Pachì Aldo, Crispo Letterio

Udienza N° 48 del 16/07/1998

Tripodi Girolamo, Arena Giuseppe, Battaglia Pietro, Zavettieri Saverio

Udienza N° 51 del 15/10/1998

Falcomatà Italo, Praticò Filippo, D’Agostino Antonio

Udienza N° 52 del 22/10/1998

Sofia Francesco, Intervento Avv. Tommasini

Udienza N° 53 del 05/11/1998

Martino Gabriele, Intervento Avv. Tommasini

Udienza N° 54 del 19/11/1998

Rinvio Udienza

Udienza N° 55 del 03/12/1998

Colonnello Pellegrini Angiolo, Quattrone Giuliano

Udienza N° 56 del 17/12/1998

La difesa dell'Avv. Paolo Romeo rinuncia a sentire numerosi Testi

1999

Introduzione 1999

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Imputato processo “Olimpia”

Ventidue udienze per escutere 38 testi, come al solito, creando una promiscuità tra testi dell’accusa e della difesa chiamati a riferire su temi completamente diversi. Passando dal racconto di fatti lontani, risalenti agli anni sessanta, a fatti amministrativi e politici dei primi anni 90, che dovevano contribuire a sostenere la bontà di filoni investigativi secondo cui erano intervenuti nel passato patti tra eversione nera, n'drangheta, pezzi deviati dello Stato, poteri occulti e politica. Il tutto con una revisione di storie consacrate in vecchi processi ed in sentenze passate in giudicato, sul presupposto di una miopia del giudicanti dell’epoca che talvolta vengono fatti apparire come contigui e compiacenti con il malaffare. E’ prova di quanto sopra il fatto che quando i collaboratori Lauro e Barreca confezionano la storia della esistenza di due super logge massoniche esistenti a Reggio Calabria negli anni 70, e della quale avrebbero fatto parte la maggior parte dei magistrati reggini dell’epoca, non si procede per il reato di calunnia nei loro confronti da parte della procura, anzi si utilizzano quelle dichiarazioni per sostenere la esistenza del pluralismo associativo. 

Lauro e Barreca verranno condannati per calunnia ma soltanto perché qualche ostinato magistrato li ha inseguiti nelle aule giudiziarie a differenza di altri che di loro non si sono curati.

10.03.99 - Atto di citazione presso il Tribunale di Milano promosso dall’imputato avv. Paolo Romeo contro R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A. e Francesco Forgione e Paolo Mondani autori del libro “Oltre la Cupola” Edito da Rizzoli.

Maggio 1999 - Atto di citazione presso il Tribunale di Roma Milano promosso dall’imputato avv. Paolo Romeo contro la Editori Riuniti e Gianni Cipriani autore del libro “I Mandanti”.

Le Udienze del 1999

Udienza N° 58 del 21/01/1999

Ierardo Michele Collaboratore di Giustizia

Udienza N° 59 del 04/02/1999

Richieste

Udienza N° 61 del 25/03/1999

Ordinanza Corte e richieste, Intervento Paolo Romeo

Udienza N° 62 del 15/04/1999

Ielo Donatella (Vedova Vadalà Carmelo), Panarello Giovanni, Faldella Luigi, Dichiarazioni Paolo Romeo

Udienza N° 63 del 20/04/1999

Gerardi Rocco, Eportentosi Saverio, Miceli Luigi, Viola Piero, Logoteta Demetrio, Intervento Pubblico ministero Verzera

Udienza N° 64 del 27/04/1999

Esposito Mario, Giraudo Massimo, Quattrone Paolino, Zocca Giuseppe, Russo Rosario, Dichiarazioni spontanee Paolo Romeo

Udienza N° 65 del 06/05/1999

Scopelliti Giuseppe, Iero Paolo, Izzo Angelo, Dichiarazioni sontanee Paolo Romeo

Udienza N° 66 del 13/05/1999

Concutelli Pierluigi, Araniti Santo, Barreca Filippo, Fontana Giovanni, Barreca Santo, Barreca Giuseppe e dichiarazioni Paolo Romeo

Udienza N° 67 del 27/05/1999

Rosmini Diego, Vernaci Mario, Vazzana Giovanni, Dichiarazioni spontanee Paolo Romeo

Udienza N° 69 del 22/06/1999

Canale Parola, Di Fazio Carmelino, Sacco Domenico e dichiarazioni spontanee di Paolo Romeo

Udienza N° 75 del 21/10/1999

Guido Giovanni

Udienza N° 77 del 04/11/1999

Ielo Paolo e Dichiarazioni spontanee Paolo Romeo

Udienza N° 78 del 11/11/1999

Signorelli Paolo, Dantini Enzo Maria

2000

Introduzione 2000

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Imputato processo “Olimpia”.

E’ l’anno in cui la comprensibile stanchezza per le lungaggini di un dibattimento e l’ispirato convincimento che si era in dirittura di arrivo verso una sentenza di assoluzione portano l’imputato, dopo nove udienze dedicate al suo esame, a non avvalersi dei termini a difesa quel giorno in cui il PM modifica e precisa il capo di imputazione. 

E’ l’anno della sentenza di condanna di primo grado inflitta dalla Corte di Assise di Reggio Calabria presieduta dal dr. Franco Greco, giudice a latere, dr Vincenzo Giglio. 

Due sono gli antefatti che gettano pesanti ombre sulla serenità del giudizio. Un primo fatto è rappresentato dalla richiesta, riservata e personale, che il presidente Greco rivolge all’imputato perché rinunciasse alla escussione dei testi dei giudici Viola, Foti, Caputi e Delfino, già ammessi dalla Corte, richiesta che sarà esaudita per l’implicito positivo messaggio in essa contenuto. 

Il secondo fatto è che il dr. Franco Greco e la sua consorte d.ssa Grasso Silvana, anche Lei magistrato operante nella giurisdizione reggina, da qualche anno erano destinatari di articoli ritenuti diffamatori e pubblicati dal periodico “Il Dibattito”. Avverso tali articoli la d.ssa Grasso il 29.12.1999 ed il 13 marzo del 2000 querela il direttore del giornale. Verrà richiesta l’archiviazione delle stesse avverso la quale la querelante propone opposizione dal cui contenuto si evince che era nella consapevolezza dei coniugi che la campagna diffamatoria contro di loro era ispirata e sostenuta anche da Romeo perché aveva interesse all’allontanamento del dr Greco da Reggio Calabria. Un palese caso di inimicizia e di rancore che il giudicante nutriva nei confronti dell’imputato che avrebbe dovuto portare un magistrato corretto a rinunciare al processo. 

E’ imbarazzante leggere il verbale di interrogatorio del dr Greco reso al Procuratore di Catanzaro il 20 maggio del 2003 dove candidamente racconta di fatti antecedenti alla emissione della sentenza del 12 ottobre 2000 che provano, quanto meco dal mese di agosto 2000, il suo risentimento nei confronti dell’imputato per le aggressioni mediatiche portate avanti da “Il dibattito”. Il clima di astio e risentimento dei coniugi contro Romeo si rileva anche dal verbale di interrogatorio della d,ssa Grasso del 20 maggio 2003.

Le Udienze del 2000

Udienza N° 90 del 16/03/2000

Esame Paolo Romeo


L'esame di Paolo Romeo



ROMEO E IL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO


JUNIO VALERIO BORGHESE

JUNIO VALERIO BORGHESE

N'drangheta


IL RUOLO DI ROMEO NEL 1970


ROMEO E LA RIVOLTA DI REGGIO


LA STRAGE DI GIOIA TAURO


ROMEO E CONCUTELLI


IL COLPO DI STATO


IL SEPARATISMO


MILITANZA POLITICA DI PAOLO ROMEO TRA IL 1969 E IL 1970


LA VICENDA FREDA

VIDENDA FREDA


LA SUPER LOGGIA DEL 1979


ROMEO E LA MASSONERIA

MILITANZA POLITICA SECONDO PERIODO

IL RINNOVO DEL COMITATO USL 31 DEL 1986


Requisitorie Pubblico Ministero



Arringhe Avvocati


Udienza del 10/10/2000

Arringa difensiva Avv. Giuseppe Valentino




Udienza del 09/10/2000

Arringa difensiva Avv. Emidio Tommasini


Udienza del 09/10/2000

Arringa difensiva Avv. Fabio Cutrupi



2001

Introduzione 2001

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Il dr Macrì Vincenzo, ritenendosi diffamato da una campagna stampa portata avanti dal direttore de “Il Dibattito” produrrà dal 20 febbraio 2001 al 18 marzo 2003 ben nove querele contro il direttore e Romeo Paolo ritenuto ispiratore dell'iniziativa. Sul presupposto che Romeo fosse imputato per il reato p.p. dall’art. 416 bis in un procedimento in corso, chiede che si proceda contro i due per il reato di cui all’art. 416 bis. Non poteva non sapere che la querela, avendo come parte lesa un magistrato della giurisdizione di Reggio Calabria, andava presentata ad altra Procura competente ai sensi dell’art. 11 del c.p.p.. Invece la inoltra alla Procura di Reggio Calabria trovando tre procuratori compiacenti (BOEMI, PENNISI e VERZERA) che avendo un procedimento in corso contro Gangemi Francesco, indagato per i reati di cui agli art. 326 e 378 c.p. aggravati dall’art. 7 della l. 152/91, in data 21.02.2001 con decreto nr.168/98 RGNR DDA e nr.150 R.I.T. DDA attivano servizi di intercettazione telefonica ed ambientale presso l’abitazione di GANGEMI Francesco. In data 01 Marzo 2001, in esecuzione al Decreto nr.168/98 RGNR DDA e nr.167/01 R.I.T. DDA emesso in data 28 Febbraio 2001, sono stati attivati i servizi di intercettazione telefonica ed ambientale presso la redazione de “Il Dibattito” in via Torrione. In data 5 Marzo 2001, in esecuzione del decreto nr.168/96 RGNR DDA e nr.180/01 R.I.T. DDA emessa in data 5 Marzo 2001, sono stati attivati servizi di intercettazione sull’utenza cellulare in uso a GANGEMI Francesco. Il 13 marzo 2001 procedono all'iscrizione nel registro degli indagati di Gangemi e Romeo perché indagati del reato di cui al 416 bis. In data 28 Marzo 2001, viene depositata la richiesta di autorizzazione a procedere a servizi di intercettazione telefonica sulle utenze cellulare in uso all’Avvocato Paolo ROMEO. L’autorizzazione è stata negata dal G.I.P. di Reggio Calabria con provvedimento datato 17 Aprile 2001 che ravvisa la competenza della Procura della Repubblica di Catanzaro ex art.11 c.p.p.. In seguito a tale rigetto, non venivano prorogate le intercettazioni già in atto. In data 27 Aprile 2001, il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, con lettera nr.130 protocollo Riservato, trasmette alla Procuratore della Repubblica di Catanzaro il carteggio relativo al proc. Pen. Nr.1291/01 RGNR DDA a carico di GANGEMI Francesco +1. In particolare vengono trasmessi i verbali delle trascrizioni delle conversazioni intercettate. A seguito della missiva in argomento, in data 3 Ottobre 2001, i Sostituti Procuratori Distrettuali Dott. BOEMI, PENNISI e VERZERA, in considerazione della mancata autorizzazione del G.I.P e della nota del 27 aprile 2001 a firma del Dott. CATANESE, dispongono lo stralcio delle posizioni di ROMEO Paolo e di GANGEMI Francesco. Infine, in data 9 Ottobre 2001, l’intero fascicolo processuale, rinumerato, dopo lo stralcio in 5301/2001, viene trasmesso dai Sostituti Distrettuali Dott. BOEMI, PENNISI e VERZERA alla Procura della Repubblica di Catanzaro. 

Gli atti rinvenuti in questo processo spiegheranno le interferenze e le turbative apportate al processo Olimpia a carico di Romeo. Soprattutto provano la carica di odio personale, per presunti torti ricevuti, che la Procura di Reggio e la gran parte dei magistrati attaccati dagli articoli del periodico nutriva nei confronti di un imputato.

Il dr Macrì' inoltrerà bel nove querele datate:

Tutte saranno indirizzate alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria anche quando il fascicolo verrà trasmesso a Catanzaro.

E’ vero che nell’anno 1999 un periodico locale “Il Dibattito” pone in atto una campagna giornalistica contro i Magistrati del Distretto di Reggio Calabria. 

Saranno interessati dagli articoli de “Il Dibattito” quasi tutti i magistrati del distretto della Corte di Appello di Reggio Calabria e di altri distretti giudiziari e, più precisamente, sono: 

ACCURSO FULVIO - Giudice Tribunale di Palmi

ADORNATO GIUSEPPE - Giudice del Tribunale di Reggio Calabria

ARENA MARIA GRAZIA - Giudice di Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria

BARRECA - Giudice del Tribunale di Reggio Calabria 

BAUDI ANTONIO - CAPO dei GIP di CATANZARO

BIANCO GIUSEPPE - Sostituto procuratore Reggio Calabria

BOEMI SALVATORE - Procuratore Aggiunto DDA di Reggio Calabria

BONACURA ALFREDO MARIA - GIP del Tribunale di MESSINA

BONINSEGNA - GIP del Tribunale di Reggio Calabria

BUZZEGOLI ALESSANDRO - Giudice del Tribunale di Palmi

CAMPAGNA GIULIANA - Presidente della Sezione del Tribunale di Reggio Calabria

CAPONE SILVANA - Giudice del Tribunale di Reggio Calabria

CAPORALI PAOLA - Sostituto Procuratore PALMI 

CAPPUCCIO DANIELE - Giudice della sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria

CAPPELLO GABRIELLA - Giudice del Tribunale di Reggio Calabria

CAPUTI DOMENICO - Sostituto Procuratore Generale Corte di Appello RC 

CARDINO - Sostituto Procuratore di La Spezia 

CATANESE ANTONIO - Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria

CHIARAVALLOTI GIUSEPPE - Procuratore Generale di Reggio Calabria

CISTERNA ALBERTO - Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia

CORDOVA AGOSTINO - Procuratore Repubblica NAPOLI

CORDOVA MARIA - Sostituto Procuratore di ROMA

COSTA ELIO Procuratore della Repubblica di Palmi

COSTABILE ADRIANA - GIP del Tribunale di Reggio Calabria

COTRONEO - Giudice del Tribunale di Reggio Calabria

CROCE - Procuratore Capo di MESSINA

CUTRONEO SANTI Sostituto Procuratore DDA

DE MAGISTRIS LUIGI - Sostituto Procuratore di Catanzaro

DI LANDRO SALVATORE - Avvocatura Generale dello Stato

DOLCE SALVATORE - Sostituto Procuratore di CATANZARO

D’ONOFRIO VINCENZO - Sostituto Procuratore DDA

ESPOSITO ANDREA - Giudice penale del Tribunale di Reggio Calabria 

FAVA STEFANO - Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria

FIMIANI ALESSANDRA - Sostituto procuratore Reggio Calabria

FOTI GIACOMO - Presidente Sezione Corte di Assise di Reggio Calabria

FRONTERA TOMMASO - Presidente Corte d'Appello di Catanzaro

GAETA - Giudice penale del Tribunale di Reggio Calabria 

GAETA PIERO - Sostituto Procuratore di Palmi

GAETA GIULIANO - Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria

GALIBERTI GIUSEPPE - Giudice del Tribunale di Palmi

GAMBINO GIUSEPPE - DDA Messina

GARREFFA CONCETTINA - GIP del Tribunale di Reggio Calabria

GIGLIO VINCENZO - Giudice penale del Tribunale di Reggio Calabria

GIORDANO BRUNO - Presidente Sezione Tribunale di Palmi

GIORGIANNI ANGELO - Sostituto Procuratore Tribunale di Messina

GRASSO SILVANA - Presidente Sezione Tribunale di Reggio Calabria

GRATTERI NICOLA - Sostituto Procuratore DDA

GRECO FRANCESCO - Presidente Sezione Corte di Assise di Reggio Calabria

GRIECO MARIA GRAZIA - Giudice presso il Tribunale di Reggio Calabria

GULLINO - Giudice monocratico del Tribunale di Reggio Calabria

IELASI - Presidente del Tribunale di LOCRI

INCOGNITO - Giudice del Lavoro del Tribunale di Reggio Calabria

INDELLICATI - GIP del Tribunale di MESSINA

IPPOLITO PASQUALE - Presidente Sezione Corte di Assise di Reggio Calabria

LANGHER FRANCO - DDA Messina

LANZA VOLPE ARMANDO CALOGERO - Presidente Corte di Assise di Appello di R. C.

LAUDONIO - Procuratore della Repubblica di VIBO VALENTIA

LEMBO GIOVANNI - Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia

LO PRESTI - Presidente del Tribunale di Reggio Calabria

LOMBARDI MARIANO - Procuratore della Repubblica di CATANZARO

LOMBARDO VINCENZO - Procuratore della Repubblica di PALMI

LOMBARDO ROCCO - Procuratore della Repubblica di LOCRI

LUCISANO ROBERTO - Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Reggio Calabria

MACRI’ VINCENZO - Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia

MARRA - Magistrato del Tribunale di Reggio Calabria

MASTROIENI SALVATORE - Presidente della sezione del Tribunale di PALMI

MANGO - DDA MESSINA

MANNINO SAVERIO - Presidente della sezione del tribunale di Reggio Calabria

MARLETTA - Procuratore Generale di Reggio Calabria

MARINO CARMELO - Sostituto Procuratore di MESSINA

MATTEI ANTONELLA - Presidente della Corte di Assise di PALMI

MINASI MARCELLO - Sostituto procuratore generale di MESSINA 

MOLLACE FRANCESCO - Sostituto Procuratore DDA Reggio Calabria

MONDELLO MARCELLO - Magistrato del Tribunale di MESSINA

MONTERA GIOVANNI - Presidente Sezione Corte di Assise di Reggio Calabria

NERI GUIDO - Presidente della Corte di Appello di Reggio Calabria

NERI FRANCESCO - Sostituto Procuratore Generale della Corte d'Appello di R.C.

PALAMARA LUCA - Sostituto Procuratore Reggio Calabria

PATRUNO CLAUDIO - Giudice del Tribunale di Reggio Calabria

PENNISI ROBERTO - Sostituto Procuratore DDA

PETRALIA - Sostituto Procuratore Tribunale Messina

PEZZUTO - Giudice del Tribunale di Reggio Calabria

PRATICO’ NATINA - GIP del Tribunale di Reggio Calabria

PUNTORIERI FRANCESCO - Presidente del Tribunale di Reggio Calabria

RAFFA ROSA - Sostituto Procuratore Tribunale MESSINA

RIZZO FULVIO - Sostituto Procuratore Generale Reggio Calabria

RUSSO ISIDE - Magistrato della Corte di Appello di Reggio Calabria

SALAMONE - PM MESSINA

SCUDERI FRANCO - Procuratore della Repubblica presso la Pretura Circondariale di R. C.

SERAFINI ALFREDO - Procuratore della Repubblica di COSENZA

SPAGNUOLO MARIO - Sostituto Procuratore di CATANZARO

SQUILLACE GRECO ETTORE - Sostituto Procuratore DDA Reggio Calabria

TAGLIALATELA GIOVANNI - Sostituto Procuratore della Procura di Reggio Calabria

TORTORELLA DANIELA - Giudice Tribunale di PALMI

TRIPODI FRANCESCO - GIP del Tribunale di Reggio Calabria

TUCCIO GIUSEPPE - Magistrato di Reggio Calabria

VACCARO PIETRO - Sostituto Procuratore di MESSINA

VERZERA GIUSEPPE - Sostituto Procuratore DDA Reggio Calabria

VIOLA GIUSEPPE - Presidente delle Corte di assise di Reggio Calabria

VITANZA ADA - GIP del Tribunale di MESSINA

ZUMBO ANTONIO - Procuratore della Repubblica di MESSINA


Vediamo, attraverso uno stralcio delle dichiarazioni spontanee rese dal direttore de “Il Dibattito”, Francesco Gangemi, all’udienza preliminare del procedimento Caso Reggio, le caratteristiche attribuite dallo stesso al periodico:

“ Signor giudice

Ho chiesto di rendere spontanee dichiarazioni in quanto ritengo di dovere personalmente esplicitare le ragioni, i tempi e le modalità con le quali ho trattato nel giornale che dirigo, “Il Dibattito”, questioni che riguardano il pianeta giustizia.

Devo premettere che il periodico è un giornale di denuncia, di denuncia del malcostume, del malaffare di ogni tipo ed a tutti i livelli, che si caratterizza per la capacità di avere come unico filtro la fondatezza delle notizie riportate e, perciò, la forma scelta è quella della nuda schiettezza del linguaggio popolare che ha prodotto e produce denunce e condanne per diffamazione ma giammai denunce o condanne per calunnia. 

Scrivere le cose che tutti dicono e nessuno ha il coraggio di scrivere, in una città ed in una regione dove si legge poco e, prevalentemente, quotidiani nazionali e regionali, questo è l’intento del giornale che pubblica mensilmente 48 pagine quasi tutte scritte dal direttore. 

Inizialmente il campo di interesse era limitato al settore sanitario ma, progressivamente, si è esteso al settore amministrativo, politico, con qualche sporadico riferimento a situazioni giudiziarie reggine. Nei primi anni 90, l’interesse alle questioni giudiziarie diventa prevalente e ciò a seguito della pubblica lotta interna al potere giudiziario reggino che determinò la diaspora dei vertici degli uffici giudiziari dell’epoca, (Viola, Puntorieri, Montera, Neri, etc) sino a giungere all’arresto di un magistrato reggino, il dr. Foti, poi assolto dal Tribunale di Messina, e al suicidio del notaio Marrapodi che aveva con le sue dichiarazioni disvelato presunti intrecci tra poteri deviati in cui erano coinvolti pezzi della magistratura reggina.

Erano gli anni in cui l’azione di contrasto alla criminalità organizzata ed ai rapporti della stessa con gli altri sistemi di potere aveva subito un notevole impulso con l’istituzione della DIA e della DDA sicché si aprivano nuovi filoni di indagine e spesso il mio giornale attraverso vere e proprie inchieste giornalistiche fungeva da battistrada.

Erano anche gli anni nei quali si acuiva lo scontro all’interno dei singoli sistemi di poteri e tra esponenti degli stessi. 

Erano gli anni nei quali, ad esempio, veniva distribuita nel corso di una conferenza stampa anche la relazione dell’ispettore del Ministero di Grazia e Giustizia dr Nardi, riguardante le fibrillazioni registratesi nel palazzo della giustizia di Reggio Calabria dagli anni 92 in avanti, relazione acquisita agli atti del processo perché sequestrata, nel corso delle perquisizioni nella sede della redazione del giornale. 

Furono questi eventi a determinare l’interesse del giornale alle vicende giudiziarie reggine prima e di altre giurisdizioni successivamente (Cagliari, Vibo Valentia, Aosta, Messina , Catania , Potenza etc.) una attività che iniziata a metà degli anni 90, ancora oggi, nonostante i tentativi di spegnere questa libera voce, continua mensilmente.

Queste le vere ed uniche ragioni dell’interesse del giornale a trattare questioni riguardanti magistrati del distretto reggino. 

Ma veniamo più nel particolare per vedere quali casi ha trattato ampiamente il giornale e, soprattutto, in quale periodo ciò ha fatto, atteso che la condotta criminosa che mi si contesta vuole che il giornale abbia condotto la campagna di delegittimazione dal 2001 in avanti ovvero quando il processo Olimpia e gli altri importanti processi contro la criminalità organizzata si erano conclusi con centinaia di condanne definitive all’ergastolo e con pesantissime pene per migliaia di anni di carcere.

Cerchiamo di chiarire meglio perché, come e cosa si sceglie di scrivere sull’argomento ovvero quale fosse il movente dell’interesse giornalistico sui singoli casi trattati. 

Si dice che il dibattito è stato ed è uno strumento di pressione capace di veicolare malumori ed attacchi attingendo le notizie dalle persone che hanno un tale interesse.

Ribadisco che il “Dibattito” è un giornale di denuncia ma che è si è sempre collocato dalla parte dello Stato e dei suoi fedeli servitori contro l’antistato ovunque si annidi e comunque si manifesti.

E’ vero che la redazione del dibattito acquisisce, come tutti i giornali, le notizie e gli atti processuali anche dai diretti interessati di alcune vicende giudiziarie, ma non solo.

2002

Documenti 2002

La sentenza di 2° Grado

Il 13 marzo 2002 viene richiesta, dal dr Labate della Questura di Reggio Calabria, l’autorizzazione alle intercettazioni ambientali dello studio legale di via Diana dell’avv. Paolo Romeo.

Il 19 marzo 2002 hanno avviato le prime intercettazioni con decreto RIT n. 163/02. Il giorno 8 aprile 2002 si terrà la prima udienza del giudizio di appello con la relazione del giudice a latere. Il 20 maggio 2002 il P.G. formulava le proprie conclusioni. Il procedimento veniva, quindi, rinviato alla udienza dell'11.06.2002 nella quale non si svolgeva alcuna attività per impedimento del giudice a latere.

All'udienza del 24.9.2002 la Corte rigettava la richiesta del difensore di acquisizione di ulteriore documentazione, ritenuta non indispensabile ai fini del giudizio; dopo la lettura dell'ordinanza di rigetto, il difensore formulava le proprie richieste conclusive. Dopo la camera di consiglio, nella medesima data, si procedeva alla lettura del dispositivo della sentenza.

I primi giorni del mese di maggio 2002, così come si legge a pag. 526 dell’informativa del 30 giugno 2002 a firma del vice questore aggiunto dr Luigi Silipo e dal dirigente della squadra mobile dr Salvatore Arena Arena, conversazione ambientale del 14.05.02 alle ore 19.33 Conversazione tra ROMEO Paolo e CUTRUPI Nicola - progressivo nr.4068

“Il colloquio, prosegue con Paolo ROMEO che viene “invitato” a conoscere le intenzioni del P.M. prima della celebrazione del processo e l’orientamento della LATELLA. A questo proposito, i tre interlocutori discutono di come avvicinare, tramite terzi, i soggetti in questione, in particolar modo la LATELLA. Il ROMEO, poi, si dilunga a spiegare come, a dir suo, in passato, egli avrebbe indirettamente “favorito” il P.M. Caputi canalizzando un lavoro verso un’impresa di un parente del medesimo durante l’amministrazione comunale del Sindaco Falcomatà.“

 A pagina 608 della su richiamata informativa emerge che erano state disposti decreti di intercettazioni alle utenze telefoniche nella disponibilità del giudice Ippolito e del PG dr Caputi:

“Dal complesso dei concetti elaborati dal ROMEO, emerge sempre più chiaro il livore nutrito nei confronti dei Magistrati, acuito dalle promesse di assoluzione asseritamente inviate dal Presidente della Corte d’Appello Dott. IPPOLITO, per il tramite di terzi “corrieri”, quali l’Avvocato TOMMASINI, il maresciallo SPANO’, l’Ispettore CARACCIOLO ed il Maresciallo CACACE.


In proposito è doveroso segnalare che i servizi tecnici effettuati sull’utenza in uso al Presidente IPPOLITO, non hanno fornito riscontri alle affermazioni del ROMEO. Analogo discorso deve essere fatto per il P.G. CAPUTI. Sono stati, però, riscontrati contatti telefonici tra SPANO’ Francesco, in servizio al centro SISDE di Reggio Calabria e l’Avvocato ROMEO, per come dimostrano le conversazioni già riportate nel primo capitolo della presente informativa e che si ripetono anche in questa sede.”

 

E’ di tutta evidenza che dall’ascolto delle conversazioni intercettate presso lo studio legale Romeo si ha motivo di ritenere: 

- che il dr Ippolito aveva anticipato all’avv. Tommasini, difensore di Romeo, il convincimento della innocenza di Romeo, 

- che vi fosse preoccupazione per la dr.ssa Latella notoriamente appartenente alla corrente di Magistratura democratica e che qualcuno suggeriva di saggiare il suo orientamento, 

- che il dr Caputi potesse essere avvicinato. 


Per queste apparenti ragioni vengono disposte servizi tecnici di intercettazioni sulle utenze nelle disponibilità dei magistrati.

La richiesta viene certamente avanzata alla Procura di Catanzaro dai solerti investigatori reggini, Silipo ed Arena, già delegati alle indagini, nel 2001, dai PM di Reggio Calabria che paiono molto più preoccupati di una possibile assoluzione di Romeo nel processo Olimpia quanto, invece, interessati a ricercare gli elementi di prova a sostegno della poderosa accusa posta a carico di oltre trenta politici e professionisti reggini.

Perché dubitare della serenità ed imparzialità di tre magistrati quando, ai fini dell’accusa formulata a Romeo, la circostanza era ininfluente.

La sollecitazione rivolta al Romeo da un suo interlocutore perché si attivasse per conoscere l’orientamento della procura generale in ordine al processo, registrata presso lo studio, quale elemento indiziante poteva rappresentare rispetto alla contestata associazione a delinquere di stampo mafioso contestata agli indagati ?

E’ possibile che i tre magistrati siano stati informati dell’iniziativa assunta per spiarli?

Ove, per ipotesi, tanto fosse accaduto, un giudice che viene informato, prima della sentenza, di essere sospettato dagli inquirenti di avere anticipato il positivo verdetto all’imputato cosa deve fare, oltre che amareggiarsi? 

Deve denunciare gli informatori per violazione del segreto d’ufficio oppure ringraziarli e comportarsi come se nulla fosse accaduto? 

Sempre nell'ipotesi prospettata. Se veramente pensava di dovere assolvere l’imputato, dopo la soffiata ricevuta, dopo che non aveva formalizzato la denuncia contro i suoi informatori, cosa poteva fare per allontanare da sé i sospetti?

Delle due, una. L’avvocato Tommasini aveva detto una bugia oppure aveva detto il vero. 

Il presidente Ippolito, ove fosse stato informato di quanto riferiva l’avv. Tommasini, cosa poteva e doveva fare: astenersi oppure denunciare tutti e andare avanti con serenità di giudizio.

Vi è un'altra ipotesi: Il dr Ippolito non sapeva nulla prima della sentenza ma ha appreso soltanto dopo la circostanza. Ma anche in questo caso non ha denunciato nessuno.

2003

Introduzione 2003

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Dopo la sentenza della Corte di Appello del 24 settembre 2002 si rimane in attesa del deposito della motivazioni per proporre ricorso in Cassazione che sarà seguito dagli avv. prof. Alfredo Gaito e dal prof avv. Andrea Antonio Dalia. 

Proseguiranno le querele del dr, Vincenzo Macrì contro il direttore del dibattito e l’avv. Paolo Romeo.

Nello stesso periodo veniva depositato, nell’ambito del procedimento per le misure di prevenzioni a carico di Paolo Romeo, un certificato della Compagnia di Reggio Calabria, con il quale si dichiara non sussistenti elementi qualificanti la pericolosità sociale di Romeo Paolo. E’ la stessa P.G. che inizialmente era stata delegata alle indagini nel proc. Caso Reggio e, successivamente, sostituita con gli investigatori della SCO di RC inizialmente delegati dai magistrati parti offese.

Nell’ambito del procedimento n. 5901/01 RGNR, c.d. Caso Reggio, seguito dalla Procura di Catanzaro ovvero dal dr. Spagnuolo e dal dr De Magistris, verranno sentiti quali testi e parti offese otto magistrati reggini e quattro collaboratori di giustizia.

2004